tag:blogger.com,1999:blog-14367620575972592622024-03-19T19:53:26.197+00:00muliduriabitanti del mondo - formiche dell'informazionemulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.comBlogger333125tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-89986912419056604662018-02-10T14:11:00.001+00:002018-02-10T14:43:14.851+00:00Carnefici 2.0<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKh85t3PrmCH5BTBfem7rjBbnG9RsHuqmSciXRFlCkPMj6WOnr2w3ntKdfwXalh7V0JQ3K407-rYSp2CjpFkxNM4Uugt9Fu-S0Bz8HhEEBuf6IQop1WpXZzWTMgjbrvNkjpzDC4I_cN7GA/s1600/27788361_1297890556978199_1399154290107236742_o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="865" data-original-width="1280" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKh85t3PrmCH5BTBfem7rjBbnG9RsHuqmSciXRFlCkPMj6WOnr2w3ntKdfwXalh7V0JQ3K407-rYSp2CjpFkxNM4Uugt9Fu-S0Bz8HhEEBuf6IQop1WpXZzWTMgjbrvNkjpzDC4I_cN7GA/s320/27788361_1297890556978199_1399154290107236742_o.jpg" width="320" /></a></div>
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In questo preelettorale vortice di accadimenti, notizie e opinioni , vorrei, per un attimo, soffermarmi su di un recente post del signor Enrico Mentana, che in soldoni dice quello che dicono in moltissimi tra i “ribelli filosofi” italianissimi del nostro tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Il fascismo è finito", "l’antifascismo non ha senso", "il razzismo cresce per colpa della malapolitica"; una reazione quindi giustificata e naturale, visto che "l’uomo è cattivo per natura" e se non lo si "gestisce adeguatamente"...</div>
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Secondo me, Mentana è tra gli uomini più incisivi e persuasivi a disposizione del sistema Italia 2.0, e per provare ad analizzare l'argomento, pubblico qui di seguito quella che personalmente trovo essere un’ottima riflessione su questo rodatissimo modus operandi sistemico, tratta dalla pagina facebook “<a href="https://www.facebook.com/Persi-nella-traduzione-1208713289229260/" target="_blank">Persi nella Traduzione</a>”.</div>
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<br /></div>
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Bisogna essere precisi quando si tratta di difendere i carnefici, soprattutto se si fa parte di essi. Si deve stare attenti a porre sempre alcune distinzioni, ad esempio tra "vero fascismo", quello del ventennio, e "finto fascismo", quello odierno. Distinzione fondamentale, importantissima, utile per evitare inutili (pericolosi) allarmismi. Perché, infatti, dovremmo allarmarci per un problema che esiste da decenni?</div>
<div style="text-align: justify;">
"Non è fascismo, è solo razzismo, odio, intolleranza, indifferenza!"</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se non si vuole affrontare un problema, basta negarlo, sminuirlo, dargli un altro nome, e il problema sparisce. Questo vale sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="text-align: justify;">La parola "fascismo", infatti, dà l'idea di un movimento ben definito, al quale si aderisce con coscienza e attraverso cui si arriva a compiere gesti precisi e caratteristici. Parlare di odio, intolleranza, indifferenza, invece, suggerisce l'idea secondo cui ci si trova davanti a qualcosa di vago e di spontaneo, naturale, ovvio, che è causato da fattori esterni. Il fascismo è un abominio, mentre l'odio è considerato qualcosa di connaturato all'uomo, qualcosa di normale; un problema irrisolvibile non è un problema ma una condizione.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="text-align: justify;">Chi nutre odio quindi non è più un carnefice, ma una vittima. Se c'è razzismo non è perché esso è un elemento radicato in una determinata cultura, ma perché ci sono troppi "clandestini".</span><br />
<div style="text-align: justify;">
I fascisti ("quelli veri") erano colpevoli e devono restare tali, così come i nazisti, altrimenti ci sarebbero troppe questioni da affrontare (cosa porta gli uomini a compiere atrocità? Quali sono le costanti che nella storia hanno portato a guerre, stermini, schiavitù? Vedasi gli esperimenti di <a href="https://youtu.be/OsFEV35tWsg" target="_blank">Zimbardo</a> e <a href="https://youtu.be/Wu2FETCi2PM" target="_blank">Milgram</a>). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Allo stesso modo, gli odierni portatori di odio, razzismo, intolleranza e indifferenza devono necessariamente essere considerati innocenti, vittime di politiche pessime, altrimenti ci sarebbero anche qui troppe questioni da affrontare, troppi fallimenti e troppe ipocrisie da riconoscere (perché ai nostri occhi esiste lo "straniero" e perché viene considerato inferiore, o un problema? Che ruolo abbiamo, noi con il nostro "benessere", nella devastazione delle terre da cui scappano centinaia di migliaia di persone? Com'è possibile che la nostra civiltà così tanto "evoluta" non riesca ad estirpare il razzismo?). Il cambiamento che ne deriverebbe sarebbe troppo radicale. Ma chi lo vuole, 'sto cambiamento!? Tanto vale negare tutto, sminuire e continuare così.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il fascismo? Non esiste più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il patriarcato? Roba vecchia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non vale la pena sostenere idee così radicali. Fate come Mentana, mettetevi sempre nel mezzo, non rischiate troppo e non avrete mai problemi.</div>
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- <a href="https://www.facebook.com/GiuseppeLaRagione97" target="_blank">Giuseppe La Ragione</a>mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-48900479097447231522018-01-28T00:28:00.000+00:002018-02-10T14:13:21.664+00:00Stereotipi di genere [+video]<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzn19siHZoz6GPBEFOSs1dQ8HwdfR4OqgX_KdkBEleG0WUpQASuJlGBxF5CRUOp7ra9xNcusDaRXsmGyH4ZfRyfK1tyK154lwY8iyrsMbV3FZdKvyBbnXSwjsgOS8mlNYbFnjJmcSbdiZ_/s1600/bbc+gender+exp.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="348" data-original-width="592" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzn19siHZoz6GPBEFOSs1dQ8HwdfR4OqgX_KdkBEleG0WUpQASuJlGBxF5CRUOp7ra9xNcusDaRXsmGyH4ZfRyfK1tyK154lwY8iyrsMbV3FZdKvyBbnXSwjsgOS8mlNYbFnjJmcSbdiZ_/s320/bbc+gender+exp.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre piu' spesso, sul web, mi ritrovo a leggere post e commenti allucinanti sull'argomento "gender", ove le persone danno per scontato che le attitudini mentali e pratiche di un individuo siano inscindibilmente collegate al suo sesso di nascita. Non una cosa che varia, che dipende dalle proprie aspirazioni, non qualcosa che deve poter mutare in base ai desideri e a ciò in cui ci si scopre essere bravi, qualcosa che si può coltivare e cambiare; che riguarda la crescita cognitiva, cerebrale e l'attitudine pratica; e che non c'entra né con il sesso né con l'orientamento sessuale.<br />
<a name='more'></a> No, niente, e guai a farglielo notare eh(?!), che ti "inchiodano" subito come "un deviato mentale", "uno del NWO", "un manipolato privo di senso critico", "uno che non rispetta le leggi della natura", "uno del piddi'", "un troll", "un amico della Boldreeny!!!1!" (immagino che se un giorno la Boldreeny dovesse dire che andare di corpo regolarmente fa bene, loro, visto che l'ha detto lei, smetterebbero di defecare regolarmente).</div>
<div style="text-align: justify;">
Malati e difensori della cultura dominante che aspirano a cambiare il sistema..vabbe'.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A tal proposito, vi lascio questo interessante esperimento dove si puo' osservare il comportamento di alcuni adulti in presenza di bambini vestiti da bambine e viceversa, e la loro reazione quando successivamente vengono a sapere di questo “scambio”.</div>
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Anche se questi adulti si ritenevano persone con la mente aperta e pensavano di aver fatto giocare i bambini con tutti i giochi presenti nella stanza, a prescindere dal loro sesso, grazie a questo “inganno”, hanno dovuto ammettere che la scelta dei giochi non era affatto casuale ma dettata da stereotipi di genere. Ogni tipo di gioco sviluppa una determinata attitudine e caratteristica, soprattutto nei bambini. Quindi indirizzare un bambino a giocare con un solo genere di giochi, modella in maniera importante la sua psicologia, il suo sviluppo cognitivo, cerebrale e quindi probabilmente anche la sua intera vita. Questa condizione viene poi perpetrata, sostenuta e utilizzata dal modello sociale in cui viviamo che appunto è basato sugli stereotipi di genere (gender) in moltissimi suoi aspetti.</div>
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<br /></div>
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<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/nWu44AqF0iI" width="560"></iframe>
</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Sources:</div>
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=nWu44AqF0iI" target="_blank">BBC Stories</a><br />
<a href="https://www.facebook.com/DevianceProject/" target="_blank">Deviance Project</a><br />
<div>
<br /></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-88006879347696869402017-12-20T04:34:00.000+00:002018-01-28T00:29:07.842+00:00Io accetto [+ video]<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzHsQPK835xzQAJ6MSgoipmJI9p-4XeM0Ph0IWfMKy9rRRPX0mUT4YGsKQg0B25jW_UYcxah7TCtwv9SBef2GY7lTBn0L_WnCsH_8dJ2g_Ho_0DX2bq63LH9W3PrfsF3lkXy9gn45g4cFA/s1600/io+accetto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="321" data-original-width="615" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzHsQPK835xzQAJ6MSgoipmJI9p-4XeM0Ph0IWfMKy9rRRPX0mUT4YGsKQg0B25jW_UYcxah7TCtwv9SBef2GY7lTBn0L_WnCsH_8dJ2g_Ho_0DX2bq63LH9W3PrfsF3lkXy9gn45g4cFA/s400/io+accetto.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Miei cari amici,</div>
<div style="text-align: justify;">
ognuno di voi percepisce la strana sensazione che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in ciò che vede, molti tuttavia non sanno il perché, né cosa sia.</div>
<div style="text-align: justify;">
A prescindere dalle nostre convinzioni o idee politiche, il sistema vigente nel nostro mondo ”libero” si basa sulla tacita accettazione di un contratto che lega ciascuno di noi e che a grandi linee espongo:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-weight: 700;"><br /></span></div>
<b></b><br />
<div style="text-align: justify;">
<b><b>IO ACCETTO</b></b></div>
<b>
</b>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>1)</b> Io accetto la competitività come struttura cardine del sistema in cui vivo, anche se mi rendo conto che questa genera frustrazione e rabbia nella maggior parte degli individui.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>2)</b> Accetto il fatto che per vivere debba limitare la mia vita ad un giorno della settimana, mentre gli altri 6 devono essere spesi lavorando per produrre, annichilendo un’intera esistenza.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>3)</b> Io accetto di essere umiliato e sfruttato a condizione che mi sia permesso di umiliare e sfruttare un altro che occupi un posto inferiore nella piramide sociale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>4)</b> Accetto che gli indigenti, i malati, e coloro che non riescono a restare a galla vengano esclusi e messi a margine della società e gli vengano negate cure ed assistenza perché questo costo sociale non può incidere sul benessere e sul progresso dei facoltosi, dei benestanti e dei fortunati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>5)</b> Accetto di pagare istituti privati affinché gestiscano il mio reddito secondo la loro convenienza e che non mi diano alcun dividendo dei loro giganteschi guadagni (guadagni che serviranno per aggredire stati deboli creando spirali di debito infinito, fatto che accetto implicitamente).</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto che mi si applichi un alto tasso di interesse per prestarmi denaro che viene creato dal nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>6)</b> Accetto che le banche internazionali prestino denaro ai paesi che vogliono armarsi e combattere, e così scegliere quelli che faranno la guerra e quelli che non la faranno. So che è meglio finanziare entrambe le parti, per essere certi di trarne profitto e di prolungare i conflitti più a lungo possibile, al fine di prosciugare completamente le risorse dei paesi che non riusciranno a pagare i loro debiti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto di pagare dei tributi obbligatori al mio governo, prelevandoli dal mio reddito, anche se questi non vengono utilizzati per migliorare la mia vita ed i servizi per i cittadini ma principalmente a ripagare gli interessi su un debito che i governi hanno contratto con dei banchieri privati. Mi impegno a non pretendere mai che le mie tasse siano usate per investimenti massivi nella sanità, nella ricerca scientifica e nella cultura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Compirò il mio dovere contribuendo al buon funzionamento della nostra economia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>7)</b> Accetto che il debito sia la principale forma di trattativa tra stati e verso i cittadini anche quando questo porti ad una palese forma di schiavitù e sia economicamente insostenibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>8)</b> Accetto si legalizzi l’omicidio quando la vittima sia indicata dal mio governo come ”il nemico”. In questo caso non chiederò prove di colpevolezza ed eliminerò il bersaglio senza remore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto che la morte possa essere indotta lentamente dai governi con l’avvelenamento di intere popolazioni tramite l’inalazione e l’ingestione quotidiana di sostanze tossiche autorizzate.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>9)</b> Accetto che si faccia la guerra per avere la pace.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto in nome di questo principio che la principale voce di spesa di uno stato sia per la difesa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto che i conflitti siano creati artificialmente per alimentare il mercato delle armi e la crescita dell’economia mondiale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>10)</b> Accetto l’egemonia del petrolio nella nostra economia e che ogni forma di energia gratuita, non inquinante e libera venga soppressa e insabbiata. Lo accetto perché ogni forma di energia di questo tipo rappresenta un pericolo per l’umanità in quanto sarebbe la fine del mondo come lo conosciamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>11)</b> Accetto che si divida l’opinione pubblica creando partiti di destra e di sinistra che avranno come unico scopo lottare tra loro, mentre io mi impegnerò a credere che le loro diatribe siano frutto di un sano scontro democratico utile per il nostro futuro. Inoltre accetto ogni tipo di divisione possibile purché quelle divisioni mi permettano di focalizzare la rabbia sui nemici scelti dall’alto, nel momento in cui mi sbandiereranno le loro foto davanti agli occhi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>12)</b> Accetto che gli industriali, militari e capi di Stato si riuniscano regolarmente, senza consultarci, per prendere decisioni che compromettono il futuro della nostra vita e del pianeta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>13)</b> Accetto che il potere di manipolare l’opinione pubblica, prima ostentato dalle religioni, sia oggi nelle mani di uomini d’affari non eletti democraticamente e totalmente liberi di controllare gli Stati. Lo accetto perché sono convinto del buon uso che ne faranno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>14)</b> Accetto che la verità sui fatti, mi venga raccontata da media controllati da pochi potenti individui. Questa verrà chiamata “verità ufficiale” e, anche se sarà una versione manipolata e distorta dei fatti, io mi impegno a non metterla in discussione e a non informarmi in maniera indipendente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>15)</b> Accetto che mi presentino notizie negative e spaventose del mondo ogni giorno, in modo da poter apprezzare fino a che punto io sia protetto da mio governo, dalla polizia e dai militari, e mi renda conto di quanto sia fortunato a vivere in Occidente. So che mantenere la paura nei nostri spiriti può essere solo un beneficio per noi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>16)</b> Accetto che l’idea della felicità si riduca alla comodità, l’amore al sesso, la libertà alla soddisfazione di tutti i desideri perché è quello che la pubblicità ripete ogni giorno. Accetto di essere infelice perché più infelice sono, più consumo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>17)</b> Accetto che il valore di una persona sia proporzionale a ciò che possiede e che si apprezzi la sua utilità in funzione della sua produttività e non delle sue qualità, e che sia escluso dal sistema se non produce sufficientemente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>18)</b> Accetto di pagare per essere intrattenuto nel poco tempo libero che mi resta, attraverso la visione di spettacoli sportivi e di varietà vuoti di contenuti che generano movimenti abnormi di denaro. Lo accetterò perché la cultura è noiosa e pericolosa, mentre sapersi divertire con spensieratezza è la chiave di una vita felice.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>19)</b> Accetto che la scuola e il nozionismo scolastico sia l’unica forma legittima e riconosciuta di formazione e non di appiattimento del senso critico e delle coscienze.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>20)</b> Accetto senza discutere e considero come verità tutte le teorie proposte per spiegare i misteri dell’origine dell’essere umano. E considero incontrovertibilmente vero che la natura abbia dedicato milioni di anni per creare un essere il cui unico passatempo è la distruzione in pochi istanti della sua stessa specie e dell’ambiente dal quale dipende.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>21)</b> Accetto di escludere dalla società gli anziani perché sono improduttivi e la loro esperienza seppur potrebbe esserci di insegnamento può essere sacrificata in nome del profitto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>22)</b> Accetto quindi la ricerca del profitto come fine supremo dell’Umanità e l’accumulo di ricchezza come realizzazione della vita umana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>23)</b> Accetto di sprecare e distruggere tonnellate di cibo al fine di tenere sotto controllo i prezzi delle azioni delle multinazionali in borsa piuttosto che permettere una equa distribuzione delle risorse alimentari sul pianeta ed evitare la morte per fame e sete di milioni di persone ogni anno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>24)</b> Accetto l’aumento dell’inquinamento industriale e la dispersione di veleni chimici ed elementi radioattivi nella natura. Accetto l’uso di ogni tipo di additivo chimico nella mia alimentazione perché sono convinto che, se vengono aggiunti, siano utili ed innocui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto che i laboratori farmaceutici e le industrie agroalimentari vendano nei paesi del terzo mondo prodotti scaduti o utilizzino sostanze cancerogene vietate in Occidente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>25)</b> Accetto la deforestazione selvaggia di terre grandi come nazioni, accetto che sia possibile espropriare la terra ad interi popoli con la violenza in nome di multinazionali che sfrutteranno quei luoghi per arricchirsi senza condividere nulla con le popolazioni locali.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>26)</b> Accetto che gli animali vengano abusati, torturati e nel migliore dei casi fatti estinguere, perché accetto di non riconoscere loro un posto come legittimi abitanti di questo pianeta al pari degli esseri umani.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto di credere che gli animali non provino emozioni, non abbiano coscienza né forma di empatia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>27)</b> Accetto che le multinazionali derubino le risorse dei paesi impoveriti e schiavizzati dalla politica mondiale del debito in nome del progresso economico. Accetto che esistano leggi che permettano di sfruttare i bambini in condizioni disumane e precarie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel nome dei diritti umani e del cittadino, non abbiamo nessun diritto d’intrometterci soprattutto se questo ci permette di comprare merci sottocosto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>28)</b> Accetto che si possa denigrare, distruggere e cancellare dal pianeta ogni forma culturale diversa da quella occidentale, perché potrebbe far vacillare il cardine del benessere economico occidentale al quale ambisco quotidianamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>29)</b> Accetto l’idea che esistano solo 2 possibilità in natura, cioè:</div>
<div style="text-align: justify;">
cacciare o essere cacciati, e se siamo dotati di una coscienza e di un linguaggio, certamente non è per sfuggire a questa dualità, ma per trovare sofisticate giustificazioni al perché agiamo in quel modo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>30)</b> Accetto di credere che il nostro passato storico sia il risultato di una scia ininterrotta di conflitti casuali e non il preciso progetto perseguito nel corso dei secoli da lobbies di potere. Sono certo che siamo all’apice della nostra evoluzione e le regole che governano il nostro mondo sono la ricerca della felicità e della libertà per tutti i popoli, come ascoltiamo continuamente nei discorsi dei nostri politici.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>31)</b> Accetto di credere di non poter fare nulla per cambiare lo stato attuale delle cose.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>32)</b> Accetto di non fare nessuna domanda, di chiudere gli occhi su tutto questo e di non fare nessuna vera opposizione perché sono troppo impegnato con la mia vita e le mie preoccupazioni. Accetto anche di difendere con la vita le clausole accettate in questo contratto se mi viene chiesto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>33)</b> Accetto quindi definitivamente nella mia anima e coscienza questa triste matrice che viene posta di fronte ai miei occhi. Mi impegno ad astenermi dal vedere la realtà delle cose e mi rifiuto di credere che un altro modo di intendere l’esistenza sia possibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Accetto di credere che tutti voi agiate per il mio bene e quello di tutti e per questo vi ringrazio.</div>
<br />
<br />
Source:<br />
<br />
<a href="https://youtu.be/RldSmdERw6U" target="_blank">Mason Massy James</a>:<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="320" mozallowfullscreen="" src="https://player.vimeo.com/video/248082065" webkitallowfullscreen="" width="570"></iframe></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg03WQGboA73nkLn9KYa128mYiLDAgR5v98CampqS_CPgf-CqGFJu2_xjwDVijMwdfXVi0OAWLkrAv1R3J8xI6pii1w1FmHoejIwvmJU55FDc9k_h8LPT-QdUsObisXPMBnweUNxNTIpcA7/s1600/amlogo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg03WQGboA73nkLn9KYa128mYiLDAgR5v98CampqS_CPgf-CqGFJu2_xjwDVijMwdfXVi0OAWLkrAv1R3J8xI6pii1w1FmHoejIwvmJU55FDc9k_h8LPT-QdUsObisXPMBnweUNxNTIpcA7/s1600/amlogo.jpg" /></a></div>
<b>American Moon</b> (id 2017)<br />
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<i><b>genere:</b></i> Documentario<br />
<i><b>regia:</b></i> Massimo Mazzucco<br />
<i><b>interpreti:</b></i> Oliviero Toscani, Aldo Fallai, Toni Thorimbert, Peter Lindbergh<br />
<i><b>produzione:</b></i> Luogocomune<br />
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<b><br /></b>
<b>GIUDIZIO</b>: Indispensabile<br />
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<b>In due parole</b><br />
