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venerdì 30 marzo 2012

Risposta alla lettera di Mario Monti sul Corriere

di Claudio Messora


dal sito ByoBlu







Ricevo e pubblico.
                                                                   
Egregio capo del Governo abbiamo letto la sua “lettera al corriere della Sera” e siamo risentiti e offesi dalla sua ipocrisia propagandistica, dalla sua autoreferenzialità, dal suo cinismo, dalla sua sottile arroganza. Lei esordisce dicendo che “alcune considerazioni da lei fatte in conferenza stampa a Tokyo hanno suscitato vive reazioni in Italia”, considerazioni che “avevano l'obiettivo opposto” Per una volta non si incolpano i giornalisti (sempre più fedeli portaordini del potere) bensì la stessa opinione pubblica rea evidentemente di non avere capito; non avere capito, sotinteso, ciò che lei desiderava che si capisse. Lei, presidente Monti,
è presuntuoso e arrogante: la “decodifica aberrante”, non è mai “colpa” del ricevente il messaggio bensì dell'emittente, lo sanno anche gli studenti del primo anno di scienze delle comunicazioni. Lei ci ricorda quella battuta di Brecht dove si diceva più o meno che siccome il popolo aveva “sbagliato" a votare il governo avrebbe sciolto quel popolo per eleggerne un altro. Lei presidente, nel suo fare, ci ricorda molto i totalitarismi del “secolo breve”. Lei ci ricorda in modo adamantino i parallelismi di Noam Chomsky tra il capitalismo e il comunismo riguardo ai mezzi utilizzati.

Ma torniamo alla sua lettera. Lei dice che “le forze politiche (italiane) si dimostrano vitali”: lo dice perchè la sostengono ceppalonicamente insieme, in spregio a qualsiasi regola democratica? Oppure lo dice pensando alle facce dei gerarchi di regime che decidono, negli antri delle loro segreterie, con la stessa trasparenza e democrazia del politburo di sovietica memoria? Lei pensa che Bersani ispiri vitalità? O forse pensa a quel vecchio corrotto malvissuto del cavaliere e alla vitalità dei suoi ¾ di secolo? O pensa alla vitalità dell'ottuagenario presidente della Repubblica? Forse lei, presidente Monti, molto più semplicemente, pensa solo di prenderci per il culo. Forse ci sbagliamo? Lei parla di “interesse del Paese”. Ma lei sin'ora ha sempre e solo fatto, nei fatti, l'interesse delle banche e della finanza, di cui lei, del resto, è uno dei massimi esponenti, uno dei vertici di Goldman Sachs. Lei per “interesse del paese” intende un indebitamento sine die di tutto e tutti, usato come pretesto per demolire un secolo di conquiste nel campo dello stato sociale? Eppure, nei fatti, al di là della propaganda, lei sta distruggendo il welfare, privatizzando tutto il possibile e precarizzando (liquefacendo direbbe Zigmunt Bauman) l'intera società. A parte i ricchi, che quelli non li deve toccare nessuno.

Lei dice che, nella sua visita in estremo Oriente, ha spiegato agli investitori “ciò che l'italia sta facendo per diventare più competitiva”. Lei è un terrorista a dire ciò in paesi che usano la manodopera semi schiava e dove lo sfruttamento è la regola. Lei, agli occhi di chi qui perde lavoro e tutele sociali, fa paura. Perchè è chiaro che per renderci competitivi con loro deve renderci come loro, sfruttati e schiavi. Crede che non lo capisca chi non sa come arrivare a fine mese, chi non ha credito, chi è pignorato, vessato, ipertassato, licenziato, disperato? Lei parla di “apprezzamento che comincia a diffondersi”. Ma di cosa parla? Forse dei padroni del vapore? Forse degli “investitori”, eufemismo usato per indicare gli usurai legalizzati ovvero le banche? Forse del grande capitale, che non dovrà più delocalizzare per avere manodopera schiava a buon mercato? Oppure crede veramente che gli italiani apprezzino di pagare le tasse più alte del pianeta in cambio di servizi da terzo mondo, di pagare la benzina più cara del pianeta, di avere una classe dirigente tra le più corrotte dell'Occidente?

