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sabato 9 novembre 2013

Mais Ogm in Friuli, il Corpo Forestale ha accertato l’inquinamento genetico






In relazione alla questione della semina di mais Ogm in Friuli e alla possibile contaminazione dei campi limitrofi coltivati con mais tradizionale, la Commissione agricoltura della Camera ha sentito in audizione il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone. «I risultati dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti un “inquinamento genetico” del mais transgenico che arriva anche fino al 10%» ha dichiarato Patrone.

Si ricorda che nel giugno 2013 un imprenditore agricolo ha reiterato la semina di mais, effettuata la prima volta due anni fa, privo di tracciabilità ma dichiarato geneticamente modificato, in due appezzamenti localizzati nella Regione Friuli Venezia Giulia, rispettivamente nel Comune di Mereto di Tomba (Udine) e di Vivaro (Pordenone). In conseguenza il Corpo forestale dello Stato, di propria iniziativa e su delega della Procura della Repubblica di Udine ha svolto nei mesi scorsi dei campionamenti nei campi presuntivamente seminati a Ogm e di quelli a essi limitrofi, sia per accertare la varietà di mais geneticamente modificato coltivata, sia al fine di verificare una possibile contaminazione ambientale.


«I risultati hanno portato alla verifica di un processo di inquinamento ambientale- ha ribadito Patrone- Dopo la scoperta di ‘inquinamento genetico’ nei campi vicini a quelli coltivati con mais Ogm in Friuli, il corpo forestale sta attualmente verificando l’eventuale livello di contaminazione a carico degli alveari situati nelle zone limitrofe. Inoltre si stanno estendendo i controlli anche in altre Regioni per verificare la presenza non dichiarata di mais Ogm e controllare il relativo grado di contaminazione ambientale». A fronte di una comprovata diffusione nell’ambiente del mais Ogm e della relativa tossina, il Corpo forestale ha inoltrato alla Procura della Repubblica di Udine una comunicazione di notifica di reato relativa alla violazione di una serie di articoli del Codice penale tra i quali inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, danneggiamento, diffusione di malattie delle piante o degli animali.

«Le parole del Capo del Corpo forestale dello Stato, confermano purtroppo le nostre preoccupazioni e i danni provocati dalla messa a coltura del mais m810 in Friuli- ha commentato Susanna Cenni, deputata Pd e portavoce nazionale Ecodem- Quanto accaduto è  gravissimo e dimostra quanto fosse indispensabile intervenire prima della fioritura e della raccolta rispettando il decreto Ministeriale. In un Paese che in più occasioni ha visto il pronunciamento del mondo agricolo, dei consumatori, delle regioni, in cui il Parlamento si è espresso in modo unanime, e il Governo ha approvato un decreto per volontà di tre ministri (ambiente, salute, agricoltura)- ha aggiunto Cenni- non è tollerabile che le norme e una volontà così chiara vengano aggirate e se  a parere del Corpo forestale, risulta necessario che la norma oggi in vigore vada implementa anche per poter fornire alle forze dell’ordine indirizzi  più forti e per poter intervenire a tutela dell’agricoltura biologica e convenzionale, dobbiamo lavorare approfondendo questi aspetti».

Cenni quindi ha indicato la strada che andrebbe seguita nel breve e medio periodo, per evitare che situazioni simili si ripetano. «Pur ritenendo chiaro l’intento del decreto di luglio, precisato anche dal ministro Orlando con le sue comunicazioni, a questo punto è utile e forse necessario intervenire sulla normativa legiferando  ulteriormente e prevedendo sanzioni adeguate, così come risulta evidente che occorre proseguire una forte azione a livello comunitario per restituire agli Stati membri piena autodeterminazione sul tema degli Ogm. A questo punto Parlamento e Governo dovranno provvedere, ed evitare, in ogni modo, che l’evento possa ripetersi in altre realtà italiane. Noi del Pd – ha concluso Cenni- lavoreremo in quella direzione, ma mi chiedo se, attestato l’avvenuto inquinamento genetico che ha prodotto danni a colture biologiche e convenzionali, non si pone la necessità dei ministeri competenti di intervenire con urgenza per danno ambientale».

Sulla stessa posizione Coldiretti che ha parlato di disastro ambientale: «la situazione è gravissima con reale pregiudizio del valore e dell’identità del patrimonio agroalimentare non solo regionale. In ragione di ciò, è necessario che l’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia condivida al più presto un percorso comune e coordinato con i ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura che hanno adottato il decreto anti-contaminazione da Ogm, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il Cfs che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo».



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