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Lezione di pensiero critico che piomba tra le menti atrofizzate del medioevo post-orwelliano; insinua più di un dubbio e ricorda a tutti che le bufale non sono nate con internet, risalgono all'invenzione della politica e dei mezzi di comunicazione di massa, come ad esempio la fotografia.</div>
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<b><b>Recensione</b></b></div>
<b>
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In tempi pericolosi come quelli attuali, in cui giornalisti e politici tuonano contro le “Fake News” e allo stesso tempo le producono, propinandole di continuo alla popolazione, e mettendo così in scena il “bipensiero” e la “neolingua” di orwelliana memoria ventiquattro ore al giorno, un film come American Moon di Massimo Mazzucco è la proverbiale “spina nel fianco” per chi ha costruito la propria credibilità grazie a slogan ripetuti come mantra, contando unicamente sull'assenza di ragionamento.</div>
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Il documentario prende in esame una delle questioni più dibattute degli ultimi anni: l'idea cioè che gli sbarchi lunari, la storica impresa e fondamentale conquista tecnologica dell'umanità, sia in realtà una delle più grosse balle mai raccontate al popolo grazie all'ausilio del più potente mezzo per costruire menzogne mai inventato: il cinema e la fotografia.<br />
<a name='more'></a></div>
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L'idea non è certo una “follia da complottisti” come vorrebbero facilmente liquidarla i negazionisti del pensiero critico, e oggi sappiamo per certo che altri grandi inganni sono stati messi in scena grazie all'uso dell'immagine in movimento e della fotografia, strumenti utili a creare narrazioni fittizie per giustificare guerre, leggi impopolari e altre nefandezze; Molti ricorderanno ad esempio i “miracoli” messi in campo dalla Hill&Knotown, una delle maggiori agenzie di PR americane che si è inventata, tra le altre cose, l'infermierina del Kuwait che ha commosso il mondo intero, e le immagini della stessa invasione di quel paese girate in un set cinematografico per aumentare l'effetto drammatico di una guerra in diretta TV.</div>
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L'aspetto più interessante di American Moon risiede in due parti distinte; un primo segmento in cui, la ricerca storica, epurata dai sensazionalismi della propaganda, restituisce una percezione più realistica di che cosa sia stata veramente la corsa alla luna: un'imponente operazione di propaganda che ha costituito un buco nero per il denaro pubblico, costellata da difficoltà risultate all'epoca insormontabili. Si tratta di una narrazione costruita su documenti storici originali in grado di attivare il senso critico dello spettatore, che può così guardare all'impresa lunare con occhi diversi e più concreti.</div>
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Nel secondo segmento invece, vengono analizzate alcune delle questioni più importanti poste dagli scettici dei viaggi lunari e le corrispettive risposte date dai debunkers; da quei personaggi cioè, che difendono l'autenticità delle missioni apollo e che si sentono in grado di smontare una per una, le cosìdette “prove” portate dalla parte avversa.</div>
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In questa seconda parte, è presente un capitolo dedicato all'analisi delle foto lunari con le opinioni di alcuni tra i più famosi fotografi di fama internazionale che risulta incredibilmente efficace nel far sorgere legittimi dubbi sull'autenticità delle stesse.</div>
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Ma è questo il bello: American Moon non si occupa di “dimostrare” o di “affermare”; invita, attraverso la storia ufficiale, il pensiero critico, l'analisi ragionata degli elementi disponibili e le vere e proprie menzogne messe in campo da alcuni, a pensare. E scusate se è poco.</div>
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<br />
Per ordinare il DVD vedi il <a href="https://www.luogocomune.net/LC/shop/film-in-italiano" target="_blank">nuovo shop</a> di "Luogocomune" oppure <a href="http://shop.luogocomune.net/american-moon_2786978.html" target="_blank">quello vecchio</a>.<br />
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<a href="http://ilporticodipinto.it/content/imbrogli-lunari" target="_blank">source</a><br />
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<b>TRAILER</b> IT</div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/O6R-iS4iZtw" width="560"></iframe>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkn_lFV5ehxXcxxwdemIhhinCcQRM152CjletYAgmeJsOI5Fk3ddQLjh2Dz6k34NbXQYnJzr6Hzb3dE6Qbhphg1qH9TUxyZqZW05bN5N8zAG9Ygq9_u7q8cgx3VpGIo77v0h6-IWAcsghl/s1600/ab57a9ca6a544e56799549bbc2a40f0f.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="700" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkn_lFV5ehxXcxxwdemIhhinCcQRM152CjletYAgmeJsOI5Fk3ddQLjh2Dz6k34NbXQYnJzr6Hzb3dE6Qbhphg1qH9TUxyZqZW05bN5N8zAG9Ygq9_u7q8cgx3VpGIo77v0h6-IWAcsghl/s400/ab57a9ca6a544e56799549bbc2a40f0f.jpg" width="400" /></a></div>
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<b>Il Tribunale, ricostruendo i fatti accaduti la sera del 27 giugno 1980, ha ritenuto responsabili i ministeri per non avere garantito la sicurezza del volo Itavia, ma anche per l’occultamento della verità, con depistaggi e distruzione di atti. Secondo la sentenza si può “ritenere provato che l’incidente occorso al DC9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del DC9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del DC9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell’esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l’aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l’aereo nascosto ed il DC9”.</b></div>
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<b>Cronologia dei fatti.</b></div>
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<b>27 giugno 1980</b>. Ore 20,59 e 45 secondi. Scompare dagli schermi radar del Centro di controllo di Roma Ciampino [<a href="http://www.stragi80.it/tracciato/" target="_blank">guarda il tracciato</a>] un DC9 della compagnia Itavia, matricola I-TIGI, nominativo radio IH-870, in volo a 25.000 piedi lungo l’aerovia Ambra 13. L’aereo, con a bordo 77 passeggeri, tutti di nazionalità italiana, e 4 membri dell’equipaggio [<a href="http://www.stragi80.it/vittime/" target="_blank">lista dei passeggeri</a>], era decollato con due ore di ritardo, alle 20,08, dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna; alle 21,13 doveva atterrare allo scalo siciliano di Palermo Punta Raisi. L’ultima “battuta” registrata dai radar è sul mar Tirreno, a nord dell’isola di Ustica, nel <a href="https://www.google.com/maps/place/39%C2%B043'00.0%22N+12%C2%B055'00.0%22E/@39.716667,12.916667,14z/data=!4m5!3m4!1s0x0:0x0!8m2!3d39.716667!4d12.916667" target="_blank">punto “Condor”</a> delle carte aeronautiche.</div>
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<br /></div>
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<b>27 giugno 1980</b>. Ore 22,39. Il Centro di controllo di Roma Ciampino chiama l’attaché militare dell’Ambasciata americana di Roma per verificare se in volo o in mare ci sono mezzi statunitensi. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/audio/ciampino_tel.mp3" target="_blank">Ascolta l’audio della telefonata</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>28 giugno 1980</b>. Ore 7,25. In fortissimo ritardo rispetto all’inabissamento del DC9, un elicottero individua una vasta macchia scura di combustibile. Circa quattro ore dopo l’incrociatore della Marina Militare Andrea Doria recupera i primi cadaveri: in tutto affioreranno dal Tirreno solo 39 corpi su 81. Più tardi giunge alla redazione romana del Corriere della Sera una telefonata anonima di rivendicazione a nome dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar) in cui si afferma che a bordo del DC9 si trova Marco Affatigato, un terrorista di estrema destra, latitante, legato al Sismi. La notizia verrà smentita l’indomani e classificata come un depistaggio. Alle 18 si diffondono le prime ipotesi sulla caduta dell’aereo: cedimento strutturale, improvvisa anomalia nei valori di pressurizzazione o collisione in volo. La compagnia Itavia viene accusata di far volare “aerei carretta”. Il ministro dei Trasporti Rino Formica nomina una Commissione d’inchiesta alla cui guida viene chiamato il direttore dell’aeroporto di Alghero, Carlo Luzzatti. Il generale Saverio Rana, presidente del Registro aeronautico italiano, mostra una fotocopia di un tracciato radar al ministro Formica da cui emerge che il DC9 ha avuto un impatto con un missile, un meteorite o con un altro oggetto.</div>
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<br /></div>
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<b>2 luglio 1980</b>. Il Consolato libico a Palermo pubblica sul quotidiano cittadino “L’Ora” un singolare necrologio: “Il Consolato Generale della Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista partecipa sinceramente al dolore che ha colpito i familiari delle vittime della sciagura aerea di Ustica e manifesta tutta la sua solidarietà al Presidente della Regione e al Presidente dell’Ars per questo grave lutto che ha colpito la Sicilia”.</div>
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<br /></div>
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<b>3 luglio 1980</b>. La Procura di Roma riceve gli atti da Palermo e apre un fascicolo sul disastro affidato al pm Giorgio Santacroce.</div>
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<br /></div>
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<b>8 luglio 1980</b>. Il Ministro dei Trasporti Rino Formica riferisce al Senato che allo stato delle indagini è esclusa la collisione in volo con un altro velivolo, la presenza di aerei militari nelle vicinanze del Dc-9 o di altre tracce sconosciute e che fosse in corso un’esercitazione. [<a href="https://www.stragi80.it/allegati/Formica_080780.pdf" target="_blank">Leggi il resoconto stenografico</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>18 luglio 1980</b>. Sulle montagne della Sila in Calabria vengono rinvenuti i resti di un MiG 23 libico. Il cadavere del pilota è in avanzato stato di decomposizione tanto da far pensare che l’aereo sia caduto almeno venti giorni prima. Verosimilmente il MiG riuscirà a violare lo spazio aereo italiano mentre nel basso Mediterraneo è in corso un’imponente esercitazione della Nato denominata “Natinad Demon Jam V”.</div>
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<br /></div>
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<b>23 settembre 1980</b>. L’Aeronautica militare e le autorità libiche costituiscono una commissione d’inchiesta sull’incidente del Mig concludendo che la caduta del velivolo è da attribuire allo spegnimento del motore, avvenuto in alta quota e causato dall’esaurimento del combustibile e da una progressiva perdita di coscienza da parte del pilota. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/mig/commig2.pdf" target="_blank">Leggi la relazione – Leggi gli allegati della relazione</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>3 ottobre 1980</b>. Nel Centro radar dell’Aeronautica di Marsala il pm Santacroce sequestra le bobine con le registrazioni della sera del 27 giugno.</div>
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<b>25 novembre 1980</b>. Un esperto americano del National Transportation Safety Board, John Macidull, analizza il tracciato radar di Ciampino e si convince che, al momento del disastro, accanto al DC9 volava un altro aereo. Per Macidull, il DC9 è stato colpito da un missile lanciato dal velivolo non identificato rilevato nelle vicinanze. Tale aereo secondo l’esperto del Ntsb attraversa la zona dell’incidente da Ovest verso Est ad alta velocità (tra 300 e 550 nodi) approssimativamente nello stesso momento in cui si verifica l’incidente, ma senza entrare in collisione con l’Itavia 870.</div>
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<br /></div>
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<b>10 dicembre 1980</b>. La compagnia aerea Itavia sospende l’attività di volo sulle rotte in concessione.</div>
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<br /></div>
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<b>17 dicembre 1980</b>. Il presidente della compagnia aerea Itavia, Aldo Davanzali, afferma di avere la certezza che ad abbattere il suo DC-9 è stato un missile lanciato da un aereo.</div>
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<b>21 gennaio 1981</b>. Il ministro dei Trasporti revoca la concessione dei servizi di linea all’Itavia. Già colpita da una forte crisi economica (ha ipoteche per 150 miliardi di lire) la compagnia il 14 aprile dichiarerà lo stato di insolvenza e verrà posta in amministrazione straordinaria il successivo 31 luglio.</div>
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<b>17 aprile 1981</b>. Il Tribunale fallimentare di Roma dichiara lo stato di insolvenza della compagnia aerea Itavia.</div>
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<b>9 maggio 1981</b>. Muore di infarto a Grosseto il capitano dell’Aeronautica Maurizio Gari. La sera del disastro è capo controllore di sala operativa presso il centro radar di Poggio Ballone. La sua testimonianza sarebbe stata di grande utilità per l’inchiesta.</div>
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<b>16 marzo 1982</b>. La relazione della Commissione d’inchiesta ministeriale esclude sia il cedimento strutturale “per fatica” sia la collisione in volo con un altro velivolo, ma conclude che senza l’esame del relitto non è possibile stabilire se si sia trattato di un missile o di una bomba collocata a bordo. Gli esperti ipotizzano la presenza di un oggetto non identificato che viaggia ad alta velocità in direzione trasversale al DC9. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/Luzzatti/Luzzatti.pdf" target="_blank">Leggi la relazione</a>]</div>
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<b>26 luglio 1982</b>. Va in onda sulla Bbc un servizio sulla strage di Ustica dal titolo “Murder in the Sky” dove Macidull ribadisce che nei pressi del DC9 c’era in volo un caccia non identificato. Nel corso dello stesso servizio un altro esperto, questo del Pentagono, John Transue, afferma che il caccia, che ha abbattuto il DC9, potrebbe essere un MiG 23 o un MiG 25 libico.</div>
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<b>9 gennaio 1984</b>. Per il ministro della Difesa Giovanni Spadolini il DC9 è stato abbattuto dalla deflagrazione di un ordigno, probabilmente confezionato con esplosivo T4, tracce del quale sono state trovate su alcuni reperti da un esperto esplosivista dell’Aeronautica.</div>
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<b>10 gennaio 1984</b>. Il pm Giorgio Santacroce formalizza l’inchiesta sulla sciagura del DC9 e l’incidente si trasforma, giuridicamente, in strage aviatoria. Santacroce viene affiancato dal giudice istruttore Vittorio Bucarelli. Le indagini, pur andando avanti, per il momento non si avvalgono della collaborazione tecnica di esperti aeronautici.</div>
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<b>21 novembre 1984</b>. Il giudice Bucarelli nomina una commissione peritale. Il collegio di esperti prenderà il nome dal suo coordinatore, il professor Massimo Blasi.</div>
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<b>30 aprile 1985</b>. Il giudice Bucarelli e i periti giudiziari fanno volare un DC9, identico all’IH-870, lungo l’aerovia Ambra 13 e lo fanno intercettare da un caccia militare. Alcuni esperti assistono all’esercitazione davanti agli schermi radar di Ciampino, altri sono in volo sull’aereo. L’esperimento, che ricrea uno scenario assai simile alla sera del 27 giugno 1980, conferma l’ipotesi che vicino al DC9 precipitato c’era un caccia.</div>
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<b>27 giugno 1986</b>. “Il governo ha mantenuto il silenzio anche di fronte alla ipotesi in base alla quale il velivolo sarebbe stato abbattuto da un missile lanciato da un aereo militare di nazionalità sconosciuta. Il mancato accertamento della dinamica dell’incidente del DC9 dell’Itavia priva di fatto le famiglie delle vittime di ogni possibilità di risarcimento adeguato in quanto, a sei anni dalla tragedia, rimane ignoto il soggetto cui esse debbono rivolgersi”. E’ quanto affermano in un appello, presentato al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, l’ex presidente della Corte Costituzione, Francesco Bonifacio, il vicepresidente del Senato, Adriano Ossicini, il Sen. Pietro Scoppola, i deputati Antonio Giolitti (Psi), Pietro Ingrao (Pci) e Stefano Rodotà (Sinistra indipendente) e il sociologo Franco Ferrarotti.</div>
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<b>30 settembre 1986</b>. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giuliano Amato annuncia l’intenzione del Governo di procedere al recupero del relitto del DC9.</div>
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<b>31 marzo 1987</b>. Viene trovato impiccato ad un albero sul greto del fiume Ombrone, nei pressi di Grosseto, il maresciallo dell’Aeronautica Mario Alberto Dettori. La sera del 27 giugno 1980 il sottufficiale era controllore di difesa aerea al radar di Poggio Ballone. Rientrando a casa Dettori scosso dice a sua moglie “stanotte è successo un casino; qui vanno tutti in galera”. Pochi giorni dopo si confida anche con sua cognata: “Sai, l’aereo di Ustica, c’è di mezzo Gheddafi, è successo un casino, qui fanno scoppiare una guerra”. Per gli inquirenti sulla morte del sottufficiale permangono indizi di collegamento con il disastro del DC9 e con la caduta del MiG sulla Sila.</div>
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<b>8 maggio 1987</b>. La ditta francese Ifremer, che verrà poi accusata di essere legata ai servizi segreti d’Oltralpe, comincia le operazioni di recupero della carcassa del DC9 adagiata a 3.600 metri sul fondo del Tirreno. Il recupero si concluderà in parte nel maggio del 1988. Verrà recuperata anche una delle due scatole nere, il Cockpit Voice Recorder, che registra le comunicazioni radio con terra e quelle interne al velivolo. L’analisi permetterà di ascoltare l’ultimo frammento di parola “Gua…”, pronunciata dal pilota tre minuti dopo l’ultima comunicazione con Ciampino.</div>
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<b>6 maggio 1988</b>. Nel corso della trasmissione televisiva di Rai 3 “Telefono giallo”, condotta da Corrado Augias un anonimo chiama in diretta e si qualifica come aviere in servizio al radar di Marsala. L’uomo afferma di aver esaminato le tracce radar ma il giorno successivo il maresciallo responsabile del servizio l’aveva invitato a farsi gli affari propri.</div>
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<b>7 maggio 1988</b>. Il procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, apre un’inchiesta sulla telefonata giunta a “Telefono giallo” e fa identificare tutti i militari in servizio al radar di Marsala la sera del 27 giugno.</div>
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<b>20 maggio 1988</b>. I famigliari degli 81 passeggeri si costituiscono in associazione. Presidente è Daria Bonfietti, sorella del giornalista Alberto, anch’egli tra i passeggeri.</div>
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<b>30 maggio 1988</b>. Durante gli interrogatori, tutti i militari in servizio a Marsala la sera del disastro, eccetto uno, riferiscono di non aver visto al radar quanto stava accadendo nel cielo di Ustica. Il muro di gomma si rompe con le dichiarazioni del maresciallo Luciano Carico. L’ufficiale di identificazione si accorse che il DC9 era scomparso dagli schermi, e avvertì i suoi diretti superiori. Carico osservò nei pressi del DC9 anche la traccia di un altro velivolo, che crede di identificare in un boeing 720 dell’Air Malta, che seguiva l’Itavia e che poi lo sorpassò a velocità superiore. Il maresciallo intercettò le due tracce, Itavia e Air Malta, pochi minuti prima delle 21, all’altezza di Ponza. Viene accertato che quel velivolo non poteva essere l’Air Malta perché a quell’ora il boeing si trovava ancora all’altezza dell’Argentario. Carico dichiara, inoltre, di aver identificato, come friendly, cioè come traccia amica, il DC9 e ribadisce di aver notato la sua traccia diminuire di qualità proprio sul mare, dove stava precipitando. Carico comprese che in quella traccia c’era qualcosa di strano: si mise in contatto con Punta Raisi e Fiumicino ma nessuno è mai più riuscito a trovare quelle conversazioni.</div>
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<br /></div>
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<b>28 agosto 1988</b>. Durante uno spettacolo acrobatico alla base Nato di Ramstein perdono la vita, scontrandosi in volo, due ufficiali dell’Aeronautica, piloti delle Frecce tricolore. Sono i tenenti colonnello Mario Naldini e Ivo Nutarelli. La sera del 27 giugno 1980, fino a circa dieci minuti prima della scomparsa del DC9 i due ufficiali erano in volo su un intercettore TF-104 decollato da Grosseto. Per gli inquirenti i due avieri, che dovevano essere sentiti dalla Procura erano a conoscenza di molteplici circostanze sul caso Ustica. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/ramstein/ami_ramstein.pdf" target="_blank">La relazione dell’Aeronautica militare sull’incidente</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>17 novembre 1988</b>. Il presidente del Consiglio Ciriaco De Mita nomina una commissione d’indagine con a capo il procuratore generale della Cassazione Carlo Maria Pratis.</div>
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<br /></div>
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<b>16 marzo 1989</b>. Il collegio dei periti Blasi consegna al giudice istruttore una relazione in cui sostiene la tesi del missile lanciato da un caccia non identificato ed esploso in prossimità della zona anteriore dell’aereo.</div>
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<br /></div>
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<b>5 maggio 1989</b>. Il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Franco Pisano consegna al ministro della Difesa Valerio Zanone i risultati di un’inchiesta tecnico-amministrativa in cui si difende l’operato dell’Aeronautica e si contestano le conclusione a cui sono giunti i periti del collegio. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/sma/relazione_sma.pdf" target="_blank">Leggi la relazione</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>10 maggio 1989</b>. La commissione governativa nominata da De Mita giunge alla conclusione che l’aereo è stato abbattuto da un missile ma non scarta l’ipotesi di una bomba collocata a bordo.</div>
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<br /></div>
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<b>28 giugno 1989</b>. Il giudice Bucarelli e il pm Santacroce incriminano, per falsa testimonianza e favoreggiamento, ventitrè tra ufficiali e avieri in servizio la sera del disastro nei centri radar della Difesa di Licola e Marsala.</div>
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<b>18 settembre 1989</b>. Bucarelli, anche in base ai risultati delle relazioni Pratis e Pisano, chiede al collegio Blasi di rispondere a quattro quesiti supplementari: vuole sapere se a causare la caduta del DC9 sia stato un missile o una bomba.</div>
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<br /></div>
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<b>12 ottobre 1989</b>. Il leader libico Muammar Gheddafi scrive al Capo dello Stato Francesco Cossiga stigmatizzando le manovre Nato nel Mediterraneo del 1980: “hanno disperso tutti gli sforzi compiuti dalle forze progressiste ed amanti della pace, per la sicurezza e l’integrità del Mediterraneo. Non avete scordato certamente il delitto e la tragedia occorsa al DC9 dell’Itavia, abbattuto il 27 giugno 1980, in cui hanno perso la vita decine e decine di vittime, a causa della aggressione ed in conseguenza della presenza delle basi e delle flotte militari, nel Mediterraneo, come non avete scordato l’attacco americano alla Giamahiria, che causò la morte di decine e decine di morti fra civili inermi, le nostre donne, bambini e vecchi”.</div>
