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martedì 19 novembre 2013

Uragano Haiyan: disastrosa conseguenza di armi meteorologiche? (articolo di Rady Ananda)



L’uragano che ha recentemente devastato le Filippine, mietendo migliaia di vittime (sit eis terra levis), è stato il risultato di armi a microonde che hanno creato le condizioni adatte a potenziare una tempesta tropicale? Lo sostengono alcuni ricercatori, basandosi su una documentazione imponente e sull’analisi delle satellitari e dei radar Doppler che evidenziano zone irradiate esattamente il giorno prima che l’uragano Haiyan assumesse una forza inaudita. La fonte era in corrispondenza di una postazione radar statunitense. 

Quando l’esperto Michael Janitch (alias Dutchsinse) ha caricato un video in cui dimostra che degli impulsi a microonde hanno preceduto la formazione dell’uragano Yolanda-Haiyan, il micidiale tifone che ha colpito le Filippine, molti abitanti dell’arcipelago hanno inviato il documento alle redazioni dei media nazionali per chiedere spiegazioni. 

sabato 16 novembre 2013

Rosario Marcianò:Dalle denigrazioni sono passati alle calunnie, dalle calunnie alle minacce, dalle minacce agli avvertimenti in stile mafioso.



Chi controlla la “formazione” e l”informazione” controlla il mondo. 



Ha ragione chi afferma che la prepotente casta dei disinformatori mena la frusta, decide il bello ed il cattivo tempo. Le stesse istituzioni paiono asservite ad una combriccola il cui sancta sanctorum è il mondo universitario. Certi atenei sovrintendono alla “formazione” ed all’”informazione” sulla Rete ed altrove, inviando le loro veline a quotidiani e redazioni televisive. Non saremo lontani dalla verità se vedremo nel C.I.C.A.P, il famigerato politburo pseudo-scientifico, il regista di talune torbide operazioni. E’ evidente l’asimmetria: da un lato ci si accanisce contro i ricercatori indipendenti e gli attivisti; dall’altro i calunniatori, che amano fregiarsi del titolo di debunkers, agiscono senza freni e senza timore di incorrere nei rigori della giustizia. 

Di fronte a tale palese sperequazione, qualsiasi tentativo di ripristinare un po’ di equilibrio risulta vano. Gli apparati sono, pur con qualche lodevole eccezione al loro interno, schierati contro i cittadini onesti. Per questo motivo è necessario creare un fronte comune, tentare di generare un corto circuito nell’establishment. 

ATTENTATI E MINACCE DI MORTE CONTRO GIANNI LANNES. REGIA NATO?


(foto di Gianni Lannes) ..a caccia di navi dei veleni..



di Salvatore Esposito e  Lucia Russo



Non è un eroe ma un uomo. A ben guardare affiora una ricorrente coincidenza che indirizza l’attenzione verso certe attività belliche e di intelligence dell’Alleanza atlantica. Occhio alla sequenza cronologica degli eventi.

Il 4 novembre 2008 il quotidiano La Stampa per cui lavorava Gianni Lannes, pubblica la sua inchiesta “A PICCO PER UNA BOMBA AMICA. Un’esercitazione Nato provocò l’affondamento di un peschereccio nel ‘94”. Una paginone intero che documenta i fatti con lucidità e riporta alcune testimonianze significative: una ricostruzione sintetica ed al contempo rigorosa sulla strage del peschereccio di Molfetta “Francesco Padre. Una tragedia consumatasi nell’Adriatico la notte fra il 3 ed il 4 novembre 1994, costata la vita a cinque onesti pescatori ed al loro cane Leone. Reazioni ufficiali? Nessuna, almeno in apparenza. 

Poco tempo dopo si fa vivo Piero Corsini, braccio destro di Minoli alla Rai. L’inventore di Mixer, autore in quel periodo della trasmissione La Storia siamo noi, è interessato alla vicenda e vuole farne un documentario, commissionato proprio a Lannes.
Nei primi dell’anno 2009 partono le riprese filmate. Lannes intervista per conto di viale Mazzini, alcuni  magistrati (Drago, Pugliese, Magrone), pescatori, familiari, tecnici e politici. I militari protagonisti della storia si rifiutano però, di parlare.

venerdì 15 novembre 2013

GIORNALISTI DEL QUOTIDIANO IL PICCOLO (GRUPPO EDITORIALE L’ESPRESSO) DENUNCIANO ALL’ORDINE IL DIRETTORE DELLA VOCE DI TRIESTE SCOMODO ALLE MASSOMAFIE.