Lei parla di una “percezione errata”, una “riserva sul mercato del lavoro”, dovuta ai “tempi con cui il Parlamento approverà la (cosiddetta) riforma del governo (fantoccio)” (Il suo governo fantoccio: il Quisling delle banche). Intanto chi glielo ha detto che il Parlamento “approverà”? Il compito del Parlamento non è quello di approvare gli ukase dell'esecutivo: questa è, tecnicamente, la vera essenza del fascismo. Il Parlamento dovrebbe discutere e valutare la proposta governativa, senza pressioni psicologiche o mediatiche. Certo, essendo Lei più avvezo ai consigli di amministrazione che alle assemblee democratiche, in cui non il conformismo e l'uniformità bensì il dissenso e la varietà dei punti di vista sono i meriti maggiori, vedrà la parentesi parlamentare come una perdita di tempo “usum populi”, giusto per salvare le apparenze democratiche per i babbei che ancora credono di essere, oggi, in democrazia. Eppure il maggior sindacato nazionale è contro la sua (contro)riforma del lavoro, per non dire la stragrande maggiornaza della popolazione. Perchè lei arrogantemente ignora, o finge di ignorare, questa semplice evidenza? Lei dice che “finchè la percezione errata e il dubbio non verranno dissipati” l'Italia non sarà ritenuta dagli “investitori” (vedi sopra), “un luogo conveniente”. Lei, per luogo conveniente dove investire, ha certo in mente l'estremo oriente, dove appunto si trovava mentre ci elargiva queste pillole di saggezza? Allora guardi, il luogo più conveniente dove investire oggi è la Cina: ce lo dica chiaramente che è quello il nuovo modello lavorativo dell'Italia perchè, anche se non lo dice, nonostante le piroette massmediatiche, nei fatti è evidentemente così.

Non continui ad insultare la nostra intelligenza, signor presidente. Comunque abbiamo capito. La colpa è nostra che non la capiamo e abbiamo dei dubbi. Beato lei che sa tutto, noi sappiamo solo di non sapere nulla, (da Socrate a Popper) e il dubbio ce lo ha inculcato quel sovversivo di Cartesio e quei disfattisti degli illuministi. Non sarà certo lei, il fantoccio di un finanz-capitalismo all'ultimo stadio, a farci cambiare idea. Lei continua dicendo che le cosiddette riforme si devono “al senso di responsabilità delle forze politiche”. Le ricordo, presidente, che nei sondaggi la fiducia del popolo in tali “forze politiche” (i partiti, abbia il coraggio di pronunciarla questa parola) è la più bassa in assoluto, tra tutte le istituzioni nazionali. Il discredito verso i partiti è oggi totale e se lei li loda è solo perchè quegli usurpatori di democrazia la sostengono come storicamente hanno sostenuto, in periodi estremi, giunte militari e dittature. Sempre.

Tralascio di commentare le sue parole su “impegni delle forze politiche, rande maturità degli italiani, nonché le sue fiduciose speranze”, perchè non voglio umiliare la mia intelligenza oltremodo, abbassandomi al fango della propaganda pura e degli slogan infantili che solo i telespettatori incalliti e i mainstream padronali come il corriere di via Solferino possono apprezzare. Mi soffermo solo sul sinistro epifonema del suo pistolotto propagandistico, laddove Lei dice: “(trasformazione che proseguirà) anche dopo a un assetto più normale della vita politica”. Lei stesso, presidente Monti, non può esimersi dal riconoscere che la nostra situazione politica NON è normale. E' questo l'unico passo in cui, purtroppo, dobbiamo convenire con Lei: infatti un parlamento trattatto dall'esecutivo come un mero esecutore, una propaganda mediatica martellante e monocorde a favore del regime, un presidente del consiglio stesso nominato negli oscuri recessi della nomenklatura politico-finanziaria, tutto ciò non ha nulla di normale né di democratico. Lei stesso, presidente, ammette, in fondo, che la democrazia è sospesa. Ma questo è il Paese dove vige la tradizione dell'uomo forte, da Mussolini a Craxi a Berlusconi. Lei ne fa parte a pieno titolo. E questo paese, che non ha mai fatto una rivoluzione, è sempre uguale a sé stesso. Purtroppo. Si ricordi, Presidente, che la Storia vi guarda. E NON vi assolverà.        


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