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<b><br /></b></div>
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<b>5 gennaio 1990</b>. Nel corso di una conferenza stampa, in merito al presunto viaggio che egli avrebbe effettuato la sera del disastro di Ustica, Gheddafi afferma che il suo aereo era in volo sul Mediterraneo diretto in Europa per riparazioni, ma che egli non era a bordo. Gli Usa avrebbero preso un tragico abbaglio. Secondo il leader, nel tentativo di abbatterlo, hanno invece colpito l’aereo italiano e uno libico, convinti poi d’aver eliminato lui stesso o un esponente palestinese.</div>
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<br /></div>
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<b>26 maggio 1990</b>. Due dei cinque periti del collegio Blasi si dissociano dalle conclusioni consegnate al giudice il 16 marzo 1989 e sostengono la tesi di una bomba a bordo. Gli altri tre esperti ribadiscono che ad abbattere l’aereo è stato un missile aria-aria non italiano.</div>
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<b>17 luglio 1990</b>. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giuliano Amato accusa, nel corso di un’audizione alla Commissione Stragi, il giudice Bucarelli di avergli mostrato alcune foto del relitto, scattate dagli americani prima che lo stesso fosse recuperato, ma di non averle acquisite come prova. Il magistrato, prima di abbandonare l’inchiesta, negherà, querelando tra l’altro il parlamentare, di possedere quelle foto.</div>
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<br /></div>
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<b>23 luglio 1990</b>. L’inchiesta sul disastro passa nelle mani del giudice istruttore Rosario Priore che nomina un altro collegio di periti, già individuati da Bulcarelli in ambito internazionale, la cui guida viene affidata al professor Aurelio Misiti.</div>
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<br /></div>
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<b>1 settembre 1990</b>. I resti della fusoliera del DC9 recuperati dal fondo del Tirreno vengono trasferiti in un hangar dell’aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma).</div>
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<br /></div>
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<b>1 ottobre 1990</b>. La Commissione Stragi, presieduta dal senatore Libero Gualtieri, trasmette al Parlamento una prima relazione riguardante la strage di Ustica. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/Xleg_20.pdf" target="_blank">Leggi la relazione</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>27 giugno 1991</b>. Nelle sale cinematografiche viene proiettato il film inchiesta “Il muro di gomma” di Marco Risi con la sceneggiatura di Sandro Petraglia, Stefano Rulli e del giornalista del «Corriere della Sera» Andrea Purgatori. La pellicola susciterà polemiche al festival di Venezia, ma otterrà un anno dopo il Nastro d’argento per il miglior soggetto e il Premio cinema per la pace nel 1993.</div>
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<br /></div>
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<b>13 luglio 1991</b>. La società inglese Winpol, incaricata dal giudice Priore di completare il recupero del relitto, riporta in superficie la seconda scatola nera del DC9, il Flight Data Recorder che registra i dati di volo. Dall’analisi del Fdr non emerge alcun dato utile a ricostruire la dinamica del disastro se non la conferma che il collasso dei sistemi di volo fu violento ed improvviso. Fino a quel momento l’aereo era in volo livellato e tutti i sistemi di bordo erano perfettamente funzionanti.</div>
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<br /></div>
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<b>12 gennaio 1992</b>. L’esperto americano Chris Protheroe, incaricato dal giudice istruttore di svolgere una perizia sul relitto del DC9 indica l’esplosione interna come causa più probabile del disastro.</div>
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<br /></div>
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<b>15 gennaio 1992</b>. Al termine di decine di interrogatori e confronti, il giudice Priore incrimina 13 alti ufficiali dell’Aeronautica e li accusa di aver depistato le indagini sulla strage. Tra loro vi sono i generali Lamberto Bartolucci, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Franco Ferri, sottocapo di Stato Maggiore, Zeno Tascio, Capo del Sios, e Corrado Melillo, Capo del terzo reparto dello Stato Maggiore. Il reato ipotizzato nelle comunicazioni giudiziarie è quello di attentato contro l’attività del governo con l’aggravante dell’alto tradimento e della falsa testimonianza, in relazione all’accusa di strage ipotizzata contro ignoti.</div>
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<br /></div>
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<b>14 aprile 1992</b>. La Commissione Stragi, presieduta dal senatore Libero Gualtieri, approva la relazione conclusiva sul caso Ustica, che segnala in modo pesante reticenze e menzogne di poteri pubblici e istituzioni militari. Gualtieri, scrive nelle sue conclusioni, che è giunto il momento di chiedere conto agli altri Paesi di quanto è accaduto nei cieli italiani. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/comstragi/XLeg_50.pdf" target="_blank">Leggi la relazione</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>12 gennaio 1993</b>. Durante uno strano tentativo di rapina in strada viene ucciso a Bruxelles il consulente dell’Alenia e generale dell’Aeronautica Roberto Boemio. Nel 1980 era capo di Stato maggiore presso la Terza Regione aerea di Bari. La magistratura belga non ha mai risolto il caso.</div>
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<br /></div>
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<b>3 marzo 1993</b>. L’ex colonnello del Kgb, Alexej Pavlov, afferma in un’intervista al Gr1 della Rai che il DC9 è stato abbattuto da missili americani e che i sovietici videro tutto da una base militare segreta vicino Tripoli.</div>
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<br /></div>
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<b>27 giugno 1993</b>. Robert Sewell, esperto statunitense di missili e consulente per conto dei familiari delle vittime, sostiene che la principale causa del danneggiamento del velivolo sia stata la detonazione di una o forse due testate missilistiche di grande potenza, avvenuta nella parte anteriore destra della fusoliera, e la perforazione della fusoliera stessa da parte del missile.</div>
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<br /></div>
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<b>23 dicembre 1993</b>. Un imprenditore toscano, Andrea Crociani, riferisce al giudice Rosario Priore, le confessioni ricevute dal tenente colonnello Mario Naldini, morto nel 1988 nella tragedia delle Frecce Tricolori a Ramstein. Naldini, che era in volo su un TF-104 insieme a Ivo Nutarelli, anche lui morto a Ramstein, riferì all’imprenditore di aver intercettato, prima di ricevere l’ordine di rientrare a Grosseto e prima della caduta del DC9, tre aerei: uno autorizzato e due no.</div>
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<b>29 giugno 1994</b>. I periti di parte degli ufficiali dell’Aeronautica inquisiti sostengono che il DC9 sia esploso in volo per una bomba.</div>
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<br /></div>
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<b>23 luglio 1994</b>. Per il collegio peritale nominato da Priore è tecnicamente sostenibile che una bomba, posta nella toilette posteriore dell’aereo, abbia causato il disastro. Due periti presentano una nota aggiuntiva dove sostengono anche l’ipotesi della “quasi collisione” con un altro aereo.</div>
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<br /></div>
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<b>12 ottobre 1994</b>. Le conclusioni del collegio Misiti non convincono il procuratore della Repubblica di Roma Michele Coiro e i sostituti Giovanni Salvi e Vincenzo Roselli che inviano a Priore un documento con cui contestano la tesi sostenuta dai periti.</div>
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<br /></div>
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<b>21 dicembre 1995</b>. Il maresciallo dell’Aeronautica Franco Parisi s’impicca ad un albero nella periferia di Lecce. Nel 1980 Parisi era controllore di difesa aerea presso la sala operativa del centro radar di Otranto. Anche su quest’ultimo suicidio gli inquirenti nutrono fortissimi dubbi; potrebbe essere collegato con il disastro del DC9 e la caduta del MiG sulla Sila.</div>
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<br /></div>
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<b>23 dicembre 1995</b>. I consulenti di parte Itavia, Luigi Di Stefano e Mario Cinti, ex generale e portavoce della compagnia aerea, presentano un documento che evidenzia le contraddizioni dell’ipotesi bomba. Gli esperti forniscono al giudice una ricostruzione virtuale del relitto del DC9, utilizzando tecniche di disegno elettronico. Cinti e Di Stefano sostengono che il DC9 sia stato abbattuto dai corpi inerti di due missili, esplosi a una distanza tale da non potersi determinare l’impatto delle schegge della testa di guerra: proseguendo nella loro corsa avrebbero così trapassato la parte anteriore della fusoliera dell’aereo causando la caduta. Durante la nuova perizia radaristica ordinata dal giudice Priore, gli stessi periti dell’Itavia sosterranno che l’aereo aggressore è penetrato nello spazio aereo italiano mascherandosi con una operazione di guerra elettronica, che risulta riconoscibile dall’esame dei tracciati radar militari.</div>
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<br /></div>
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<b>26 marzo 1996</b>. La Nato nega al giudice istruttore Rosario Priore i codici per decifrare il funzionamento del sistema radar Nadge. Per la Nato tali codici sono assolutamente riservati e su di essi non può essere tolto in alcun modo il segreto.</div>
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<br /></div>
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<b>17 dicembre 1996</b>. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi e il Vicepresidente Walter Veltroni ottengono la collaborazione del segretario generale della Nato Javier Solana nel reperire i codici necessari per decifrare i tracciati radar senza dei quali le indagini non possono andare avanti. [<a href="http://www.stragi80.it/doc/relazioni-nato/" target="_blank">Le risposte della Nato</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>16 giugno 1997</b>. Tre esperti, Franco Donali, Roberto Tiberio e Enzo Dalle Mese, consegnano a Priore una perizia radaristica in cui è definita plausibile l’ipotesi di un velivolo nascosto nella scia del DC9 e uno scenario attorno al volo civile più complesso di quanto non sia emerso dalla perizia del collegio Misiti. Per gli esperti quella sera sul Tirreno c’era sicuramente un intenso traffico di aerei militari e una portaerei in navigazione ma non si tratta della Usa Saratoga che era alla fonda nel porto di Napoli. In questa fase risulterà determinante, dopo le pressioni esercitate dal Governo, la collaborazione offerta dalla Nato nel decifrare i tracciati radar.</div>
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<br /></div>
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<b>6 dicembre 1997</b>. In un supplemento di perizia radaristica, i periti nominati dal giudice istruttore affermano che la sera del disastro a tutti gli aerei militari che si muovevano nello spazio percorso dal DC9, fu impartito l’ordine di spegnere il transponder che avrebbe consentito la loro identificazione.</div>
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<br /></div>
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<b>7 gennaio 1998</b>. Il giudice Priore chiude l’inchiesta. Gli atti, depositati nel bunker di piazza Adriana, vengono messi a disposizione dei pubblici ministeri per le conclusioni e per le eventuali richieste di rinvio a giudizio.</div>
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<br /></div>
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<b>31 luglio 1998</b>. I pubblici ministeri romani Settembrino Nebbioso, Vincenzo Roselli e Giovanni Salvi chiedono il rinvio a giudizio per i generali dell’Aeronautica militare Lamberto Bartolucci, Zeno Tascio, Corrado Melillo e Franco Ferri. L’accusa è attentato contro gli organi costituzionali. Viene richiesto un processo anche per altri cinque, ufficiali e sottufficiali dell’Ami, accusati di falsa testimonianza: Francesco Pugliese, Nicola Fiorito De Falco, Umberto Alloro, Claudio Masci, Pasquale Notarnicola e Bruno Bomprezzi. I magistrati precisano di non essere in possesso di elementi idonei per stabilire quali furono le cause della caduta del DC9, escludono però la “sussistenza di indizi di cedimento delle strutture”. richieste dei P.M. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/pm/richieste.pdf" target="_blank">Leggi la richiesta</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>8 aprile 1999</b>. Al giudice Priore giungono le note conclusive dei periti radaristi: l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento verosimilmente nei confronti dell’aereo nascosto nella scia del DC9: l’aereo di linea è rimasto vittima fortuita di tale azione. L’ipotesi più probabile che spiega le modalità di rottura del DC9 sarebbe da ricercare nella “mancata collisione”. Lo scenario così delineato è perfettamente congruente con tutti i dati disponibili e per di più offre spiegazioni logiche a tutta una serie di fatti fino a quel momento inspiegabili, determinati dalla necessità di mantenere segreta una operazione militare che tale doveva rimanere. A tale riguardo i fatti più rilevanti sono: la reticenza dell’Aeronautica e più in generale del personale in servizio nei vari siti al momento dell’incidente, la mancata collaborazione internazionale alle ripetute rogatorie dell’autorità giudiziaria, le innumerevoli incongruenze registrate nella vicenda del MiG caduto in Sila, la sparizione di dati e reperti che sarebbero stati fondamentali per l’inchiesta, le illogicità presenti in ipotesi alternative come quella della presenza di una bomba a bordo.</div>
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<br /></div>
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<b>31 agosto 1999</b>. Il giudice Rosario Priore rinvia a giudizio i generali Lamberto Bartolucci, Zeno Tascio, Corrado Melillo e Franco Ferri e gli altri 5 ufficiali per attentato contro gli organi costituzionali con l’aggravante dell’alto tradimento, mentre dichiara di non doversi procedere per strage perché “ignoti gli autori del reato”. Per Priore il DC9 è stato abbattuto, “è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”. [<a href="http://www.stragi80.it/doc/la-sentenza-ordinanza-del-g-i/" target="_blank">Leggi la sentenza-ordinanza</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>23 giugno 2000</b>. La procura militare di Roma chiede l’archiviazione dell’indagine sul disastro di Ustica: “Non ci sono i presupposti per rivendicare spazi di giurisdizione da parte della magistratura militare”.</div>
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<br /></div>
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<b>28 settembre 2000</b>. Si apre a Roma nell’aula bunker di Rebibbia, davanti alla sezione terza della Corte d’Assise di Roma, il processo sui presunti depistaggi.</div>
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<br /></div>
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<b>1 dicembre 2000</b>. La Corte d’Assise di Roma dichiara la nullità dell’attività istruttoria compiuta dal Giudice Istruttore Rosario Priore nei procedimenti per il reato di falsa testimonianza contestato agli imputati Pugliese Francesco, Alloro Umberto, Masci Claudio, Notarnicola Pasquale e Bomprezzi Bruno, e dell’Ordinanza di rinvio a giudizio.</div>
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<br /></div>
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<b>11 aprile 2001</b>. Aldo Davanzali, presidente dell’Itavia, chiede allo Stato un risarcimento di 1.700 miliardi per i danni morali e patrimoniali subiti dopo la strage di Ustica.</div>
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<br /></div>
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<b>2 luglio 2001</b>. Il processo resta di competenza della giustizia civile. Lo stabilisce la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del procuratore militare Antonino Intelisano contro l’ordinanza del gip militare che gli aveva imposto di indagare i quattro generali già sotto processo dinanzi alla III^ Corte d’Assise di Roma.</div>
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<br /></div>
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<b>24 gennaio 2002</b>. La Corte dei Conti chiede 27 miliardi di lire a militari ed altre persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta sulla strage di Ustica come risarcimento per le spese sostenute per recuperare la carlinga del Dc9 dell’Itavia.</div>
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<br /></div>
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<b>1 settembre 2003</b>. Il leader libico Gheddafi nel corso di un discorso al Paese, in occasione del 34° anniversario della rivoluzione libica, afferma che il DC9 è stato abbattuto da aerei Usa. Secondo il colonnello gli americani credevano che in volo ci fosse lui stesso e volevano eliminarlo.</div>
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<br /></div>
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<b>26 novembre 2003</b>. Il Tribunale di Roma condanna i ministeri della Difesa, dei Trasporti e dell’Interno a risarcire 108 milioni di euro alla compagnia Itavia perché lo Stato non avrebbe garantito la sicurezza dell’aerovia nella quale viaggiava il DC9. L’Itavia sostiene che il disastro di Ustica “non fu provocato da cedimento strutturale dell’aereo, ma da un missile lanciato da un altro aereo”. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/itavia/civile-roma.pdf" target="_blank">Leggi la sentenza</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>19 dicembre 2003</b>. I pm Erminio Amelio, Maria Monteleone e Vincenzo Roselli, nel corso delle requisitorie in Corte d’Assise, chiedono la condanna a 6 anni e 9 mesi di reclusione, di cui 4 anni condonati, per i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri, accusati di attentato agli organi costituzionali con l’aggravante dell’alto tradimento. Secondo l’accusa: avrebbero omesso di fornire informazioni al Governo. Chiesta l’assoluzione nei confronti dei generali Zeno Tascio e Corrado Melillo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>16 gennaio 2004</b>. Il Tribunale civile di Roma rigetta la domanda di risarcimento dei danni promossa dall’ex presidente della compagnia Itavia, Aldo Davanzali, nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministeri e dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/itavia/Itavia_eredi_2004.pdf" target="_blank">leggi la sentenza</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>30 aprile 2004</b>. Si chiude il processo sui presunti depistaggi: la Corte d’Assise di Roma assolve da tutte le accuse i generali dell’Aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo. Per un capo di imputazione, nei confronti di Ferri e Bartolucci, riguardante le informazione errate fornite al Governo in merito alla presenza di altri aerei la sera dell’incidente, il reato è considerato prescritto in quanto derubricato. [<a href="https://www.blogger.com/"><span id="goog_106382242"></span>Leggi il dispositivo<span id="goog_106382243"></span></a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>27 novembre 2004</b>. La Corte d’Assise di Roma deposita le motivazioni della sentenza di assoluzione dei quattro generali dell’Aeronautica. Per i giudici i militari non si macchiarono del reato di alto tradimento, ma solo di quello di turbativa. Non riferirono al Governo i risultati dell’analisi dei dati del radar di Ciampino né le informazioni in merito al possibile coinvolgimento nel disastro di altri aerei. Secondo gli stessi giudici è errata l’ipotesi che il MiG trovato sulla Sila sia precipitato la stessa sera del disastro del DC9. I giudici rilevano, tra l’altro, “una forte determinazione ad orientare nel senso voluto dallo Stato maggiore dell’Aeronautica le indagini a qualsiasi livello svolte su Ustica”. Le motivazioni depositate, secondo Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage, “ribadiscono che ad opera dei vertici dell’Aeronautica è stato commesso il reato di alto tradimento: in quanto, avendo dati sulla presenza di altri aerei attorno al DC9 inequivocabilmente significativi, decisero di non trasmetterli al Governo”. [<a href="http://www.stragi80.it/doc/sentenza-i-grado/" target="_blank">Leggi le motivazioni</a>]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>15 febbraio 2005</b>. Il pm e i difensori di parte civile presentano una richiesta di appello contro la sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Roma il 30 aprile 2004. Presentano la stessa richiesta anche i legali della compagnia Itavia. [<a href="http://www.stragi80.it/doc/sentenza-i-grado/" target="_blank">Leggi le richieste</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>26 maggio 2005</b>. Muore all’età di 83 anni il presidente della compagnia Itavia Aldo Davanzali.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>3 novembre 2005</b>. Inizia a Roma il processo di appello ai generali Bartolucci e Ferri perché rispondano del reato di omessa comunicazione al Governo di informazioni sul disastro di Ustica. Il dibattimento di secondo grado scaturisce dall’impugnazione della sentenza fatta dai pm Monteleone e Amelio limitatamente alla dichiarazione di prescrizione del reato.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>8 novembre 2005</b>. Dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello i generali Bartolucci e Ferri ribadiscono la loro innocenza sostenendo di non essere mai venuti a conoscenza di quanto emergeva dalla trascrizione delle registrazioni del radar di Ciampino per cui non potevano aver commesso il reato loro addebitato. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/08.11.05.pdf" target="_blank">Leggi la trascrizione dell’esame</a>]</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>29 novembre 2005</b>. I pm chiedono alla Corte d’Assise d’Appello di Roma una condanna a 6 anni (4 dei quali condonati) e 9 mesi per gli ex generali Bartolucci e Ferri.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>15 dicembre 2005</b>. I giudici della prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, presieduta da Antonio Cappiello, assolvono “perché il fatto non sussiste” Bartolucci e il suo vice Ferri. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/dispositivo.pdf" target="_blank">Leggi il dispositivo</a>]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>29 dicembre 2005</b>. Il Governo con la Legge Finanziaria 2006 stanzia un fondo di 8 mln di Euro (circa 98mila euro a ciscun erede) a favore dei familiari delle vittime della strage. [<a href="https://www.stragi80.it/allegati/gu302.pdf" target="_blank">Gazzetta Ufficiale n° 302 del 29/12/05</a>]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>6 aprile 2006</b>. La Corte d’Assise d’Appello di Roma deposita le motivazioni della frettolosa sentenza del 15 dicembre 2005 che ha assolto i generali Bartolucci e Ferri. Per la Corte sostenere che accanto al DC9 la sera del disastro c’era un aereo significa compiere “un salto logico non giustificabile”. Tale ipotesi, si legge nelle motivazioni, è supportata solo “da deduzioni, probabilità e basse percentuali e mai da una sola certezza”. Bartolucci, non poteva, secondo il giudice Antonio Cappiello, “omettere di comunicare al ministro della Difesa ciò che probatoriamente gli era ignoto”. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/motiviappello.pdf" target="_blank">Leggi le motivazioni</a>]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<b>10 maggio 2006</b>. La Procura Generale di Roma propone ricorso per Cassazione perché venga annullata la sentenza della Corte d’Appello del 15 dicembre 2005 dichiarando che “il fatto contestato non è più previsto dalla legge come reato” anziché “perché il fatto non sussiste”. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/processo/appello/ricorso_pg.pdf" target="_blank">Leggi il ricorso</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>1 giugno 2006</b>. Il Governo dà mandato all’Avvocatura dello Stato, costituita quale parte civile, a proporre ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 15 dicembre 2005 che assolse i generali Bartolucci e Ferri.</div>
