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venerdì 9 gennaio 2015

Sotto il vestito la cultura dello sbirro

Tutti sono degli sbirri, spesso inconsapevoli di esserlo.


Non è necessario indossare un’uniforme per essere uno sbirro, un servo dello stato, e neanche portare armi addosso come fossero appendici per frustrati autoritari. Direi anzi che gli sbirri con divise e pistole sono meno pericolosi proprio perché riconoscibili in quanto tali. Ma quando tutta la società viene modellata sul servilismo, sulla gerarchia e la competizione feroce, ovvero sull’autoritarismo, allora si è certi che lo sbirro è anche il tuo vicino di casa che ti controlla, o la massaia al mercato che indica il ladro di mele all’autorità, o il genitore che ordina e punisce, o l’impiegato arrogante che ti chiude lo sportello in faccia, o la maestra che addestra all’obbedienza e all’adattamento borghese, o il prete che predica la rassegnazione, l’inazione e la vana speranza, o il ragazzo ‘per bene’ che insulta l’immigrato, o la segretaria che fa la spia con la miserevole speranza di ottenere un sorriso dal capo… Lo sbirro sei tu.


Quando tutta la società si fonda sulla gerarchia e sui ruoli, sul mito assurdo della legalità, tutti sono degli sbirri, spesso inconsapevoli di esserlo. Li vedo tutti orribilmente adattati, leccaculo e asserviti, inneggianti alla legge, proprio come dei soldatini allineati e pronti a ricevere ordini e ad eseguirli, con la smania patologica di farlo bene. Lo ‘sbirro dentro’ è ovunque, e ha la particolarità di denunciare e criticare sempre le azioni e i pensieri di chi è altrettanto sfruttato, e di difendere invece chi sta più in alto di lui, sognando una ricompensa come fa ogni cane dopo un ordine eseguito bene. Dove volete che conduca questa cultura militare e fascista? Non vediamo i risultati ottenuti e che peggiorano sempre di più? Se esiste un’illusione perenne in questa società, è quella di credere che ci si possa emancipare attraverso il mantenimento di questa cultura ‘adattante’, che è una cultura che la scuola innesta nelle innocenti coscienze e mantiene abilmente in vita attraverso la manipolazione dei bambini. La scuola, cioè la fabbrica della massa servile, è sempre attiva, perché senza servi non potrebbero mai esistere padroni e ingiustizie.



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