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lunedì 2 luglio 2012

Un porto libero al centro dell’ Europa: Territorio Libero di Trieste,la storia.


 
dal sito Movimento Trieste Libera


Nell’era della globalizzazione, in contrapposizione alla crescente crisi mondiale che si sta diffondendo a partire dai paesi più sviluppati, esistono delle realtà che possono far cambiare gli attuali assetti economici-commerciali a vantaggio di molte regioni e stati del est Europa, ma anche asiatici, medio-orientali ed africani.
Una di queste realtà si trova nel centro dell’Europa e nel punto più a nord del mare Mediterraneo. Parliamo delle enormi potenzialità economico-produttive del Porto Libero di Trieste incorporato nel Territorio Libero di Trieste, entrambi istituiti dall’O.N.U. come due enti indipendenti, ma connessi fra loro nelle funzioni socio-economiche.


Storicamente, già nel 1719 l’imperatore Carlo VI d’Asburgo intuì il potenziale del Golfo di Trieste e vi fondò un porto franco. Più tardi, l’imperatrice Maria Teresa estese tale diritto a tutta la citta’ e lo stesso fù confermato e perfezionato nel 1891 da Francesco Giuseppe.
Giuridicamente, al termine della II guerra mondiale, il Porto Libero di Trieste venne riconosciuto ed approvato con la 16° risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 10 gennaio 1947 (U.N. Security Council Records, 2nd., n.°3, 91 meeting). Successivamente, insieme alla costituzione del Territorio Libero di Trieste venne inserito nel Trattato di Pace con l’Italia del 10 febbraio 1947, agli allegati i VI , VII e VII).

Questi trattati internazionali, tutt’ora in vigore, furono voluti e sottoscritti dai 20 paesi vincitori della seconda guerra mondiale e dall’Italia. Con il trattato di pace si garantì la fine della guerra, la convivenza pacifica, la libertà dei popoli e la libera circolazione delle merci, che attraverso il porto di Trieste, ha facilitato la ricostruzione dell’Europa. Con la creazione di una nazione internazionale, ovvero di tutti gli stati,  si e’ riuscito inoltre a superare le questioni nazionaliste e guerrafondaie.

A causa della Guerra Fredda la nomina del governatore, e quindi il completamento del TlT, fù più volte boicottato. Il territorio rimase sotto il controllo delle forze alleate fino alla stipula degli Accordi di Londra del 5. ottobre 1954, quando gli Stati Uniti d’America, Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, l’ Italia e la Jugoslavia, decisero di trasformare l’occupazione militare alleata di protezione in amministrazione civile in attesa di risolvere la  Questione di Trieste. In attesa della nomina di un governatore, il territorio venne diviso in due zone amministrative. All’Italia venne assegnata l’amministrazione temporanea della Zona A, mentre nella zona B, l’occupazione jugoslava di protezione venne trasformata in amministrazione civile temporanea. Dopo la disintegrazione della Jugoslavia, l’amministrazione civile della Zona B, passo alla Slovenia e alla Croazia. A partire dal Patto di Londra, l’Italia e la Yugoslavia furono riluttanti a parlare del Territorio libero di Trieste, e anche se la loro amministrazione fosse solo temporanea, cominciarono a comportarsi come se questo territorio fosse di loro proprietà.
Il confronto ideologico tra Est e Ovest,  motivo del governo provvisorio e del mancato completamento del TLT ovvero la”Guerra Fredda”, finì nel 1989 con la caduta del muro di Berlino. Nel nuovo millennio nessuna scusa politico-militare riesce a giustificare i decenni di blocco del sviluppo economico del Territorio libero e del suo Porto. Il Porto Internazionale (che supera i 18 metri di profondità!) amministrato da un paese in concorrenza, resta ovviamente senza infrastrutture adeguate, e non può assicurare un corretto traffico  internazionale, né il funzionamento delle molteplici imprese e aziende nel proprio territorio, anche se permangono tutti i diritti legali di attività industriali, trasporto, cantieristica navale,  commercio e stoccaggio che gli permettono di operare in un regime di porto franco e risplendere come i porti di Dubai, Hong Kong, ecc.

L’amministrazione del porto libero di Trieste da parte di un paese confinante, è quindi inappropriata e illegale e deve essere restituita alla comunità internazionale. Un enorme responsabilità di questa situazione è da attribuire ai media locali, che da decenni continuano a disinformare i cittadini.

Il Territorio Libero di Trieste ha una superficie di 738 km quadrati, con circa 315.000 cittadini residenti; le lingue ufficiali  sono l’italiano e lo sloveno (in certe situazioni il croato); la popolazione è multietnica e multiculturale, mista fra sloveni, italiani, croati, austriaci, ungheresi, slovacchi, cechi, greci, russi, serbi, cinesi ed altri.

Il Movimento Trieste Libera è composto da cittadini informati, che con l’ utilizzo degli strumenti previsti dai vigenti trattati internazionali vuole legalmente ristabilire il già costituito e riconosciuto Porto Libero e finalizzare il Territorio Libero di Trieste, la cui integrità, indipendenza, sicurezza e disarmo viene assicurato dal Consiglio di sicurezza delle nazioni unite.

Il Movimento Trieste Libera è, a disposizione della comunità internazionale e di tutte le delegazioni internazionali, politiche e civili, per ogni iniziativa, incontro, intervista, conferenza, utile a far conoscere al mondo intero e ai media le enormi potenzialità economiche commerciali e socio-culturali di questo territorio. Un porto libero al centro dell’ Europa  offre l’ opportunità di far ripartire l’economia del vecchio continente.


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