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<b>1 giugno 2006</b>. Lo Stato risarcisce i genitori di Rita Guzzo, morta all’età di 30 anni sul DC9. A pagare (123 mila euro più le spese legali) sarà il Ministero alle Infrastrutture e dei Trasporti per effetto di una sentenza pronunciata dal Tribunale civile di Palermo.</div>
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<b>20 giugno 2006</b>. La Corte dei Conti assolve in via definitiva 35 tra alti ufficiali, sottufficiali e militari dall’accusa di aver procurato un danno all’erario facendo spendere al Governo quasi 28 miliardi di lire per il recupero della carlinga del DC9. Per i giudici contabili quelle spese furono disposte dal magistrato inquirente in assoluta autonomia nel tentativo di far luce sulla vicenda e non possono essere addebitate agli ufficiali inquisiti. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/corteconti/196-2006.pdf" target="_blank">Leggi la sentenza</a>]</div>
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<br /></div>
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<b>25 giugno 2006</b>. Il relitto del DC9 Itavia viene trasferito dall’hangar dell’aeroporto romano di Pratica di Mare a Bologna. Trasportati da un lungo convoglio di mezzi dei vigili del fuoco, i resti del velivolo, dopo essere stati affidati in custodia al Comune di Bologna, verranno riassemblati nel Museo della Memoria all’ex deposito Zucca di via Saliceto.</div>
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<b>27 giugno 2006</b>. Nel ventiseiesimo anniversario della strage una mozione parlamentare al Senato chiede al Governo di intraprendere nelle sedi più opportune ogni possibile iniziativa finalizzata all’accertamento della verità sull’abbattimento del Dc9 e di adoperarsi presso le istituzioni internazionali affinché Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Libia collaborino alle indagini.</div>
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<b>10 gennaio 2007</b>. La Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso della Procura Generale del Tribunale di Roma e rigettando anche quello delle parti civili, assolve definitivamente, per mancanza di prove, i generali Bartolucci e Ferri. L’istruttoria, secondo i supremi giudici, “si è limitata ad acquisire un’imponente massa di dati dai quali peraltro non è stato possibile ricavare elementi di prova a conforto della tesi di accusa”. La sentenza di appello, scrivono ancora nelle motivazioni, “ha ritenuto in modo chiaro ed esplicito che la prova dei fatti contestati sia del tutto mancata” e quindi la formula assolutoria è dovuta alla mancanza di prove e non all’insufficienza o alla contraddittorietà delle stesse. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/processo/cassazione/motivi.pdf" target="_blank">Leggi le motivazioni</a>]</div>
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<b>25 gennaio 2007</b>. Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga in un’intervista a Radio Rai parlando della strage di Ustica scagiona Libia e Stati Uniti e afferma di non poter dire, pur sapendolo, qual è il Paese alleato che “puntando male un missile” colpì il DC9.</div>
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<b>30 maggio 2007</b>. La seconda sezione civile del Tribunale di Palermo condanna i ministeri dei Trasporti e della Difesa al risarcimento, per complessivi 980 mila euro, di 15 familiari di quattro delle 81 vittime: Gaetano La Rocca, Marco Volanti, Elvira De Lisi e Salvatore D’Alfonso.</div>
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<b>27 giugno 2007</b>. Viene inaugurato a Bologna il <a href="http://www.museomemoriaustica.it/" target="_blank">Museo per la memoria di Ustica</a> allestito da Christian Boltanski.</div>
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<b>9 gennaio 2008</b>. 88 familiari delle vittime della strage di Ustica citano in giudizio, dinanzi al Tribunale di Palermo, i ministeri della Difesa e dei Trasporti, «colpevoli delle omissioni e delle negligenze» che, di fatto, avrebbero impedito di sapere cosa accadde la sera del 27 giugno del 1980.</div>
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<b>19 febbraio 2008</b>. Il Presidente Emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, in un’intervista a Sky Tg24, afferma: «furono i nostri servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l’allora Sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile non ad impatto, ma a risonanza. Se fosse stato ad impatto non ci sarebbe nulla dell’aereo. La tesi è che i francesi sapevano che sarebbe passato l’aereo di Gheddafi. La verità è che Gheddafi si salvò perchè il Sismi, il generale Santovito, appresa l’informazione, lo informò quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro. I francesi questo lo sapevano videro un aereo dall’altra parte di quello italiano che si nascose dietro per non farsi prendere dal radar».</div>
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<b>30 maggio 2008</b>. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il generale Giuseppe Cucchi, direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), smentisce ufficialmente l’esistenza di un dossier riservato o di atti secretati sulla strage di Ustica rispondendo all’istanza dell’avvocato Daniele Osnato, difensore di parte civile di alcuni familiari delle vittime. Secondo il DIS: “su indicazione del presidente del Consiglio dei ministri che, a seguito dell’istruttoria effettuata, è emerso che nel corso del procedimento penale non è mai stato opposto il segreto di Stato, né risulta che tale vincolo sia stato apposto su atti o documenti inerenti il caso Ustica“. [<a href="https://www.stragi80.it/allegati/dis_0508.pdf" target="_blank">Leggi la lettera</a>]</div>
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<b>21 giugno 2008</b>. La procura di Roma riapre l’inchiesta sulla strage di Ustica, dopo aver convocato e sentito come testimoni il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga e Giuliano Amato, ai tempi sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L’iniziativa dei pm Maria Monteleone e Erminio Amelio fa seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga a Sky Tg24.</div>
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<b>6 maggio 2009</b>. Sarà un nuovo processo civile a stabilire le eventuali responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti nel mancato controllo dello spazio aereo in cui avvenne la tragedia del Dc 9. A deciderlo è la Cassazione, accogliendo il ricorso della compagnia Itavia contro la sentenza della Corte di appello di Roma che aveva negato il risarcimento danni alla società ed escluso le responsabilità civili dei due ministeri in relazione al disastro. La Terza Sezione Civile della Cassazione osserva: «che il solo fatto che i ministeri non avessero conoscenza della presenza di velivoli nell’aerovia assegnata ad Itavia, e a maggior ragione, che si trattasse di aerei militari non identificati, di per sé non è elemento idoneo ad escludere la colpevolezza, poiché integra proprio, se non altrimenti giustificato, l’inosservanza delle norme di condotta e di sorveglianza e di controllo o quanto meno il difettoso esercizio di tali attività». [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/itavia/civile_cassazione.pdf" target="_blank">Leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>8 maggio 2010</b>. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale il Giorno della Memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi, afferma che sulla strage di Ustica «oltre ad intrecci eversivi, ci furono anche intrighi internazionali che non possiamo oggi non richiamare, insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, ad inefficienze di apparati e di interventi deputati all’accertamento della verità».</div>
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<b>15 giugno 2010</b>. La Corte d’appello di Palermo conferma la condanna dei ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Difesa a risarcire complessivamente un milione e 390mila euro a sei familiari di tre delle 81 vittime del disastro aereo di Ustica. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/appello_pa_0610.pdf" target="_blank">Leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>22 giugno 2010</b>. Il portavoce del ministero degli esteri francese Bernard Valero, rispondendo a una domanda di un giornalista dell’Ansa in merito al caso Ustica, afferma che «non appena le autorità italiane ci invieranno una rogatoria internazionale, siamo pronti a cooperare pienamente».</div>
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<b>1 luglio 2010</b>. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, firma e inoltra quattro rogatorie internazionali sul caso Ustica: i Paesi interessati sono gli Stati Uniti, la Francia, il Belgio (Nato) e la Germania. La richiesta di rogatoria era stata avanzata al Guardasigilli dalla Procura di Roma nell’ambito della nuova inchiesta sul caso Ustica avviatasi nel 2008 dopo le dichiarazioni dell’ex Capo dello Stato Francesco Cossiga.</div>
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<b>29 luglio 2010</b>. La Corte d’Appello di Roma, confermando il primo grado, rigetta la domanda di risarcimento dei danni promossa dagli eredi dell’ex presidente della compagnia Itavia, Aldo Davanzali, nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministeri e dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti. Secondo i giudici: “vero è che vi è stato depistaggio, ma non vi è prova che questa attività sia stata la causa del fallimento della Compagnia Itavia”. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/itavia/Itavia_eredi_2010.pdf" target="_blank">leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>22 novembre 2010</b>. «A causare la strage del DC9 Itavia fu una bomba messa nella toilette di coda, non un altro aereo che passando radente fece collassare il velivolo, tantomeno un missile». Lo afferma il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella Prefettura di Bologna, insieme ad Aurelio Misiti, membro del collegio peritale che svolse, dal ’90 al ’94, la perizia sulla carlinga.</div>
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<b>27 giugno 2011</b>. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella ricorrenza del XXXI anniversario, in un messaggio ai familiari delle Vittime, afferma: “L’iter tormentoso di lunghe inchieste e l’amara constatazione che le investigazioni svolte e i processi celebrati non hanno consentito la esauriente ricostruzione della dinamica dell’evento e la individuazione dei responsabili non debbono far venir meno l’impegno convinto di tutte le istituzioni nel sostenere le indagini tuttora in corso. Ogni sforzo deve essere compiuto, anche sul piano internazionale, per giungere finalmente a conclusioni che rimuovano le ambiguità, i dubbi e le ombre che ancora oggi circondano quel tragico fatto. La scelta dell’Associazione di celebrare l’anniversario attraverso un percorso artistico nello spazio antistante il “Museo della Memoria” contribuirà ad accrescere la partecipazione collettiva al ricordo di una tragedia che resta viva nella coscienza dell’intero Paese e che esige una valida e adeguata risposta di verità e giustizia”. [<a href="https://www.blogger.com/"><span id="goog_912257965"></span>Leggi il discorso<span id="goog_912257966"></span></a>]</div>
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<b>10 settembre 2011</b>. I familiari delle vittime saranno risarciti dai ministeri della Difesa e dei Trasporti. Lo ha deciso il giudice Paola Proto Pisani del terza sezione civile del Tribunale di Palermo. A 81 parenti andranno oltre cento milioni di euro. Il Tribunale, ricostruendo i fatti accaduti la sera del 27 giugno 1980, ha ritenuto responsabili i ministeri per non avere garantito la sicurezza del volo Itavia, ma anche per l’occultamento della verità, con depistaggi e distruzione di atti. Secondo la sentenza si può “ritenere provato che l’incidente occorso al DC9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del DC9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del DC9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell’esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l’aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l’aereo nascosto ed il DC9”. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo11.pdf" target="_blank">Leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>16 marzo 2012</b>. La Corte d’Appello di Palermo sospende l’efficacia della esecutività della <a href="http://www.stragi80.it/esclusivo-ecco-la-sentenza-del-tribunale-di-palermo-stragi80-it/" target="_blank">sentenza di primo grado</a> che ha condannato i Ministeri dei Trasporti e della Difesa a risarcire i familiari delle vittime. I giudici, accogliendo una richiesta dell’Avvocatura dello Stato, sottolineano che, vista la considerevole entità della somma oggetto della condanna (oltre 100 milioni di euro), non ricorrono i presupposti “per prevedere specifiche forme di cauzione a garanzia del credito”.</div>
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<b>27 settembre 2012</b>. La Corte d’Appello di Roma condanna, per omessa attività di controllo e sorveglianza, i Ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire le Aerolinee Itavia Spa (in amministrazione straordinaria) rinviando per la quantificazione del danno.</div>
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<b>13 novembre 2012</b>. La Terza sezione civile della Corte di Cassazione condanna i Ministeri dei Trasporti e della Difesa a risarcire i familiari di tre passeggeri del volo Itavia. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/cassazione13.pdf" target="_blank">leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>4 ottobre 2013</b>. La Corte d’Appello di Roma, dopo la sentenza di condanna (27 settembre 2012) dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire le Aerolinee Itavia Spa (in amministrazione straordinaria), quantifica il danno in oltre 265 milioni di euro. Secondo i giudici civili lo Stato è responsabile di “omessa attività di controllo e sorveglianza della complessa e pericolosa situazione venutasi a creare nei cieli di Ustica”.</div>
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<b>22 ottobre 2013</b>. La terza sezione civile della Corte di Cassazione dispone un nuovo processo d’appello per valutare la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti nel fallimento della compagnia Itavia. Nella sentenza la Suprema Corte conferma che ad abbattere il Dc9 fu un missile e che le indagini furono depistate. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/itavia/Cassazione_Itavia221013.pdf" target="_blank">leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>3 ottobre 2014</b>. Il Tribunale civile di Palermo condanna i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 5 milioni e 637.199 euro i familiari di Annino Molteni, Erica Dora Mazzel, Rita Giovanna Mazzel, Maria Vincenza Calderone, Alessandra Parisi e Elvira De Lisi morti nella tragedia aerea di Ustica. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/palermo14.pdf" target="_blank">leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>11 marzo 2015</b>. La Corte d’Appello civile di Palermo conferma la condanna al risarcimento dei familiari delle vittime nei confronti dei ministeri della Difesa e dei Trasporti, ribadendo che ad abbattere il Dc-9 fu un missile e che non furono garantite adeguate condizioni di sicurezza al volo Itavia. [<a href="https://www.stragi80.it/documenti/civile/appellopalermo15.pdf" target="_blank">leggi la sentenza</a>]</div>
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<b>13 gennaio 2016</b>. Il Tribunale civile di Palermo condanna i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire complessivamente circa 12 milioni di euro a 31 familiari delle vittime. Secondo i giudici della terza sezione civile il disastro del volo Itavia fu causato con “elevata probabilità” da un missile o da una “quasi collisione” con un altro velivolo.</div>
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<b>13 marzo 2017</b>. La Procura di Grosseto dispone la riesumazione del corpo del radarista Mario Alberto Dettori, trovato impiccato il 31 marzo 1987. Dettori la notte della strage di Ustica era in servizio nella base radar di Poggio Ballone. La nuova inchiesta, nata da un esposto dei suoi familiari, punta a chiarire se il militare si tolse volontarimente la vita.</div>
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A 37 anni dalla notte della strage di Ustica lo Stato dovrà risarcire 55 milioni di euro a una parte dei familiari delle 81 vittime che il 27 giugno 1980 persero la vita a bordo del Dc9 Itavia precipitato nel Tirreno lungo la rotta Bologna-Palermo. È quanto ha deciso, con tre nuove sentenze, la Prima sezione civile della Corte di Appello di Palermo rigettando altrettanti ricorsi dell’Avvocatura dello Stato e condannando, ancora una volta, i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire 45 eredi delle vittime. Lo scorso 28 giugno, infatti, la stessa Corte aveva già condannato i due dicasteri a risarcire altri 39 familiari per ulteriori 17 milioni di euro. Nelle tre sentenze la Corte di Appello del capoluogo siciliano quantifica il danno rimandando ai motivi della sentenza del 28 giugno secondo cui Difesa e Trasporti “avrebbero dovuto attivarsi per le opportune reazioni” e per consentire, ad esempio, “l’intercettazione del velivolo ostile al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità di passeggeri ed equipaggio”. Il tribunale, sposando le conclusioni raggiunte in primo grado (concluso nel 2011 con la condanna degli stessi ministeri) e nell’ambito della lunga istruttoria penale condotta dal giudice Rosario Priore, ribadisce, sulla base del principio ‘più probabile che non’, che l’incidente del volo Itavia 870 si verificò “a causa dell’operazione di intercettamento realizzata da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del Dc9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell’ esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l’aereo nascosto oppure quale conseguenza di una quasi-collisione verificati tra l’aereo nascosto e il Dc9”. La Corte di Appello ha dovuto adeguarsi al recente orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione, secondo cui la vita non sarebbe un diritto risarcibile in caso di morte istantanea, e ha dichiarato prescritto il diritto al risarcimento per ‘depistaggio’, riducendo considerevolmente la misura dei risarcimenti. “Si tratta di una ulteriore conferma dell’ abbattimento del DC9 a causa di un missile, in una operazione di guerra non dichiarata”: hanno affermato all’ANSA, commentando le sentenze, gli avvocati Daniele Osnato e Alfredo Galasso, legali dei familiari delle vittime. “Purtroppo – hanno aggiunto – sono passati troppi anni da quel fatto, e dunque il depistaggio non è stato risarcito. Auspichiamo che lo Stato si assuma le proprie responsabilità ed ottemperi con immediatezza ai giudicati civili risarcendo i parenti delle vittime senza dover attendere il passare di altri anni oltre i 37 già trascorsi”. Per l’avvocato Osnato è “inaccettabile che la perdita istantanea di una vita sia ritenuta dalla Cassazione un danno non risarcibile in capo agli eredi”. “È incomprensibile – ha aggiunto il legale dei familiari dei passeggeri del volo Itavia – che lo Stato si sia reso corresponsabile di un disastro aereo, abbia poi depistato impedendo il raggiungimento della verità, ed adesso sia ritenuto esente dal risarcimento per intervenuta prescrizione. La Corte di appello palermitana non aveva scelta, ed ai parenti resta una grande amarezza. Trasmetterò gli atti alla Corte dei Conti, affinché avvii un’indagine nei confronti di quei 78 imputati di reato connesso che, compiendo gli atti di depistaggio di cui la Corte palermitana ha dato atto, l’hanno fatta franca per intervenuta prescrizione. E torneremo in Europa – ha concluso l’avvocato Osnato – chiedendo che si intervenga nei confronti di paesi come la Francia affinché si scoprano gli archivi segreti e i documenti in essi contenuti”.</div>
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Basterebbe questa storia a far svanire qualsiasi sentimento di fiducia nello stato, che ha fatto l'impossibile per proteggere i ministeri della difesa e dei trasporti alla faccia di quegli 81 disgraziati morti e dei loro familiari, per un'azione di guerra non dichiarata mantenuta segreta ancora oggi (dopo 37 anni) davanti all'evidenza dei fatti.<br />
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Viva lo stato, viva le leggi, viva la stupidita' dell'italiano mediocre privo di senso critico e della memoria.</div>
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Sources: <a href="http://stragi80.it/">Stragi80.it</a><br />
<a href="http://www.tp24.it/2017/07/12/cronaca/caso-ustica-stato-dovra-risarcire-milioni-euro-familiari-vittime/111326">TP24.it</a><br />
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mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-80295640956214798172017-10-20T01:49:00.001+01:002017-12-20T04:45:18.086+00:00Forse lo sei e non lo sai <b><br /></b>
<b>Questo testo è stato tratto e liberamente adattato da uno scritto di David Graeber, antropologo e anarchico statunitense.</b><br />
<b><br /></b>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyjC4UGjy37KVQwG2OZp_qn_oRwEL58sKZskyOllJvXydcOm5qhjrJJiOdfhJTtvrSATSuYbBpZmhgQHc4s2aSiqmMmYOBS9CRnFNQDV7DnIqfJOF5zs6DE9UUx3ScovUwYDiRKWfOLAMi/s1600/AreYouAnAnarchist.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="358" data-original-width="257" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyjC4UGjy37KVQwG2OZp_qn_oRwEL58sKZskyOllJvXydcOm5qhjrJJiOdfhJTtvrSATSuYbBpZmhgQHc4s2aSiqmMmYOBS9CRnFNQDV7DnIqfJOF5zs6DE9UUx3ScovUwYDiRKWfOLAMi/s320/AreYouAnAnarchist.png" width="229" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sicuramente hai già sentito la parola anarchia, ma probabilmente quello che sai dell’anarchia è frutto di pregiudizio e superficialità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla parola “anarchia” quelle più associate di solito sono violenza, caos, distruzione. Agli anarchici si pensa come a persone senza regole, disadattati, inaffidabili, egoisti, persone che vorrebbero vivere secondo la legge del più forte. </div>
<div style="text-align: justify;">