L’accusa parte da due giornalisti del quotidiano Il Piccolo di cui, però, l’ordine dei giornalisti non vuole rendere pubblico il nome.



La “Voce di Trieste” avrebbe attaccato i due giornalisti anche a livello personale. Ed in questa azione il giornale “troppo indipendente” si sarebbe associato al movimento Trieste Libera. La “gravissima” aggressione contro la “libera stampa di regime” ha trovato l’immediato appoggio del sindacato dei giornalisti uscito con un comunicato inequivocabile:

«Il Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti ha esaminato, nella sua ultima riunione, gli esposti presentati da due colleghi del quotidiano Il Piccolo, in merito agli attacchi, anche di carattere personale, subiti nelle scorse settimane da parte del periodico “La Voce di Trieste”, nella versione cartacea e on-line, e sui profili del social network Facebook riconducibili al movimento Trieste Libera. Il Consiglio ritiene che gli esposti, considerato il materiale a supporto presentato, abbiano fondamento e ha quindi trasmesso gli atti al Consiglio di Disciplina dell’Ordine, esprimendo nel contempo, insieme all’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, piena solidarietà ai colleghi oggetto di ingiustificabili espressioni lesive della loro professionalità e onorabilità.»

La realtà è naturalmente tutta al rovescio. Il Piccolo è tra i principali responsabili di quella macchina del fango mossa contro il movimento Trieste Libera in associazione con la maggioranza degli organi di informazione presenti a Trieste. E certamente i due “anonimi” giornalisti ne sono tra gli autori. Come confermato dalla loro stessa denuncia.

sabato 9 novembre 2013

SCIE CHIMICHE - Il caso Marcianò - diretta censurata ma ripubblicata [video]


in foto - il giudice Paolo Ferraro durante il suo intervento


Con la partecipazione del giudice Paolo Ferraro,Rosario Marcianò,Elia Menta.




Mais Ogm in Friuli, il Corpo Forestale ha accertato l’inquinamento genetico






In relazione alla questione della semina di mais Ogm in Friuli e alla possibile contaminazione dei campi limitrofi coltivati con mais tradizionale, la Commissione agricoltura della Camera ha sentito in audizione il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone. «I risultati dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti un “inquinamento genetico” del mais transgenico che arriva anche fino al 10%» ha dichiarato Patrone.

Si ricorda che nel giugno 2013 un imprenditore agricolo ha reiterato la semina di mais, effettuata la prima volta due anni fa, privo di tracciabilità ma dichiarato geneticamente modificato, in due appezzamenti localizzati nella Regione Friuli Venezia Giulia, rispettivamente nel Comune di Mereto di Tomba (Udine) e di Vivaro (Pordenone). In conseguenza il Corpo forestale dello Stato, di propria iniziativa e su delega della Procura della Repubblica di Udine ha svolto nei mesi scorsi dei campionamenti nei campi presuntivamente seminati a Ogm e di quelli a essi limitrofi, sia per accertare la varietà di mais geneticamente modificato coltivata, sia al fine di verificare una possibile contaminazione ambientale.

E' confermato: I filamenti di ricaduta derivano dai carburanti aeronautici!



Pubblichiamo le fondamentali analisi eseguite da un laboratorio certificato francese su campioni di composti polimerici, i filamenti la cui dispersione e caduta sono associate al passaggio degli aerei militari e civili impiegati nelle irrorazioni clandestine a bassa ed alta quota. Non sono tele di Aracnidi, a differenza di quanto asserito in modo mendace dagli enti ufficiali preposti alla tutela dell'ambiente, ma fibre composte da ftalati. Le risultanze delle analisi confermano inequivocabilmente quanto da tempo asseriamo, ossia che gran parte delle compagnie commerciali sono coinvolte nelle operazioni di aerosol volte a modificare le condizioni dell'atmosfera: i veleni diffusi, infatti, entrano nella composizione dei carburanti e degli oli lubrificanti aeronautici. Si osservi che molti composti rilevati contengono il micidiale benzene. Per identificare i responsabili, bisogna perciò cercare chi produce e fornisce questi tossici additivi, utili agli scopi della geoingegneria clandestina.