E se ti dicessi che questo è solo uno stereotipo creato e propagandato da chi trae vantaggio dal mostrare l’anarchia e gli anarchici in questo modo distorto?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà l’anarchico è solo una persona che, fra altri, si basa su due principali assunti:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<b>1</b>. Il potere è malvagio, pericoloso, qualcosa che corrompe.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>2</b>. L’essere umano, nel giusto contesto, è ragionevole, empatico, sociale e soprattutto in grado di rapportarsi agli altri ed organizzarsi senza che nessuno gli imponga come farlo, quindi non ha alcun bisogno di delegare decisioni ad altri né quindi delegare il potere e la responsabilità delle scelte, comprendendo che l’unica strada per la pace e l’armonia è quella legata all’aggregazione volontaria degli individui che si assumono la responsabilità delle proprie azioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Messa così suona già molto diversamente, vero?<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma si può dire di più: probabilmente la maggior parte di voi è già anarchica e non lo sa. La maggior parte di voi già crede nell’anarchia, sa che non è un’utopia e la pratica ogni giorno… solo che non se ne rende conto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Facciamo questo test insieme:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>DOMANDA 1</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se c’è una fila per salire su un autobus affollato, anche se non c’è polizia attorno, aspetti il tuo turno e non ti fai strada a gomitate?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se hai risposto “sì”, allora ti comporti abitualmente come un anarchico! Il principio anarchico fondamentale è infatti l’auto-organizzazione: la convinzione che gli esseri umani non hanno bisogno di essere minacciati con sanzioni per essere in grado di giungere a ragionevoli intese gli uni con gli altri, o per trattarsi a vicenda con dignità e rispetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se stai pensando che gli strumenti di coercizione sono necessari perché temi che ALTRI non si comporterebbero come te, è lo stesso ragionamento, evidentemente sbagliato, che hanno gli altri verso di te: ci sarebbe un ovvio interesse comune a comportarsi in maniera ragionevole con dignità e rispetto, non c’è alcuna ragione perché ci si comporti diversamente. Come vedi è la società che crea barriere dove non esistono e ci fa credere di avere bisogno di essere controllati e poi, come un cane che si morde la coda, è proprio questo controllo, questa coercizione che crea le CONDIZIONI che poi fanno nascere disuguaglianze, diffidenza e tensioni cioè gli elementi per cui poi noi invochiamo forme di controllo e coercizione. Capisci il paradosso?</div>
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<br /></div>
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<b>DOMANDA 2</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensi sia normale e fattibile fare parte di un club, di una società sportiva o di un’altra organizzazione volontaria in cui le decisioni non sono imposte da un leader ma prese sulla base del consenso generale?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se hai risposto “sì”, allora sostieni l’idea di organizzazioni che funzionino sulla base di principi anarchici! Un altro fondamentale principio anarchico è infatti quello dell’associazione volontaria basata sul principio del consenso. Gli anarchici sono convinti che l’intera società dovrebbe basarsi su questi principi poiché la coercizione applicata attraverso istituzioni gerarchiche o militaresche, tipo gli eserciti, le burocrazie e le grandi imprese, basate sulla catena del comando non sono affatto indispensabili, anzi, sono deleterie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Certo può sembrare un’utopia a molti, ma è quello che fate nella vita di tutti i giorni ogni volta che raggiungete un accordo volontario con qualcuno. E’ già la base della vita che vivete. Se si applicasse questo concetto all’intera società si avrebbe un insieme di individui che si relazionano volontariamente con altre persone ugualmente libere e, per questo, attente alla responsabilità verso gli altri che il loro agire comporta. Questa è l’unica condizione in cui ci può essere equilibrio e libertà senza alcuno sforzo perché è nella natura umana, viceversa quando a qualcuno viene dato un potere sulle altre persone e queste vivono nella coercizione e nella diffidenza, esse smettono di essere responsabili dando vita a comportamenti antisociali.</div>
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<br /></div>
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<b>DOMANDA 3</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Credi che i politici siano per lo più persone avide ed egoiste, a cui in realtà non importa nulla del bene comune o, nel migliore dei casi, attori di uno spettacolo inutile anche quando in buona fede? Pensi che il sistema economico in cui viviamo sia stupido e ingiusto?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Se hai risposto “sì”, allora tu sottoscrivi -almeno nelle sue linee generali- la critica anarchica della società attuale. Gli anarchici sono convinti che il potere corrompa e che coloro che cercano potere sono proprio le ultime persone a cui bisognerebbe affidarlo. Gli anarchici pensano che il nostro attuale sistema premi i comportamenti egoisti, coloro che sono privi di scrupoli, e sanzioni o renda inutili i comportamenti positivi legati all’empatia, alla condivisione. Ecco perché, anche quando in buona fede, i politici finiscono per diventare fautori e sostenitori di quel sistema, anche involontariamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente la maggior parte delle persone la pensa allo stesso modo. L’unica differenza con l’anarchico è che molti sono convinti che non ci sia niente da fare o che, se si facesse qualcosa, si finirebbe per produrre una situazione ancora peggiore di quella attuale.</div>
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<br /></div>
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Ma se ciò non fosse vero? Beh, anche tutte le previsioni catastrofiste sul cosa accadrebbe senza capitalismo e senza stati crollano semplicemente guardando alla storia e si rivelano ennesimi falsi stereotipi. </div>
<div style="text-align: justify;">
I popoli hanno vissuto senza governi per migliaia e migliaia di anni, molti più anni di quanti ne abbiano vissuti con gli stati e con il capitalismo. Anche oggi, in molte parti del mondo, esistono persone che vivono al di fuori del controllo dei governi, al di fuori di contesti economici e, sorpresa, non si ammazzano a vicenda. Prosperano. A meno che non siano messi a rischio dalla cosiddetta civiltà.</div>
<div style="text-align: justify;">
Semplicemente queste persone cercano di vivere le proprie vite come farebbe chiunque altro. Al contrario è la presenza dell’economia e degli stati che mette in pericolo la società proprio perché innesca meccanismi di competizione e deresponsabilizzazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se solo ci sforzassimo di analizzare l’intera storia dell’essere umano al netto dei cliché propagandati da chi, da questo sistema, trae vantaggio, scopriremmo che l’idea che siano gli stati a darci sicurezza e l’economia a darci benessere è l’esatto opposto di quello che è sempre successo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche se si può essere spaventati da un cambio di paradigma così forte, è solo l’illusione che questo sistema funzioni o che si possa migliorare che ci tiene legati in realtà all’unica cosa che invece sicuramente non funzionerà perché in antitesi alla natura umana. Gli anarchici credono che bisognerebbe combattere sia la paura che l’illusione e metterci insieme a lavorare su qualcosa che possa funzionare davvero.</div>
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<br /></div>
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<b>DOMANDA 4</b>. </div>
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Di solito ai bambini si ripetono frasi come “Non importa chi ha cominciato”, “Due cose sbagliate non ne fanno una giusta”, “Prima fai pulizia in casa tua”, “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”, “Non trattare male le persone solo perché sono diverse da te”.</div>
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Credi realmente che sia giusto insegnare queste cose ai bambini?</div>
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Se pensi sia giusto perché quelle frasi hanno un valore, allora dobbiamo chiederci se stiamo poi mentendo a noi stessi da adulti, perché quei semplici principi morali applicati alla società portano all’anarchismo.</div>
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Già solo le due frasi “Non importa chi ha cominciato” e “Due cose sbagliate non ne fanno una giusta” da sole spazzerebbero via la follia delle guerre e del sistema carcerario: due strumenti che non funzionano, non hanno mai funzionato né funzioneranno mai per lo scopo per cui esistono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché insegniamo ai bambini a condividere ed essere buoni se poi creiamo un mondo competitivo e ci ripetiamo che l’essere umano è cattivo per natura? Mentiamo a i bambini? O mentiamo a noi stessi da adulti per proteggere un sistema che non abbiamo il coraggio di cambiare ma sappiamo essere sbagliato?</div>
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Qualcuno dirà: “Certo ma continueranno sempre ad esistere persone veramente competitive ed egoiste”. E questo è un buon motivo per creare un sistema che premia e incentiva quelle persone? Quei comportamenti? O forse, al contrario, serve un sistema che li renda ininfluenti perché la massa collabora e ottiene risultati senza conflitti? </div>
<div style="text-align: justify;">
Il conflitto e la paura servono solo agli interessi di coloro che detengono il potere.</div>
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Questo è il motivo per cui gli anarchici auspicano una società fondata non solo sulla libera associazione ma anche sull’aiuto reciproco o mutuo appoggio. Il fatto è che la maggior parte dei bambini cresce credendo nei principi anarchici e poi deve gradualmente rendersi conto che il mondo degli adulti in realtà non funziona in questo modo. Questo è il motivo per cui molti diventano adulti ribelli, alienati o rassegnati, frustrati e amareggiati.</div>
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Ma cosa succederebbe se cominciassimo seriamente a costruire un mondo fondato sui principi di equità, condivisione e giustizia con cui ipocritamente cresciamo i bambini?</div>
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<b>DOMANDA 5</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Credi che gli esseri umani siano in realtà fondamentalmente corrotti e malvagi, che certe categorie di persone (le donne, la gente di colore, la gente comune che non è ricca o istruita) siano inferiori, e quindi devono essere obbligate ad essere governate da chi è migliore di loro?</div>
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Se hai risposto “sì”, allora è chiaro che, dopo tutto, tu non sei anarchico. Ma sei hai risposto “no”, allora è probabile che tu sottoscriva già il 90% dei principi anarchici e probabilmente stai già vivendo la tua vita in gran parte in accordo con questi principi. </div>
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Ogni volta che tratti un altro essere umano con cura e rispetto, tu sei anarchico. </div>
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Ogni volta che affronti le divergenze con gli altri cercando un compromesso ragionevole, ascoltando ciò che ciascuno ha da dire piuttosto che lasciando che una sola persona decida per tutti gli altri, tu sei anarchico. </div>
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Ogni volta che avresti la possibilità di costringere qualcuno a fare qualcosa e invece preferisci fare appello alla sua ragionevolezza e al suo senso di giustizia, cercando di fargli comprendere la situazione facendo leva sulla sua responsabilità, tu sei anarchico. </div>
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Lo stesso accade ogni volta che condividi qualcosa con un amico, oppure quando decidi chi dovrà lavare i piatti, questa volta, o fare qualsiasi altra cosa spiacevole o fastidiosa in base a un criterio di giustizia.</div>
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Ora tu potresti obiettare che questo è un metodo che va bene per far funzionare un piccolo gruppo di persone, ma che gestire una città, o una nazione è una faccenda del tutto differente. E naturalmente c’è del vero in quello che dici. Ma questo probabilmente deriva solo dal fatto che è molto complesso immaginare un sistema differente da quello in cui si è abituati a vivere e non mettere in discussione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Attraverso la decentralizzazione della società e mettendo quanto più potere è possibile nelle mani di piccole comunità si inizierebbe un percorso virtuoso che porterebbe alla nascita di nuove realtà (e molte già stanno nascendo) riportando le cose verso un sistema equo e libero.</div>
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Certo non è una cosa semplice, ma pensi che questo sistema in cui viviamo lo sia? Non solo non è semplice ma è anche sbagliato, ingiusto, corrotto.</div>
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Probabilmente stai pensando a quanti meccanismi complessi esistano in questo sistema, magari alcuni positivi, e che sarebbe complicato rivedere secondo i principi di equità, giustizia e libertà ma il solo fatto che una cosa sia complicata non significa di per sé che sia impossibile. Significa solo che è complicata. E se una cosa è talmente complicata da rivedere secondo quei principi, forse quella cosa non è solo complicata, è anche sbagliata.</div>
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In effetti gli anarchici hanno elaborato ogni sorta di idee e visioni diverse su come potrebbe organizzarsi e gestirsi una società complessa. Spiegarli però andrebbe molto al di là dello scopo di un breve testo introduttivo come questo.</div>
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Il punto è che gli anarchici confidano nel fatto che tutti i problemi possono essere affrontati e risolti secondo i principi di equità, giustizia e libertà, gli unici principi che possono realizzare un sistema in cui le persone possono essere felici e vivere una vita degna di essere vissuta in cui nessuno domini più su nessun’altro, in cui guerre, oppressione e sfruttamento diventino solo brutti ricordi.</div>
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Source:</div>
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<a href="https://youtu.be/RldSmdERw6U" target="_blank">Mason Massy James</a>: <br />
<a href="http://www.masonmassyjames.it/blog/" target="_blank">website </a><br />
<a href="https://www.youtube.com/user/ma55y/featured" target="_blank">youtube</a><br />
<a href="https://www.facebook.com/MasonMassyJames/?ref=br_rs" target="_blank">facebook</a><br />
<a href="https://www.instagram.com/mason_massy_james/" target="_blank">instagram</a><br />
<a href="https://twitter.com/MasonMassyJames" target="_blank">twitter</a><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/RldSmdERw6U" width="560"></iframe></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-59515749874239475532017-08-10T04:00:00.000+01:002017-10-20T01:50:08.260+01:00Femminismo e Patriarcato<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisr8QIJI6g3_NXshUs5z3ONTexmcYlhMjKF24aI78Yy7lOSE1hlN_AJZPAf3_Eg_EO1oU5OG7SrVv25GDTvkGh4b3sdEnChVyvByUnuxfsh_17co9RkLxRcTl0DCIcb425KCYsT3BrEF9J/s1600/18058035_1310226809063463_3279557954298314260_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="615" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisr8QIJI6g3_NXshUs5z3ONTexmcYlhMjKF24aI78Yy7lOSE1hlN_AJZPAf3_Eg_EO1oU5OG7SrVv25GDTvkGh4b3sdEnChVyvByUnuxfsh_17co9RkLxRcTl0DCIcb425KCYsT3BrEF9J/s320/18058035_1310226809063463_3279557954298314260_n.jpg" width="260" /></a></div>
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Essere parte di una minoranza discriminata non è una festa. Quello in cui non solo l'8 marzo (ma ogni giorno) dovremmo davvero auspicare, è una presa di coscienza che vada oltre gli stereotipi ed i luoghi comuni. Una riflessione che ci porti a capire che l'oppressione di qualcuno è sbagliata a prescindere da etnia, sesso o specie e che ci porti ad un'unica lotta contro il dominio e per la liberazione.</div>
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<br /></div>
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Il femminismo è l'idea che tutti gli individui appartenenti alla specie umana, per il solo fatto di appartenere alla specie umana e senza doti aggiuntive, sono meritevoli di uguale rispetto e hanno pari valore.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Femminismo significa lottare per la parità dei sessi, in quanto non è stata raggiunta perché ci sono diversi sistemi di oppressione che pongono alcuni gruppi di persone su un livello gerarchicamente superiore rispetto ad altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non si tratta, come alcuni pensano o hanno sentito dire, di un gruppo di donne pazze che vuole sterminare il genere maschile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Esatto, il femminismo non ha sentimenti verso gli uomini diversi da quelli che ha verso le persone di qualunque altro genere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per definizione, il femminismo difende l’uguaglianza di tutte le persone – e gli uomini rientrano nella categoria persone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se si trattasse di prediligere la donna rispetto all'uomo sarebbe soltanto un capovolgimento del problema, si tratterebbe di unione in quanto donne e non uniti in quanto femministi. Sostanzialmente donnismo anziché femminismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La violenza di genere non è “maschile”. E’ maschilista e patriarcale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Essere femministi significa essere contro il patriarcato, che è un sistema dove il potere ed i privilegi sono detenuti dall'uomo e che impone dei modelli o ruoli da seguire (anche all'uomo), pena l'essere discriminati.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per cui voler distruggere il patriarcato non significa combattere gli uomini, significa combattere le ingiustizie. Non è quindi solamente inserire la donna nel contesto lavorativo, economico e sociale. E' lottare perché la donna non debba imparare ad essere come un uomo per essere accettata.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'integrazione della donna nella società patriarcale non cambia la società, ma la donna.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I modelli ed i ruoli di genere derivanti dal patriarcato sono ovunque, dai più evidenti ai più radicati e nascosti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Blu è per i maschi, rosa è per le femmine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Carri armati, pistole e macchine sono per i maschi mentre le bambole, i fiori ed il makeup sono per le femmine.</div>
<div style="text-align: justify;">
I ruoli di genere ci impongono modelli di comportamento:</div>
<div style="text-align: justify;">
gli uomini devono essere dominanti e le donne devono essere sottomesse; gli uomini devono trovarsi un lavoro "vero", mentre le donne dovranno prendersi cura della casa e dei bimbi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo mette dei paletti mentali che diventano accettati da tutti e visti come la normalità, ma in realtà gli esseri umani (che siano uomini o donne) sono molto più di questo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre i ruoli di genere escludono completamente le persone che non si identificano in questa struttura binaria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Voler abolire i ruoli di genere non significa voler togliere la possibilità a qualcuno di sentirsi uomo, significa semplicemente voler che l'essere uomini o donne possa essere interpretato ed espresso in maniera personale, anziché acquisito aderendo ad un modello prestabilito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Significa voler eliminare tutte quelle differenze culturali venutesi a creare tra uomo e donna, imponendo dei ruoli, degli atteggiamenti, dei modelli da seguire a seconda del sesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vale quindi anche per i maschi, che crescono con un'idea ben precisa (quella patriarcale) di cosa significhi essere uomo. C'è ad esempio l'idea che l'uomo debba essere robusto, forte, aggressivo e che non debba piangere o mostrare emozioni. Vale anche per gli omosessuali, bisessuali o transessuali, per cui non vi è buona considerazione perché si allontanano dallo standard (eterosessuale).</div>
<div style="text-align: justify;">
Essere femministi significa essere contro il sessismo, che è la tendenza a valutare la capacità o l'attività delle persone in base al sesso ovvero ad attuare una discriminazione sessuale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per cui volerlo eliminare non significa essere contro l'uomo o che l'uomo sia sempre sessista; significa solo voler eliminare l'azione discriminatoria verso le donne.</div>
<div style="text-align: justify;">
Essere femministi significa essere contro i privilegi maschili.</div>
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<br /></div>
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Nella società patriarcale gli uomini hanno dei vantaggi. Non significa che tutti gli uomini abbiano privilegi, perché bisognerebbe tener conto della classe sociale, "razza", abilità. Ovviamente se sei un uomo, non è colpa tua. Non hai creato tu il sistema in cui viviamo, ma ne benefici in questo senso. Alcuni esempi banali possono essere: potersi vestire come si vuole, poter andare a letto con chi si vuole, poter tenere atteggiamenti volgari (anche per scherzo) senza essere considerati di cattivo gusto, non venir prima giudicato per il proprio aspetto fisico e sessuale, non venir reso un oggetto estetico e prettamente funzionale al piacere fisico o alla procreazione, etc..</div>
<div style="text-align: justify;">
Dunque si può godere di quei privilegi o prendere atto del fatto che sia difficile tirarsene fuori quasi quanto difficile è per le donne rivendicare diritti senza sentirsi dire di essere delle “femministe isteriche”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il privilegio maschile è quindi anche quello un dato strutturale e della cultura di cui è impregnato non ha colpa solo il maschio, ma chiunque la veicoli (donne incluse).</div>
<div style="text-align: justify;">
Avere questi privilegi non ti rende una cattiva persona, ma è necessario riconoscerli.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Concludendo, l'8 marzo deve essere molto più della "festa della donna". Deve essere un'azione culturale che agisce per ogni soggetto autodeterminato al quale non può essere imposta alcuna visione. Nessuna costrizione del pensiero, nessuna costrizione dei corpi, nessuna prigione morale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Deve essere la festa dell'autodeterminazione di tutti, ricordando che vi sono tante oppressioni che, avendo come matrice comune il dominio, vanno combattute in un'unica lotta.</div>
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<a href="https://www.facebook.com/Giacomo.Zoffoli96" target="_blank">Giacomo Zoffoli</a> (<a href="https://www.facebook.com/WhiteParasite/photos/a.1286355331450611.1073741828.1278060372280107/1310226809063463/?type=3&theater" target="_blank">Mosca Bianca</a>)mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-75239394504917649992017-06-17T14:23:00.000+01:002017-08-10T04:05:03.513+01:00Incendio della Grenfell Tower di Londra<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiATnlKQJ2hf8dI6-JEhdKL0AO0iugk64i8Gy995FEGbavZSXxT6HFCGD5UzfwYJgNnO2XGO6Ljs5IoXgw4rjiZ1Amv3ilbUSYIGyTqQCESO9Tr57UBkqAEZvelleJfEt4jsJjgdkR1lhgs/s1600/976-grenfell-tower.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="557" data-original-width="976" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiATnlKQJ2hf8dI6-JEhdKL0AO0iugk64i8Gy995FEGbavZSXxT6HFCGD5UzfwYJgNnO2XGO6Ljs5IoXgw4rjiZ1Amv3ilbUSYIGyTqQCESO9Tr57UBkqAEZvelleJfEt4jsJjgdkR1lhgs/s400/976-grenfell-tower.png" width="400" /></a></div>
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13 mesi fa (Maggio 2016) furono ultimati i lavori di rinnovamento della Grenfell Tower. La Kensington and Chelsea Tenant Management Organisation (KCTMO), che amministra l'edificio per conto del council, decise che l'edificio doveva apparire "bello" alla vista dei residenti e investitori di una delle zone più esclusive di Londra (Kensington and Chelsea London Borough).</div>
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<br /></div>
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Decisero di rinnovarlo attraverso la sostituzione delle finestre, l'installazione di un sistema di riscaldamento centralizzato, la riconfigurazione dei primi 4 piani e l'incamiciamento tramite una copertura (isolante). Avevano due opzioni di scelta per ricoprire l'edificio: una di materiale "antincendio" (costosa), l'altra di materiale altamente infiammabile (la più economica). Hanno scelto la seconda opzione, tanto chi se ne fotte di quella "gentaglia di basso rango", no?<br />
<a name='more'></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
L'incendio sembra essere iniziato al 4 piano e, grazie a quella copertura altamente infiammabile, si è velocemente propagato esternamente lungo tutto un lato dell'edificio per poi estendersi lungo gli altri 3 lati inglobando l'intera torre dall'esterno.</div>
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Le persone messe in salvo hanno dischiarato di non essere mai state ascoltate dalle autorita' competenti a proposito dell'altissima pericolosità di incendio della struttura.</div>
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Al momento i morti dichiarati sono 30, ma potrebbero essere molti di piu' perche' i dispersi consumati dalle fiamme non si contano ancora. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Nota: L'edificio non era munito di un sistema centralizzato di allarme antincendio, ma solo di allarme individuale all'interno degli alloggi.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Nota 2: In caso di incendio il piano previsto, e divulgato dalle autorita' agli occupanti dei 127 appartamenti, intimava le persone a rimanere all'interno dei loro alloggi (e così è stato, tanto da far ritardare fatalmente l'abbandono dell'edificio).</div>
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<a href="https://www.youtube.com/watch?v=CvY1oE7GwmI" target="_blank">source</a><br />
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<a href="https://www.youtube.com/watch?v=48PAdSoQJPE&t=8s" target="_blank">source 2</a><br />
<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=-vNCwQ7Z0xg" target="_blank">source 3</a><br />
<br />
<a href="http://www.bbc.co.uk/news/uk-40301289" target="_blank">source 4</a><br />
<br />mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-2575452593133607762017-06-10T12:05:00.001+01:002017-06-10T12:11:01.769+01:00Il Pianeta Verde [film]<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPHJKen-jQ1vogox7qItjsZVZAmReelFVEoVRW8lzS7ukCBJcSWJAUtSoQ5F61WGRd9Ke1SCNFJN1iu0Q-kYTe8O7vEY5RVY92av0knrmUeZMT0WsYH-2YRvuHdmwjmfi3EWkjBOAwBEqI/s1600/fcde09e57dbe41c31eb46151fb1d6cc2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="386" data-original-width="290" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPHJKen-jQ1vogox7qItjsZVZAmReelFVEoVRW8lzS7ukCBJcSWJAUtSoQ5F61WGRd9Ke1SCNFJN1iu0Q-kYTe8O7vEY5RVY92av0knrmUeZMT0WsYH-2YRvuHdmwjmfi3EWkjBOAwBEqI/s320/fcde09e57dbe41c31eb46151fb1d6cc2.jpg" width="240" /></a></div>
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"Il Pianeta verde" è un film francese del ’96 che mette in luce tutti i paradossi del mondo in cui viviamo attraverso il paragone con la società di un pianeta dove si vive con semplicità e genuinità, a contatto con la natura e concentrati sulla vera essenza umana. Un film coraggioso (per questo bocciato dalla critica), originale e che guarda lontano. Una pellicola che si dovrebbe proiettare in tutte le scuole e che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.</div>
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La regista Coline Serreau (che è anche l’attrice protagonista) affronta temi di grande importanza con ironia e intelligenza senza cadere mai nel banale. Un film che fa riflettere o meglio, che dovrebbe farci riflettere sul nostro presente e soprattutto sul nostro futuro.</div>
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Di seguito il film completo in italiano. Buona visione.</div>
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<a href="http://www.matteogracis.it/il-pianeta-verde/" target="_blank">source</a></div>
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<br />mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-78560215532200692272017-05-31T03:09:00.000+01:002017-06-17T14:27:05.361+01:00MODELLO ECONOMICO DOMINANTE<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZBmHrP1XbviUO3dn8DXmzxkDSFKMIk7t2BfEbmxdl3X5Oz1MYSGWWGMc7DnKpB01j8UXr0IAh5bY9Oe4OMKQSHmct1MumOMONvBZ1O9R4Urv-Z9ra-c5zM4dBDmSwUUuE4xRMEzybQc3i/s1600/il+manifesto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="569" data-original-width="367" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZBmHrP1XbviUO3dn8DXmzxkDSFKMIk7t2BfEbmxdl3X5Oz1MYSGWWGMc7DnKpB01j8UXr0IAh5bY9Oe4OMKQSHmct1MumOMONvBZ1O9R4Urv-Z9ra-c5zM4dBDmSwUUuE4xRMEzybQc3i/s320/il+manifesto.jpg" width="205" /></a></div>
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Secondo voi, le persone che hanno successo in questa societa' (in campi legati all' economia e il potere) che basa la sua stessa esistenza sulla competizione, potrebbero raggiungere questo successo grazie al fatto che sono semplicemente individui psicopatici?</div>
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A questo proposito vi invito a leggere questo estratto da un documento redatto dagli amici del <a href="http://www.devianceproject.com/DevianceProject/" target="_blank">Deviance Project</a> : "<a href="http://www.devianceproject.com/DevianceProject/manifesto-esteso/" target="_blank">Il Manifesto</a>", che potrete leggere <a href="http://www.youblisher.com/p/1674430-Deviance-Project-Manifesto-seconda-edizione/" target="_blank">online</a>, scaricare gratuitamente in formato <a href="http://www.devianceproject.com/DevianceProject/wp-content/uploads/2017/01/MANIFESTO-DEVIANCE-PROJECT-seconda-edizione.pdf" target="_blank">pdf</a>, oppure richiederne la <a href="http://www.devianceproject.com/DevianceProject/contactmanifesto/" target="_blank">versione cartacea</a>.</div>
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Buona lettura.</div>
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<b>MODELLO ECONOMICO DOMINANTE</b><br />
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DEFINIZIONE </div>
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Il concetto di Modello Economico Dominante, visto nell’ottica di invariante, necessita di alcune premesse. </div>
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Il termine Economia, nella sua basilare accezione, significa semplicemente l’organizzazione e la gestione di risorse, che non siano infinite, per il soddisfacimento dei bisogni. Il termine apparentemente sembra rappresentare quindi un’azione necessaria, logica e indispensabile per qualunque individuo e per qualunque società. </div>
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Nel corso della storia abbiamo visto succedersi svariati Modelli Economici che però presentavano molti punti in comune, cardini tuttora presenti nei principali modelli economici ed è su questi che ci concentreremo. Possiamo quindi considerare il Modello Economico Dominante come una superInvariante che contiene delle sotto-Invarianti che sono: Occupazione, Crescita, Moneta, Competizione. </div>
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La prima cosa che possiamo già notare è che la definizione di Economia che abbiamo dato poco sopra è ben distante da quello che i sistemi Economici rappresentano oggi. </div>
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Stando alla dottrina, l’Economia dovrebbe appunto basarsi principalmente su due pilastri: </div>
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<b>1)</b> <b>Gestione delle risorse</b>.</div>
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<b>2)</b> <b>Soddisfacimento dei bisogni</b>.</div>
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I Sistemi Economici disattendono completamente entrambi i crismi. Vediamo perché: <br />
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<b>1)</b> I Sistemi Economici non hanno mai tenuto conto, nelle loro equazioni, di quello che è il valore reale delle risorse e della loro sostenibilità (bilancio tra il loro consumo e le tempistiche di rinnovo naturale), anzi, l’unica legge economica che riguarda la disponibilità di un bene o di una risorsa ci dice semplicemente che, quando questa è scarsa, il relativo prezzo aumenta, i beni e le risorse diventano più preziosi. Quindi possiamo dire che non solo i Sistemi Economici non si occupano della gestione delle risorse nel vero senso descritto, ma le loro equazioni fanno sì che la scarsità di un bene o di una risorsa sia una situazione profittabile e quindi auspicabile da chiunque ne abbia interesse. In un mondo globalizzato e con poche multinazionali che controllano una quantità e varietà di prodotti gigantesca, è facile comprendere come la scarsità possa essere una situazione facilmente generabile artificialmente per l’enorme profitto di pochi a scapito della collettività. Effettivamente tutto quello che concerne la sostenibilità dell’uso delle risorse, il loro impatto sull’ambiente, sulla salute, ecc. è stato relegato a un aspetto marginale, di concezione relativamente recente, che potrebbe addirittura mettere i bastoni tra le ruote dei meccanismi economici, quindi anche socialmente e psicologicamente screditato, a volte persino deriso, visto come un pericoloso attacco alla libertà di iniziativa economica garantita dalle nostre moderne costituzioni, un attacco al progresso e al benessere. Un vero ossimoro. </div>
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<b>2)</b> Se la società non è riuscita a soddisfare i bisogni primari dell’essere umano, i Sistemi Economici hanno completato l’opera facendoli diventare semplice merce di scambio. L’economia non risponde ad alcun bisogno che non sia fonte di guadagno e quindi apparente fonte di progresso e benessere. Tutti i bisogni primari, individuali, collettivi, sociali che non generano un profitto non rientrano in alcuna equazione. Un ottimo esempio di questa assurdità è il termometro usato per stabilire la solidità economica di uno stato: il PIL. Questo strumento considera fattori positivi di crescita elementi socialmente contrari al soddisfacimento dei bisogni e della felicità della collettività come la produzione di armi, di farmaci, aumento dell’inquinamento industriale, ecc. Paradossalmente, attività positive come potrebbero essere la diminuzione dei crimini, dell’inquinamento, dei consumi e dello spreco, delle malattie e di altri problemi sociali, sono visti come deleteri per la situazione economica perché di fatto, secondo i canoni del modello economico dominante, queste attività comportano una diminuzione dei posti di lavoro, dei fattori di produzione, una minore circolazione di beni e servizi ecc. </div>
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In questa visione appare chiaro che il Modello Economico Dominante non è uno strumento per il soddisfacimento dei bisogni ma, patologicamente, è un insieme di regole, leggi, assunti, dogmi autoreferenziali assolutamente privi di qualunque connessione con la qualità reale degli elementi in gioco e la realtà della vita delle persone. Le sue regole trovano nutrimento cannibalizzando i nostri bisogni, il nostro lavoro, il nostro tempo, la nostra intera vita e vengono strumentalizzati con l’unico scopo di mantenere il sistema economico col pretesto falso e doloso che il suo essere “in salute” equivalga al nostro essere “in salute” quando in realtà è esattamente l’opposto. È come seguire i consigli di un dottore il cui unico interesse è quello di guadagnare dalla malattia del proprio paziente. </div>
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OCCUPAZIONE </div>
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Un altro elemento esemplificativo di questa follia è il concetto di Occupazione. Come abbiamo visto, all’interno della finzione economica il Lavoro non segue i reali bisogni della collettività. Una conseguenza di questo è il fatto che uno dei punti chiave e massimo traguardo del Modello Economico Dominante è la piena occupazione. Appare evidente quanto sia assurdo e scollegato dalla realtà un sistema che funziona e prospera perseguendo una situazione in cui tutte le persone siano “occupate” e quindi lavorino, a prescindere dalla valutazione di cosa sia davvero necessario fare per soddisfarne i bisogni, valutazione che dovrebbe essere l’unico requisito su cui basare la concezione e l’organizzazione del lavoro. Il Modello Economico Dominante non punta a liberare l’essere umano dal lavoro, bensì ha bisogno che l’essere umano lavori. </div>
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CRESCITA </div>
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Alla base di questa scelta di direzione, comunemente data per scontata da economisti e politici, c’è un’idea illusoria chiamata crescita, ossia la credenza che il concetto di ricchezza di una comunità si concretizzi nella necessità di una sua crescita virtualmente infinita che però non fa riferimento al miglioramento delle condizioni socio economiche, ma esclusivamente al PIL e quindi a una valutazione totalmente sconnessa dalla realtà. </div>
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La crescita è un fattore imprescindibile che si realizza nell’illusorio matrimonio tra la piena occupazione (quindi del lavoro) e la produzione di beni e servizi, considerati nella finzione economica la vera ricchezza. È necessario che la richiesta di beni e servizi aumenti costantemente a prescindere dal reale bisogno (la cosiddetta domanda), infatti la funzione di ogni operatore economico non è solo quella di soddisfare la domanda esistente, ma si concentra soprattutto nel crearne il più possibile per poterla coprire e così incrementare il ciclo economico “domanda-produzione-lavoro-consumo”. </div>
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Un’ultima osservazione sulla fallacia del concetto di crescita infinita, con rilevanza alla definizione di economia, riguarda la palese contraddizione tra la gestione oculata delle risorse (teoricamente imprescindibile) e il loro sfrenato consumo sacrificato a questo paradigma imperativo dell’economia stessa. Quindi possiamo dire che l’economia ha in sé un paradosso illogico che nessuna teoria economica si prende la briga di giustificare e tantomeno risolvere. </div>
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MONETA </div>
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Lo strumento senza il quale il Modello Economico dominante non potrebbe funzionare è la moneta. A prescindere dal suo stato materiale o virtuale, rappresenta l’unità di misura che sostituisce il valore reale di beni e servizi, teoricamente per una maggiore comodità al fine dello scambio. </div>
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In questo sistema di cose, quindi, qualsiasi bisogno economico è quantificabile in una somma monetaria. Psicologicamente questo crea due principali meccanismi. Il primo è quello di sconnettere l’interpretazione umana del valore reale e intrinseco di beni e servizi relativi ai nostri bisogni, con il loro valore monetario dettato invece da leggi di mercato influenzabili da una quantità di variabili indefinite, aleatorie e spesso non connesse alla realtà delle cose. Il secondo meccanismo, direttamente correlato al primo, è quello di sostituire la soddisfazione diretta del bisogno con la ricerca del capitale necessario al suo acquisto. Questo aspetto può sembrare banale ma, a pensarci bene, chiunque abbia bisogno di un certo bene sarà obbligato a tollerare anche possibili danni o azioni inutili per acquisire il capitale necessario per averlo, commettendo azioni che mai avrebbe compiuto se non avesse avuto bisogno di un capitale finanziario. Infatti se provassimo a pensare a 10 modi per ottenere un capitale procurando danno a persone o cose, siamo certi che verrebbero in mente molte ipotesi, facilmente anche più di 10 (rapimento, usura, spaccio, truffa, furto, ecc.), mentre con molta più difficoltà verrebbero in mente azioni benevole con lo stesso scopo. </div>
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Una conseguenza drammatica di questa sconnessione tra valore reale e valore monetario, unita alla necessità di dover compiere un lavoro spesso non necessario e spesso non scelto solo per arrivare a soddisfare bisogni primari, obbliga a vivere gran parte della vita in un’illusione. Col tempo questa finzione si radica a tal punto che, anche nei pochi momenti di riposo dal lavoro, essa viene perpetuata volontariamente coltivando interessi che riproducono l’illusione stessa, addirittura vivendola passivamente attraverso un mezzo elettronico. </div>
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A dimostrazione che questa è un’attitudine generale, basti notare come, persino nella parte privilegiata della società e del mondo, l’attivismo (sociale, artistico, di protesta, ecc.) sia un pratica di nicchia spesso mal vista. Un’attività oltretutto anche difficilmente praticabile vista la scarsità di tempo, energie e risorse di cui si dispone quando si è costretti a lavorare per la semplice sopravvivenza, condizione non a caso sempre più diffusa. </div>
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COMPETIZIONE </div>
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Il fisico teorico Emilio Del Giudice, pioniere della teoria delle stringhe nei primi anni settanta, ci ha spiegato chiaramente che “la legge della biologia richiede la cooperazione, mentre la legge dell’economia richiede la competizione, quindi in questo senso l’economia è intrinsecamente un fatto patologico. La specie umana non può avere la possibilità di formarsi se i suoi componenti non hanno la possibilità di risuonare tra di loro, perché la competizione è evidentemente contraria alla risonanza. In questa condizione il problema della salute e della felicità non potrà mai essere risolto, con buona pace di tutti gli psicologi che non potranno che ottenere risultati transitori.” </div>
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Lo stesso concetto di guadagno così banalmente accettato e auspicato, non solo da tutte le dottrine economiche ma anche dall’intera società, si rivela in tutta la sua follia davanti alla semplice osservazione che il guadagno è qualcosa di non necessario e che, di conseguenza, si è tolto a qualcun altro. Forse il fatto che si chiami “venduto” qualsiasi cosa o persona abbia perso i propri valori o sia stato denaturato e abbia perso di vista il suo scopo primario è indice di quanto in realtà il senso comune ci vorrebbe antagonisti di un modello sociale basato sullo scambio economico. </div>
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ANALISI DELLE INVARIANTI ECONOMICHE </div>
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Continuando la nostra indagine basata sulla psicologia sociale, cosa ci dice questa delle Invarianti economiche? Da numerosi e recenti esperimenti sociali mirati a capire come i soldi e i rapporti economici influenzino le persone, è chiaramente emerso che più il grado di ricchezza di una persona aumenta, più diminuiscono i suoi sentimenti di compassione ed empatia, addirittura i ricchi hanno la tendenza a moralizzare l'avidità come fosse un valore. Attraverso questi esperimenti si è notato come, ad esempio, le auto più costose sono quelle che si fermano meno presso i passaggi pedonali; che davanti ad una offerta incondizionata di soldi, sono i ricchi a prendere più soldi rispetto ai poveri; le persone con reddito più alto sono più inclini a prendere delle caramelle a loro vietate perché destinate ai bambini… </div>
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Una serie di esperimenti più interessanti riguarda delle partite di monopoli in cui i partecipanti erano perfettamente consapevoli della manipolazione della partita in modo che uno di questi fosse palesemente più ricco e avvantaggiato dell’altro. L’esperimento consisteva nel verificare il cambiamento di comportamento dei giocatori durante la partita. Si è notato come i giocatori favoriti muovevano le pedine più rumorosamente, erano più inclini allo sfottò, mangiavano più salatini posti sul tavolo per entrambi dagli esaminatori e, addirittura, i giocatori favoriti erano soliti attribuire la vittoria della partita non alla manipolazione delle regole in loro favore, al vantaggio iniziale o alla fortuna di essere stati scelti per quel ruolo, ma alla loro abilità nel gioco. È interessante sottolineare come la stessa partecipazione alla partita sia una tacita accettazione dell’equità delle regole. In particolare, nel monopoli, chi gioca accetta di avere come scopo la monopolizzazione delle risorse a scapito degli altri e mai si sognerebbe di giocare per perdere o anche solo per mantenere un equilibrio con gli altri giocatori. La nostra società è così diversa dal monopoli? A giudicare dalle analogie con la realtà, il gioco del monopoli sembra una fedele riproduzione del Modello Economico Dominante semplicemente in scala ridotta. </div>
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Per citare un articolo apparso sul Guardian nel 2011 a firma di George Monbiot: “Intelligenza? Talento? No, gli ultra-ricchi arrivano ai loro privilegi grazie a fortuna e brutalità. Se la ricchezza fosse il risultato inevitabile di duro lavoro e di impresa, ogni donna in Africa sarebbe milionaria. […] Molti di coloro che sono ricchi oggi, lo sono perché sono stati in grado di accaparrarsi alcuni posti di lavoro. Questa capacità è derivata non dal talento e dall’intelligenza, ma da una combinazione di sfruttamento spietato degli altri e dalle condizioni in cui sono nati, visto che tali posti di lavoro sono distribuiti in modo sproporzionato in base al luogo di nascita e alla classe di appartenenza.” Il giornalista prosegue citando i risultati dello psicologo Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia, che demoliscono ciò che si pensa dei personaggi di successo della finanza. Infatti egli ha scoperto che il loro apparente successo è un’illusione cognitiva. Ad esempio ha studiato i risultati ottenuti da 25 consulenti finanziari in otto anni di carriera e ha scoperto che la coerenza delle loro performance è stata pari a zero, ovvero "i risultati assomigliavano a quello che ci si aspetta da un lancio di dadi, non da un gioco di abilità." Coloro che hanno ricevuto i più grandi bonus avevano semplicemente avuto più fortuna. Tali risultati sono stati ampiamente replicati. Essi mostrano che i commercianti e gestori finanziari di tutta Wall Street ricevono la loro massiccia remunerazione per eseguire un lavoro che è paragonabile a quello di uno scimpanzé che lancia una monetina. Quando Kahneman ha cercato di farlo notare venne ignorato perché “l'illusione di avere un’abilità [...] è profondamente radicata nella loro cultura." </div>
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PSICOPATIA DEL POTERE </div>