Diversi campioni di filamenti raccolti tra novembre e dicembre 2012 sull'intero territorio francese sono stati inviati al nostro laboratorio da Thénioux. Le fibre provengono da Saint Clément des Levées, de Saint Martin de Crau e da Malabat. 

sabato 2 novembre 2013

ATTENTI AL PACIFICO





Le mappe del Nuclear Emergency Tracking Center mostrano che i livelli di radiazione in tutte le stazioni di rilevamento degli USA sono elevati, in particolare lungo la costa ovest. Ogni singolo giorno, 300 tonnellate di acqua radioattiva vengono scaricate da Fukushima nell'Oceano Pacifico. I seguenti sono 28 segni che la costa ovest sta venendo assolutamente fritta dalla radiazione nucleare di Fukushima:

1) Gli orsi polari, le foche e i trichechi lungo la costa dell'Alaska stanno soffrendo alopecia e piaghe aperte.

2) C'è un alto tasso di mortalità tra i leoni marini lungo la costa della California.

3) Sulla costa pacifica del Canada e dell'Alaska, la popolazione di salmone rosso è ai minimi storici.

4) Lungo la costa canadese, qualcosa sta facendo sanguinare i pesci da branchie, addome e occhi.

5) Un vasto campo di detriti radioattivi di Fukushima, grande circa quanto la California, ha attraversato l'Oceano Pacifico e sta cominciando a toccare la costa ovest degli USA.

L'ultima intervista di Pier Paolo Pasolini (assassinato da "ignoti" il 2 novembre 1975)


L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo; prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.



Pier Paolo Pasolini (1922-1975) del quale ricorrono oggi i 38 anni dalla brutale scomparsa (un omicidio premeditato ancora impunito), mostra intatta adesso la realtà della propria assenza. La perdita della passione intellettuale. "Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del dubbio", dirà a ragazze e ragazzi durante un dibattito sulla terrazza del Pincio a Roma, poco prima del 2 novembre 1975, quando all'idroscalo di Ostia, viene spietamente assassinato dai sicari ancora nell'ombra, così come i mandanti di questo delitto.
"L'immagine più bella di Pasolini è quella dell'umile Italia, del popolo innocente e percosso, affamato di storia," scriverà Paolo Volponi. 

Bisogna interrogarsi sulla memoria e l'eredità di un vero e grande poeta civile, andate, forse, disperse insieme al suo mondo, al suo coraggio politico, d'altri tempi.




CASO MARCIANO': "GIUSTIZIA" A SENSO UNICO (video intervista)




Elia Menta intervista Rosario Marcianò,dopo che la PM Maria Paola Marrali ha disposto il sequestro (preventivo) dei computers e di tutto il materiale probante di Tanker Enemy,con un reato che si spera di trovare..



venerdì 1 novembre 2013

Una “giustizia” a senso unico: I fratelli Marcianò nel mirino di una certa magistratura

Giustizia non esiste là ove non vi è libertà. (Luigi Einaudi)




LA CRONACA

30 ottobre 2013, ore 7.00. Cinque agenti della Polizia postale di Imperia, su disposizione del Pubblico Ministero, Dottoressa Maria Paola Marrali, eseguono la perquisizione dell’appartamento ed il sequestro del materiale informatico allocato sui dischi rigidi. Il materiale, comprendente video, memorie difensive, programmi etc., appartenente a Rosario e ad Antonio Marcianò, è così a disposizione della Magistratura che ha deciso di acquisirlo e di compierne una ricognizione per ricavarne eventuali prove da usare a loro carico, a seguito di querela per diffamazione (sic) sporta dalla Signorina Serena Giacomin e dal Signor Massimo Della Schiava. Quest'ultimo peraltro dai Marcianò querelato, ma senza risultato alcuno. Non solo, due agenti, recatosi nella sala professori del Liceo “G.D. Cassini”, hanno poi perquisito l’armadietto di Antonio Marcianò. 

CHEMTRAILS E PIRATERIA GIUDIZIARIA:LA POLIZIA POSTALE SEQUESTRA TANKER ENEMY.





di Gianni Lannes



Un'idea non la puoi arrestare: impossibile sequestrare la conoscenza. Un intollerabile abuso di potere con sprezzo del ridicolo! Anzi, prove concrete di regime totalitario. Ieri la Polizia Postale ha fatto irruzione nella casa dei fratelli Marcianò (che non conosco personalmente e non ho mai incontrato, ma apprezzo il il loro encomiabile lavoro informativo) e ha sequestrato computers e materiali sulle scie chimiche. Una tale prova di forza è un segno evidente di debolezza del potere dominante.

I Marcianò, come è abbastanza noto, da anni fanno informazione in materia! Ammettendo per assurdo che la guerra ambientale con finalità segrete, ma palese nei suoi effetti, sia una leggenda metropolitana, allora perché sequestrare la documentazione a queste persone che non hanno fatto del male?