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Per la psicologia sociale non è un mistero che la psicopatia e il successo nella società, in rami legati al potere e all’economia, abbiano uno strettissimo legame. Per psicopatico s’intende una persona con un basso o nullo tasso di empatia verso il prossimo e che quindi non prova rimorso a compiere atti che ledano gli altri; un soggetto perciò senza scrupoli, responsabilità, sensi di colpa; un soggetto che presenta una netta tendenza alla menzogna, alla manipolazione, al cinismo; che è estremamente egocentrico e per ottenere dei risultati non guarda in faccia nessuno. Quando usiamo il termine “psicopatia” non lo intendiamo assolutamente con riferimento all’approccio che ne ha la psichiatria: infatti vogliamo ben allontanarci dalla visione medicopatologica di un comportamento (in questo caso la psicopatia appunto) che riteniamo un’assurdità scientifica ma prima di tutto logica, il più delle volte usata per reprimere comportamenti che si discostano da uno standard socialmente accettato. Nel nostro caso stiamo usando la parola “psicopatia” semplicemente per indicare un insieme di comportamenti che hanno ripercussioni negative sul prossimo e sulla società. </div>
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Molti studi, libri e ricerche in questo campo (come la ricerca “Disordered Personalities At Work” del 2003, di Belinda Board e Katarina Fritzon dell'Università del Surrey, o come il saggio “Psicopatici al potere” di Jon Ronson, giornalista, scrittore e sceneggiatore britannico, o come il libro di Luigi Zoja, psicoanalista e laureato in economia, “La morte del prossimo“ del 2009) hanno denunciato come, nella realtà delle cose, siano le persone tendenti alla psicopatia quelle che hanno più successo nella società. Il motivo di questo successo va ricercato proprio nei meccanismi su cui si basa la società e nei mestieri che ne determinano i cambiamenti essendo più incisivi sulla società stessa come possono essere la finanza, la politica, la giustizia, ecc. </div>
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Da questi studi emerge in maniera evidente che le persone che non hanno alcuna tendenza alla psicopatia e quindi sono generose, buone, altruiste e con forte senso empatico, fanno fatica ad emergere nei campi chiave della società poiché questi espressamente richiedono doti opposte. Quindi in questo sistema di filtraggio naturale delle personalità e dei comportamenti, vediamo attuata una automatica selezione che fa arrancare i buoni ed emergere gli psicopatici, ottenendo come inevitabile ed ovvio risultato un mondo governato e gestito da psicopatici. La psicopatia è probabilmente il carattere psicologico più antisociale che esista eppure, a causa dei meccanismi creati dalle Invarianti, abbiamo creato un modello di società in cui questo è diventato un tratto positivo e auspicabile per avere successo, una marcia in più per diventare leader in qualche settore. </div>
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Questa è la conseguenza di un sistema in cui proliferano i “corporate psychopath” (termine coniato da Babiak, Neumann & Hare nel 2010), ovvero psicopatici aziendali o cosiddetti psicopatici di successo che, attraverso le caratteristiche tipiche dello psicopatico criminale medio (quindi mancanza di empatia e di rimorso, egocentrismo, tendenza a manipolare), in combinazione a contesti familiari ed economici favorevoli, ottengono quello che vogliono dietro un paravento di normalità. Infatti è anche grazie all’accettazione da parte nostra che queste attività criminali fioriscono proprio perché, ad esempio, abbiamo accettato di chiamare “strategia aziendale” azioni che possono ledere più di quanto possa fare un pericoloso criminale di strada. </div>
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Nel ramo dell’economia e della finanza, secondo Luigi Zoja, “l’accelerazione imposta alla società dalla rivoluzione informatica e dalla competizione del mercato ha eliminato persone dotate di fedeltà, cautele e scrupoli, favorendo l’emergere di tipi intuitivi, cinici, opportunisti”. Questa è una conseguenza prevedibile dei meccanismi di dissociazione intrinsechi all’economia che portano all’assopimento della normale e naturale attitudine all’empatia poiché avere cura e preoccuparsi del prossimo diventano degli ostacoli quando si ha a che fare con il raggiungimento di obiettivi economici, guadagno e rendimento finanziario. </div>
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Molti pensano che si potrebbe porre un freno a questo problema sottoponendo i manager ad un test psicologico per allontanare il pericolo che questi presentino comportamenti antisociali. Ovviamente questo è assurdo: in primis l’esperimento di Stanford ha ampiamente dimostrato come elementi considerati normali possano sviluppare comportamenti antisociali se posti nel contesto opportuno. Secondariamente sarebbe a dir poco illogico selezionare persone empatiche e “buone” per fargli gestire un settore in cui, per definizione, si ricerca guadagno e ricchezza, che si basa perciò su un comportamento predatorio a spese del prossimo in cui vincere significa, per forza di cose, fare in modo che l’altro perda. </div>
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È assurdo nella nostra società pensare di doversi preoccupare maggiormente di comportamenti antisociali come i crimini comuni (furti, omicidi, stupri…), nell’immaginario collettivo portati a compimento dalle persone peggiori che esistano, sempre in vetta alle cronache, sulle prime pagine dei giornali e per cui ci si affanna quotidianamente a trovare una soluzione, quando il comportamento antisociale per eccellenza, la psicopatia, è premiato dal sistema e genera i peggiori crimini della storia come guerre, genocidi, crack finanziari, bolle speculative, colpendo migliaia, milioni di persone alla volta. Siamo di fronte ad un sistema che favorisce il concretizzarsi dei più gravi e dannosi crimini concepibili semplicemente facendo sì che i criminali siano favoriti per il comando. Questo avviene automaticamente, per le regole su cui il sistema è basato e che non riusciamo a criticare, tanto che persino i crimini generati diventano qualcosa di accettabile, al punto che un omicidio efferato scatena più emozioni negative e di disgusto di un bombardamento a tappeto o della fame nel mondo. In poche parole abbiamo un modello sociale che premia comportamenti che distruggono la società. </div>
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QUINDI, ECONOMIA? </div>
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Tornando alla definizione di economia, in particolare al concetto di risorsa e della sua gestione a seconda dei bisogni umani, è adesso molto più chiaro quanto sia fallace la mentalità economica: l’ottica necessaria a far funzionare qualsiasi tipo di economia è quella di vedere ogni cosa, persona, animale e la stessa terra come una risorsa da gestire e sfruttare, subordinata al bisogno e alle necessità umane. </div>
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Questa visione del Tutto come un oggetto “consumabile’’ genera psicologicamente una dissociazione e apre le porte all’abuso di quel Tutto a seconda dei bisogni umani (anche indotti). Le regole della natura impongono un bilancio e una connessione continua fra le sue componenti quindi un qualunque elemento che si separi da essa e veda tutto il resto come qualcosa da gestire, usare, sfruttare, non importa in che modo, svela una forma mentis pericolosa, fallimentare e autodistruttiva già a monte. Perciò non dovrebbe stupirci il fatto che i modelli economici si siano sviluppati nel modo canceroso che abbiamo descritto, proprio perché costruiti su questo cardine psicologico troppo spesso sottovalutato. </div>
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LA NON-ECONOMIA DEL DONO </div>
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Quando parliamo di “non-economia del dono” ci riferiamo a quella che comunemente viene definita “economia del dono”. Il motivo per cui abbiamo anteposto una forma di negazione alla parola economia risiede nelle caratteristiche di questa forma di relazione sociale che, in effetti, non ha nessun punto in comune con l’economia. La non-economia del dono infatti non presenta il concetto di scambio, di guadagno, di valore, di competizione che sono invece fondanti nel concetto classico di economia. </div>
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Quello che abbiamo affermato sin qui sull’economia potrebbe portare alcuni ad equivocare che uno scambio di beni e servizi non sia possibile e che addirittura si metta in discussione il soddisfacimento dei nostri bisogni, ma basta l’esempio della noneconomia del dono a scongiurare questa visione. </div>
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La non-economia del dono, da non confondere col baratto, non fa nascere lo scambio di beni e servizi da un accordo basato sul presunto valore degli stessi. Lo scambio avviene invece su un principio di buon senso per cui, davanti ad un bene e una persona che ne ha bisogno, non c’è nessun buon motivo ad ostacolarne la convergenza. </div>
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Persino nel baratto, dove il valore dei beni e servizi è meno manipolabile e più vicino alla realtà, le persone sono già portate a dare meno per ricevere di più continuando a supportare la competizione umana tipica del Modello Economico Dominante. Il fatto è che legare gli scambi economici al loro valore, plasma una società basata sulla diffidenza, sull’ottenimento del massimo profitto che inevitabilmente è la perdita di qualcun altro, generando una spirale di sospetto e sfiducia velenosi per qualsiasi società. La rete di rapporti umani che si creerebbe invece con la non-economia del dono concretizzerebbe una prevenzione dei conflitti sociali di gran lunga superiore ai migliori modelli educativi proposti dal sistema che ovviamente sono soffocati e disinnescati dall’infestante competizione economica. </div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjcAhPOnJWGx2qjlBOdpxjxRLdM0J_ve5iGsMj-6OfDsMnxOobUjaFiHjYVkds1x26kK8Rqy3fiJkZsqbc2XewG8KmdOSNXDyl-ERKDbM0QUVHE4vdcbqbQgsEdy6ji360bNHVgfabXYKy/s1600/buonismo+vs+razzismo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjcAhPOnJWGx2qjlBOdpxjxRLdM0J_ve5iGsMj-6OfDsMnxOobUjaFiHjYVkds1x26kK8Rqy3fiJkZsqbc2XewG8KmdOSNXDyl-ERKDbM0QUVHE4vdcbqbQgsEdy6ji360bNHVgfabXYKy/s320/buonismo+vs+razzismo.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="text-align: justify;">Ma voi, risvegliati conoscitori della verita', chiassosi nazionalisti ripetitori esperti di luoghi comuni in cerca di soluzioni dalla politica delle istituzioni, come la considerate la condivisione compulsiva quotidiana di qualsiasi cazzata che punti il dito sul migrante e sull'immigrazione in genere? </span><br />
<div style="text-align: justify;">
Secondo me, la cosa tragicomica e' che persone che ragionano per concetti nazifascisti, intolleranti verso la diversita' in genere, dicono a me di essere manipolato e non riescono proprio ad accettare il fatto di essere razzisti.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di guardare il filmato in coda al post, vi invito alla visione di quest'altro (<a href="https://youtu.be/ttcexzSN0-g" target="_blank">https://youtu.be/ttcexzSN0-g</a> ), e vi propongo la lettura della sezione FAQ qui di seguito (creata dagli amici del <a href="http://www.devianceproject.com/DevianceProject/" target="_blank">Deviance Project</a>) al fine di godere di una migliore esperienza informativa.<br />
<a name='more'></a></div>
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<b>FAQ migranti</b></div>
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<span style="font-weight: bold;"><br /></span></div>
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– “<i><b>Ci rubano il lavoro</b></i>”:</div>
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<div style="text-align: justify;">
In realtà incrociando i dati tra i lavori svolti dai migranti e dagli autoctoni si colgono spesso dinamiche di complementarietà e non di sostituzione, caso valido anche in Italia come recentemente sottolineato dall’INPS che analizza questi numeri. I tassi di occupazione stessi indicano come, pur trovando lavoro, i migranti fanno più fatica degli italiani. Secondo un recente rapporto OCSE infatti il tasso di occupazione dei lavoratori stranieri è di 2,5% inferiore a quello, già basso, italiano, numero che scende al 10% in meno nella fascia tra i 15 e i 29 anni.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Gli danno 35 euro al giorno</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Questi fondi vengono assegnati a chi ospita i migranti, non ai migranti ai quali viene assegnata solo una diaria di circa 2 euro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Ne stanno morendo sempre di più in mare quindi dovremmo smetterla di salvarli, per il loro bene</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Il maggior numero di vittime da solo non basta ad arrivare a un ragionamento simile, altrimenti allo stesso modo si potrebbe mostrare il numero di sbarchi sempre maggiore e sostenere che invece ne stiamo salvando sempre di più, quindi la cosa sta funzionando.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Non scappano da nessuna guerra</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Attualmente in Africa la guerra coinvolge 29 Stati e si contano 229 tra milizie-guerrigliere, gruppi terroristi-separatisti coinvolti.</div>
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<a href="http://www.guerrenelmondo.it/?page=static1258218333" target="_blank">http://www.guerrenelmondo.it/?page=static1258218333</a></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque non tutti i migranti scappano dalla guerra, ovviamente, ma se qualcuno decide di lasciare il proprio paese, attraversare deserti, rischiare di essere presi dalle milizie sulle coste africane ed essere rinchiusi senza garanzie legali, attraversare il mare dove, si sa, si muore in parecchi e alla mercé di trafficanti di uomini che uccidono per uno starnuto… forse ha un buon motivo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Stanno negli Hotel a 5 stelle</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Alcune volte i rifugiati sono ospitati in alberghi e pensioni, ma si tratta di situazioni eccezionali e non certo lussuose. Questo avviene solo quando i posti Sprar non sono sufficienti ed entra in gioco il sistema di accoglienza straordinaria (Cas). L’accoglienza di lusso è una bufala. L’accoglienza in modeste pensioni è l’eccezione. Fare passare l’accoglienza di lusso per la norma è pura propaganda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.ilpost.it/2016/09/08/migranti-alberghi-salvini/" target="_blank">http://www.ilpost.it/2016/09/08/migranti-alberghi-salvini/</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Cellulare e wifi, che pretese</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Per i migranti il cellulare non è un capriccio che usano per mandare messaggi Whatsapp alla mamma e dire di buttare la pasta. Per chi fugge e si trova costretto a intraprendere un lungo e pericoloso viaggio, i cellulari sono beni di prima necessità: il mezzo più economico per stare in contatto con i propri familiari, nonché per orientarsi grazie alla geolocalizzazione.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>C’è una forte speculazione sulle migrazioni</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono cosche mafiose che guadagnano sugli ospedali e sui malati, c’è chi specula sull’edilizia, sulle adozioni, sui canili, sulle ricostruzioni dopo terremoti. Su tutte le disgrazie c’è sempre una speculazione. Quindi? Fermiamo tutto quello su cui si può speculare? Smettiamo di curare la gente, di dare in adozione gli orfani, di ridare una casa a chi l’ha persa…?</div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema è e rimane la speculazione. Se si ritiene di non dover salvare persone in mare perché c’è qualcuno che specula non si sta cercando di fermare una speculazione, si sta solo esercitando una grande ipocrisia: si può combattere la speculazione e nel frattempo continuare a salvare persone.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Le ONG li vanno a prendere</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Dire che senza le ONG i migranti non partirebbero significa ignorare sia la storia delle migrazioni che arrivare a pensare che qualcuno possa rischiare la vita in mare solo perché c’è una nave che passa e che forse lo salva.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Le ONG sono colluse con gli scafisti</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Se esiste questa collusione le migrazioni non spariscono così come non spariscono le tragedie che spingono le persone a partire.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Ci portano le malattie</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Medici Senza Frontiere risponde che i migranti non rappresentano un rischio per la salute pubblica. Nel corso di dieci anni di attività medica in Italia, non c’è stato, infatti, nessun caso di emergenza sanitaria legata alla presenza di migranti sul territorio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Li fanno sbarcare tutti da noi</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo la legge i migranti salvati in mare vanno portati nel porto sicuro più vicino. Per sicuro si intende anche dal punto di vista della garanzia dei diritti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se la maggior parte vengono recuperati tra la Sicilia e la Libia/Tunisia questi sarebbero i porti più vicini, oltre a Malta.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Libia è un paese nel caos e gli stessi migranti subiscono ogni genere di violenza passando di lì.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Tunisia non ha nemmeno una legge sul diritto di asilo.</div>
<div style="text-align: justify;">
A Malta, al di là della scarsa superficie, mezzi e strutture, i centri di accoglienza sono praticamente delle carceri. Si può aspettare anche 10 anni dentro se non si hanno documenti, a prescindere che tu sia un minore. <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/27/malta-sullalcatraz-del-mediterraneo-vivono-5mila-migranti-ma-qui-nessuno-vuole-approdare/1624309/" target="_blank">http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/27/malta-sullalcatraz-del-mediterraneo-vivono-5mila-migranti-ma-qui-nessuno-vuole-approdare/1624309/</a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il porto vicino più sicuro è l’Italia.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Li portiamo tutti in Italia</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2015, degli oltre 65 milioni di persone costrette alla fuga, l’86 per cento è rimasto nelle aree più povere del mondo, mentre solo il 6 per cento è arrivato nel Vecchio Continente. In Italia si trovano 118.000 rifugiati (ovvero 1,9 ogni 1000 italiani) e 60.000 richiedenti asilo: questo significa che il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione totale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Non sarebbe più facile aiutarli a casa loro?</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Tecnicamente sarebbe più corretto dire “smettere di fare casino a casa loro”, comunque no, non è più semplice, ma sì, sarebbe l’ideale. Molti dei problemi che spingono le persone a migrare sono legati a situazioni socio-politiche o economiche derivanti da ingerenze degli stati del “primo mondo”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe l’ideale riuscire a risolvere i problemi di partenza nei loro paesi perché è tragico che uno sia costretto a partire e passare quello che passano i migranti. Questo si può ottenere facendo una critica forte all’operato dei paesi del primo mondo sia a livello politico che economico, iniziando a fare forti pressioni in merito, cambiando il nostro stile di vita, creando consapevolezza… e allo stesso tempo, finché le cose non vengono risolte, possiamo occuparci di chi parte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Creano degrado</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo dipende dal modo in cui i migranti vengono accolti. Fanno clamore le notizie di mancata integrazione, bighellonaggio e criminalità, spesso esagerate dai media o addirittura inventate di sana pianta. In realtà in molti casi i profughi hanno contribuito a valorizzare il territorio (come nei casi dell’Orto botanico di Bergamo) e le sue produzioni caratteristiche, organizzando insieme alle cooperative locali start-up agricole come quelle di Asti e Rieti. In altri casi, per sdebitarsi dell’accoglienza i rifugiati hanno tenuto corsi di lingua gratuiti per gli italiani.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se queste realtà sono possibili, se semplicemente guardando alla storia alcune migrazioni si sono risolte con una perfetta integrazione, è evidente che il legame migrazione-degrado non esiste e dipende esclusivamente dalla gestione delle stesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.ilpost.it/massimocirri/2016/10/11/che-fine-hanno-fatto-gli-albanesi/" target="_blank">http://www.ilpost.it/massimocirri/2016/10/11/che-fine-hanno-fatto-gli-albanesi/</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Creano delinquenza</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
La percentuale di stranieri nelle carceri è maggiore della percentuale di stranieri fuori dalle carceri. Questo dovrebbe dimostrare che gli stranieri delinquono più degli Italiani.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da solo questo dato non significa nulla: sarebbe come dire che visto che la percentuale di cinesi che hanno una Ferrari è minore rispetto alla percentuale degli italiani, significa che ai Cinesi le Ferrari piacciono meno rispetto agli italiani.</div>
<div style="text-align: justify;">
I crimini non possono essere slegati dalla condizione socio-economica delle persone che li compiono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Considerato poi che la popolazione carceraria straniera è molto più giovane, non può permettersi buoni avvocati, ha spesso problemi con la lingua e quindi non è in grado di difendersi come farebbe un italiano, non gli vengono concessi i domiciliari, ecc. quella percentuale diventa spiegabilissima.</div>
<div style="text-align: justify;">
Infatti se si considerano solo immigrati regolari la percentuale di persone in carcere è pressoché identica agli italiani, sopra i 40 anni è addirittura inferiore</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.caritasitaliana.it/materiali/dossier_immigrazione/comunicato_criminalita_immigrati_06102009.pdf" target="_blank">http://www.caritasitaliana.it/materiali/dossier_immigrazione/comunicato_criminalita_immigrati_06102009.pdf</a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma poi, per chi paradossalmente crede che la delinquenza dipenda dalla nazionalità o dal dna, non è assurdo preoccuparsi della mircrocriminalità degli immigrati quando “noi italiani” abbiamo creato la mafia, una delle organizzazioni criminali più famose al mondo?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Ci stuprano le nostre donne</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre allo stabilire che le donne italiane non sono di nessuno se non di loro stesse, l’80% degli stupri avviene tra le mura domestiche e ad opera di persone che si conoscono. L’impatto della migrazione su questo specifico tipo di reato è assolutamente ininfluente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche qui per chi paradossalmente crede che la tendenza allo stupro dipenda dalla nazionalità o dal dna, l’Italia ha il primato del turismo sessuale: <a href="http://27esimaora.corriere.it/articolo/turismo-sessuale-e-prostituzione-minorile-italiani-in-testa-nella-classifica-dei-clienti/" target="_blank">http://27esimaora.corriere.it/articolo/turismo-sessuale-e-prostituzione-minorile-italiani-in-testa-nella-classifica-dei-clienti/</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Sono tutti uomini in forze</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
No.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Comunque sono più uomini</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, è vero, come è sempre successo storicamente nella quasi totalità delle migrazioni. Questo è ovvio perché migrare non è semplice e comporta rischi enormi. Purtroppo il fatto che arrivino più uomini significa che molte donne e bambini non ce l’hanno fatta. Inoltre la percentuale di donne varia sensibilmente in base all’etnia ovvero dal luogo di origine, legato a sua volta ai motivi che spingono le persone a partire e alla pericolosità del viaggio. Non è perché ci stanno invadendo. Senza contare che, se si guarda la popolazione straniera nella sua interezza, per alcuni paesi le percentuali sono totalmente invertite: In Italia, le donne straniere sono 2.369.106 e rappresentano il 51,8% sul totale dei cittadini stranieri residenti (dati Istat). La comunità che conta il maggior numero di donne è quella Ucraina con l’81%. Le altre comunità straniere che vantano un numero maggiore di donne rispetto agli uomini sono quella moldava, 68%, quella peruviana e quella dell’Ecuador, entrambe con il 60% circa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Danno migliaia di euro agli scafisti, perché non vengono in aereo che costa meno?</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di spiegare il motivo c’è da sottolineare che questa domanda incarna perfettamente come una normale curiosità per qualcosa che non si conosce si possa trasformare in una discriminazione ignorante. Anche senza conoscere la risposta a questa domanda, come può essere un’argomentazione contro i migranti? Si vuole insinuare che venga scelto lo scafista liberamente? Per masochismo? Per arrivare col barcone e impietosire chi accoglie? Cioè queste sarebbero le ragioni che porterebbero qualcuno a non scegliere un volo aereo e piuttosto rischiare la morte, le botte, l’annegamento, lo stupro…?</div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque il motivo è che secondo la direttiva 2001/51/CE del Consiglio dell’Unione Europea, le compagnie aeree possono anche non chiedere il visto (altrimenti obbligatorio) ai passeggeri che godranno poi dello status di rifugiati (quindi chi fugge da una guerra o è discriminato nel suo Paese per motivi politici, religiosi, razziali o di nazionalità) ma lo status di rifugiato verrà valutato e deciso solo una volta arrivati in uno dei Paesi Membri. Se uno dei passeggeri caricati senza visto risulta non idoneo allo status di rifugiato, l’Unione Europea obbliga le compagnie aeree a rimandarlo indietro a loro spese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il risultato è che in pratica si scarica sulle compagnie aeree la responsabilità di stabilire se una persona è un rifugiato o no e quindi queste ultime preferiscono non prendersela negando il volo a chi non ha regolari documenti. Perciò biglietti aerei negati e traversate in mare obbligatorie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<b><i>Vengono a imporci la loro cultura</i></b>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Cultura e tradizioni non sono elementi immutabili di una società, non sono frutto di una separazione e allontanamento da tutti gli altri popoli che sono “diversi”. Al contrario, tradizioni e cultura sono la fotografia di un popolo che muta nel tempo attraverso contaminazioni con altri popoli e con mentalità e concezioni della vita differenti che si sviluppano naturalmente col tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutte le tradizioni di oggi sono frutto di un cambiamento e un abbandono di altre tradizioni più vecchie. Per questo ha senso ricordarle, ma non necessariamente perpetuarle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.masonmassyjames.it/blog/radici-cristiane-e-altre-favole-podcast-n-8/" target="_blank">http://www.masonmassyjames.it/blog/radici-cristiane-e-altre-favole-podcast-n-8/</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Non si vogliono integrare</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Già solo la presenza di questo video e di queste FAQ svela la necessità di dover combattere molti luoghi comuni che derivano da una propaganda ben precisa e che ha generato un clima di diffidenza denso di preconcetti. Se la situazione è questa la difficoltà d’integrazione diventa la norma. Sfiducia nei confronti dei migranti, sospetto, ghettizzazione non possono portare ad altro che a strappi sociali la cui responsabilità non può certo essere addossata solo ai migranti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Sono terroristi</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad oggi nessun migrante ha compiuto atti di terrorismo. Gli attentatori protagonisti in Europa finora erano nati in Europa. Non c’è alcuna connessione tra la migrazione e il terrorismo. Il terrorismo è generato da tutt’altre cause e sarebbe assurdo non salvare dalle acque migliaia di persone perché forse tra di loro ci potrebbe essere un terrorista.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
– “<i><b>Se ti comporti al loro paese come si comportano loro qui, vedi che ti succede</b></i>”:</div>
<div style="text-align: justify;">
“Loro” si comportano in maniera molto diversa da individuo ad individuo. Alcuni migranti non si comportano bene, altri sì. Al loro paese verrebbero trattati in maniera più severa. In altri sarebbero trattati ancora meglio che in Italia. Sulla luna peserebbero circa 1/10 del loro peso. Al polo nord starebbero a 50° sottozero.</div>
<br />
<br />
<br />
<a href="http://www.devianceproject.com/DevianceProject/buonismo-vs-razzismo/" target="_blank">Source</a><br />
<br />
<br />
Nel video <a href="https://www.facebook.com/MasonMassyJames/" target="_blank">Mason Massy James</a> e <a href="https://www.facebook.com/roberto.scalisi.3" target="_blank">Roberto Scalisi</a> (<a href="https://www.facebook.com/Logica-Convenzionalista-1441740139404069/" target="_blank">Logica Convenzionalista</a>).<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/xgnEsXxla6k" width="560"></iframe>
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questi i canali di Deviance Project:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzHTKhqu9R20fk0pF7tw0muG6XydzdxYSn8fsjLP1KPYcbtjrMfRDg3-rHFa70Fk_QDN644n1PMkCW2a26kC3AvAc3JaON_iokuqg9azzU8aPzaY6LJv-umGyazWhCtfEMpwdze5FknCeC/s1600/IMG_3740.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzHTKhqu9R20fk0pF7tw0muG6XydzdxYSn8fsjLP1KPYcbtjrMfRDg3-rHFa70Fk_QDN644n1PMkCW2a26kC3AvAc3JaON_iokuqg9azzU8aPzaY6LJv-umGyazWhCtfEMpwdze5FknCeC/s400/IMG_3740.jpg" width="400" /></a></div>
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Crescere e vivere in una società violenta talmente squilibrata che le ricchezze si moltiplicano con la stessa velocità delle povertà che precipitano, dove il concetto di giustizia è misurato sui vestiti di seta e cashmere, dove la tenaglia dei suoi esecutori raggiunge profondità di tale iniquità che risulta naturale mantenere istituzioni repressive per perpetuare all’infinito la persecuzione e il martirio di vittime innocenti nel nome di aberrazioni ambientali. </div>
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Crescere e vivere in luoghi dove regna la carità religiosa, il romanticismo da soap opera, l’abnegazione del salario da fame, l’egoismo della proprietà privata, la difesa dell’ordine costituito, la trasformazione del suolo in cimitero a cielo aperto.<br />
<a name='more'></a></div>
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Crescere e vivere chiusi fra quattro mura di cemento armato dipinto dalla chimica da laboratorio, stritolati da una educazione obbediente misurata in codici scolastici, indottrinati da una morale dove l'ego acquista punti a discapito del silenzio. </div>
<div style="text-align: justify;">
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Crescere e vivere soffocati da eserciti di articoli ricoperti di plastica, emanciparsi in strade percorse da fumi di monossido, timorosi di uscire dai binari arruginiti inchiodati sulle nostre schiene, sdraiarsi sul ciglio dell’orizzonte senza mai attraversarlo.<br />
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Crescere e vivere sordi ai lamenti incessanti che lacerano le pareti di lager, sorridere ai liquami che avanzano fino a cingerci le narici, scendere in gola e credere che siano digeribili, abituarsi alla sovranità di coloro che siedono sui nostri corpi. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Questo non è crescere, non è vivere, esseri viventi trasformati in prodotti da masticare e sputare, masticare e sputare. Mi chiamano nemico del sistema, traditore della morale, fabbricante di falsità e sogni irrealizzabili, ma sono solo una foglia seccata al sole da un’estate malata, un torrente prosciugato da dighe puzzolenti e marce, un’albero troncato da catene astute, una talpa agonizzante da ruspe ripiene di fango, un lago ricoperto di immondizia. Non temete il mio urlo non si sentirà, travolto e mascherato dalle sirene del progresso.</div>
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<a href="http://anarchistintheworld.altervista.org/nessun-suono-nessuna-voce/" target="_blank">source</a>mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-69520344944351640732017-04-16T00:31:00.000+01:002017-05-08T01:38:51.772+01:00Pasqua anticapitalista<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6AKcRjUycA6DV505iFM1l6nhxKrC4yzRh0ZnD5KgtLLlr7sIqaSZiMPSkUCJdTCuncNoZy8QuS2nb5rJILOXG-uA6I8mIm6FvQCAqT8LtW3b-PLXFfXGIVz1NHMDMMcGwN2j3Ami_Tgu9/s1600/Happy-Easter-Bunny-Clip-Art.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6AKcRjUycA6DV505iFM1l6nhxKrC4yzRh0ZnD5KgtLLlr7sIqaSZiMPSkUCJdTCuncNoZy8QuS2nb5rJILOXG-uA6I8mIm6FvQCAqT8LtW3b-PLXFfXGIVz1NHMDMMcGwN2j3Ami_Tgu9/s320/Happy-Easter-Bunny-Clip-Art.png" width="320" /></a></div>
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E' arrivata la Pasqua. È importante dirlo perché le feste come questa, o come ad esempio il Natale, ci ricordano l’importanza della famiglia, delle tradizioni, della cristianità. Cose che difendono i veri valori e soprattutto sono un baluardo contro il capitalismo e lo sfruttamento.</div>
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Ricordatevelo e siatene fieri mentre regalate ovetti di cioccolata Nestlé, fatti con olio di palma (ah no ora l’hanno tolto) e con il regalino dentro. Cioccolata che deriva da piantagioni di cacao per cui NON si è disboscato, NON si ha contribuito all’estinzione di molte specie e alla diminuzione degli spazi degli aborigeni. E il giochino dentro NON è stato prodotto in qualche fabbrica del terzo mondo, di certo NON da un lavoratore sfruttato e con materiali sicuramente sostenibili).<br />
<a name='more'></a></div>
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Ricordatelo e siatene fieri mentre affettate l’agnellino (che ovviamente è solo un animale, NON una vita, quindi va benissimo etichettarlo, trasportarlo, farlo a pezzi e usarlo a nostro piacere, e così fare per tutte le altre specie non umane, pagando altri perché lo facciano sia chiaro, in altri luoghi nascosti alla nostra vista).</div>
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Ricordatelo e siatene fieri mentre ringraziate Gesù, Dio e rallegratevi di avere la fortuna di essere tutti cristiani (guarda un po’) NON perché vivete nello stesso fazzolato di terra su cui ha agito un unico potere, ma perché evidentemente avete scelto tutti consapevolmente quella strada e quindi siete sicuri di condividere certi valori (perché è evidente che essere cristiani oggi NON permette che ci siano discrepanze di valori e anzi, è una garanzia che siamo tutti d’accordo su tematiche importanti, d’altronde è una delle religioni più diffuse al mondo NON perché ha usato violenza e si è imposta con la politica, sterminando persone che avevano altre fedi, ma perché è l’unica vera e il suo credo, seppur implichi una sudditanza a un entità con cui bisogna per forza essere d’accordo qualsiasi cosa faccia e dica, senza mai metterla in dubbio, NON crea una base psicologica di adesione e sottomissione all’autorità e quindi ci mantiene liberi nel corpo e nell’anima).</div>
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Quindi ricordatevi di tutto questo e siatene fieri. Il tutto mentre vi godete le poche ore libere con i vostri cari sperando che non diano di matto (perché il resto delle ore è portato via dal sistema di sfruttamento del lavoro che ovviamente NON è sostenuto e difeso dalla visione classista della società che dà l’istituzione della famiglia stessa, anzi, la famiglia NON è per niente la base legale per la protezione del patrimonio di padre in figlio e NON replica al suo interno i crismi autoritaristici del sistema.)</div>
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Perciò buona pasqua.</div>
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Ah un ultimo consiglio serio senza ironia: Non leggete la bibbia e non indagate sull’origine di questa festa perché altrimenti vi accorgereste di cosa state festeggiando veramente. Quando se ne fa menzione nella bibbia si fa riferimento al momento in cui Dio libera gli Israeliti dalla schiavitù d’Egitto chiedendo di segnare con sangue d’agnello le loro porte così da riconoscerle ed evitarle perché… “Alla mezzanotte, l’Eterno colpì tutti i primogeniti nel paese di Egitto, dal primogenito del Faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato ch’era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame. E il Faraone si alzò di notte: egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un gran grido in Egitto, perché non c’era casa dove non ci fosse un morto.”</div>
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Questa è stata l’azione di dio per salvare il suo popolo eletto. Un dio onnipotente che poteva fare qualsiasi cosa, ma ha scelto di liberarli così. Atto che evidentemente NON è sadico, NON è violento, ma è solo il gesto di un Dio spirituale e infinitamente buono con tutti… scusate ancora l’ironia.</div>
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E se andate a scavare ancora più a fondo persino quel rifermento biblico è una scopiazzatura di un rito pagano di pastori ebraici e non c’entra nulla con quello che nella vostra testa chiamate Tradizione Cristiana. Perché, sorpresa! Le tradizioni non esistono per come le intendono quelli che le vogliono difendere perché non esiste tradizione che non derivi da una qualche contaminazione o trasformazione culturale come è normale che sia. Perché è qualcosa di inventato, momentaneo ed inutile, spesso creato solo come amalgama sociale per tenere unite le classi e dominarle. Solo gli ottusi non riescono a vederlo e nella mancanza totale di una propria identità, una propria morale, hanno bisogno di identificarsi in queste baggianate. Spiacenti è tutto finto. E prima o poi tocca a tutti guardarsi davvero allo specchio.</div>
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<a href="https://www.facebook.com/ma55y" target="_blank">Massimo Geloni</a> (<a href="https://www.facebook.com/MasonMassyJames/" target="_blank">Mason Massy James</a>)<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/POz5yDnue_A" width="560"></iframe></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-78658710769638551132017-03-05T21:47:00.000+00:002017-04-16T00:32:41.046+01:00La coerenza del menefreghismo<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDSA9Irgy-FlemhDYQR1UJoMqJzk0ZX5AopWXX3IQCCpLdecZxR9g7GHV_KaScKWyqzl-V0Xbo3N1h88TENDZ3Ly3qePyeQ0oeIPHzx6TvN7oEeysYgZlf5TY1PXek-egETB5SOeCEVBqA/s1600/altan.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDSA9Irgy-FlemhDYQR1UJoMqJzk0ZX5AopWXX3IQCCpLdecZxR9g7GHV_KaScKWyqzl-V0Xbo3N1h88TENDZ3Ly3qePyeQ0oeIPHzx6TvN7oEeysYgZlf5TY1PXek-egETB5SOeCEVBqA/s1600/altan.JPG" /></a></div>
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La coerenza del menefregismo e' quella cosa che permette a chi coerentemente se ne frega di tutto senza distinzioni, di puntare il dito verso le imperfezioni di chi invece a migliorarsi e a vivere secondo dei principi etici ci prova, convincendosi anche di non essere un menefreghista. Dal menefreghismo alla critica radicale in un batter d'occhio, che spettacolo!</div>
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Perché anche loro si applicano eh: Contro il potere delle multinazionali ma senza rinunciare al McDonald’s e alla Coca Cola, contro lo sfruttamento però senza concepire di poter smettere di rinunciare a quei vestiti, quei divertimenti , quel cibo e in generale a tutte quelle comodità che sono inscindibili dallo sfruttamento di altri uomini ed esseri viventi; <br />
<a name='more'></a>contro il conformismo senza chiedersi cosa c'è di sbagliato in quello che fanno tutti abitudinariamente ; contro l'uniformità del pensiero ma senza smettere di prendere per il culo chi cerca di proporre punti di vista diversi provando a coinvolgere gli altri; contro chi se ne frega però in fondo se ne fregano tutti quindi non ha importanza.</div>
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E se tu provi a mettere in pratica quello in cui credi? "Giusto per carità (anche se un po' esagerato), ma ti ho visto usare un microonde che è un prodotto dello sfruttamento, ti ho visto andare in macchina anche se parli di ambiente, ti ho visto accettare dei soldi anche se ne critichi l'effetto psicologico sulle persone, ti ho visto andare all'ospedale anche se critichi lo stato, ti ho visto criticare gli abusi della polizia ma quando hai bisogno non chiami Batman."</div>
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Capito? Non è perdonabile il fare parte di un contesto molto più grande di te e criticarne gli aspetti che credi non funzionino. Non è perdonabile che una parte di te, anche non volendolo, sia conseguenza delle scelte della società e della famiglia in cui sei cresciuto e in cui continui a vivere. Non importa se già ti applichi e fai del tuo meglio, o vai a vivere nudo nelle foreste e me ne parli da lì oppure le tue argomentazioni non sono più valide e degne di essere prese in considerazione . Le uniche opzioni rispettabili sembrano essere girarsi dall'altra parte come se nulla fosse oppure uscire completamente da questo sistema, non importa se ci vivi da quando sei nato e ne sei ormai per molti aspetti dipendente.</div>
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Concludendo seriamente: Io sono uguale a te ma ho scelto di non voltarmi dall'altra parte facendo finta di niente. Ho scelto di non vedere le mie incoerenze e debolezze come una comoda scusa per far finta di non capire, per zittire chi propone un cambiamento e continuare a fare quello che ho sempre fatto.</div>
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- <a href="https://www.facebook.com/Giacomo.Zoffoli96?hc_ref=PAGES_TIMELINE&fref=nf" target="_blank">Giacomo Zoffoli</a></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-6686261027000559842017-02-22T02:56:00.000+00:002017-03-05T21:58:38.619+00:00Roba difficile, eh?<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9dRbN6QAWvm2j54liasOJE3WMfeEfr8fLdiFUFy6ldPtdj4VBYCFS5bxgtGXO-nTa13ENszn5B8fdbb9U-ArSlaUdqttZ1T1HIcAxBzgp6HUls4LzwvlF3TpJRVZqi5YSJ6I3Gr1YLoTX/s1600/412285-manipulation.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9dRbN6QAWvm2j54liasOJE3WMfeEfr8fLdiFUFy6ldPtdj4VBYCFS5bxgtGXO-nTa13ENszn5B8fdbb9U-ArSlaUdqttZ1T1HIcAxBzgp6HUls4LzwvlF3TpJRVZqi5YSJ6I3Gr1YLoTX/s320/412285-manipulation.jpg" width="212" /></a></div>
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Una delle cose più interessanti in questo periodo è stato il divieto d’ingresso negli USA da parte di cittadini di alcuni paesi, divieto posto in essere dal neoeletto Donald Trump. E ancora più interessante è stato guardare le reazioni a questo divieto.</div>
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Mai come adesso siamo di fronte all’evidente dicotomia di una società paralizzata davanti ad una eterna partita di calcio, divisi in tifoserie, impegnati ad esultare o rammaricarsi per qualcosa che non è nelle loro mani, mentre ciò che li potrebbe salvare o distruggere continua indisturbato la sua corsa.</div>
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Il fatto è chiaro: Trump ha impedito l’ingresso negli USA a chi proviene da 7 paesi che sono: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Syria, Yemen. Il blocco non è definitivo ma temporaneo.</div>
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Questo ha portato ad esempio all’arresto di persone che rientravano negli USA da quei paesi, anche con regolare visto, anche con un regolare lavoro e un’intera vita costruita in America. Persone che si sono trovate ad essere illegali, improvvisamente.<br />
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Questo ovviamente sulla base di cosa? Sulla base della percezione del rischio di terrorismo la cui entità è frutto di una montatura propagandistica: in America ogni anno le persone uccise dal terrorismo si possono contare sulle dita di una mano. Muoiono più persone per attacchi di mucca. Seriamente. Sono una ventina. Mentre ogni anno il conto supera le migliaia se si contano i morti per mano della stessa polizia. Più di 45 mila muoiono a causa dell’alcol. Più di 100 mila invece i morti causati dal settore medico/farmaceutico. E la primissima causa di morte è l’attacco di cuore.</div>
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Allora vediamo chiaramente che il pericolo percepito è completamente sballato rispetto alla realtà e certe misure politiche possono avvenire solo ed esclusivamente se la percezione del popolo è manipolata. Altrimenti anziché guerra al terrorismo, sentiremmo solo parlare di guerra ai grassi saturi, guerra a big pharma, guerra all’alcol (o meglio guerra a quello che ci fa diventare alcolizzati), guerra alla brutalità della polizia. Ma evidentemente così non è ed altrettanto evidentemente le decisioni politiche non hanno lo scopo di proteggere nessuno davvero.</div>
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Al di là di questa ovvietà pare assurdo oggi doversi persino confrontare ed avere un dibattito sul capire se sia giusto o no impedire a delle persone di varcare un confine basandosi solo ed esclusivamente sulla loro nazionalità. Questo non solo è eticamente sbagliato, logicamente assurdo e inefficace, ma apre la strada a scenari molto oscuri e pericolosi. Se questo può non essere colto da nazionalisti borghesi e infarciti di luoghi comuni che ancora si fanno abbindolare dalla storiella che il problema sono quelli là fuori, non si riesce a capire come anche certa controinformazione ci caschi in pieno, rimanendo completamente cieca di fronte a una dimostrazione di come si possa ancora oggi etichettare una persona come pericolosa senza averne le prove e su questa base applicare delle sanzioni.</div>
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Tutto questo non è che il normale prosieguo delle leggi antiterrorismo di Bush e company per aumentare il controllo sulle persone, non sui terroristi. Infatti da allora i dipartimenti statali che sono letteralmente esplosi in termini di quantità finanziamenti, equipaggiamento e personale sono proprio quelli adibiti al controllo dei confini: negli ultimi 10 anni i finanziamenti sono cresciuti del 75% arrivando ad una cifra più alta di quanto il governo spenda per FBI, DEA e Servizi Segreti messi insieme. Ovviamente tutto questo non ha reso il paese più sicuro, ha solo ingigantito la militarizzazione e il controllo. I muri non servono. E quando servono davvero, al limite servono per tenere fuori i poveri, non i delinquenti.</div>
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Ancora più divertente è vedere il modo in cui viene attaccato Trump dalla sinistra e come venga giustificato dalla destra.</div>
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La sinistra attacca Trump per il muro al confine col Messico e per il divieto d’ingresso da quei paesi di cui stavamo parlando, e queste sono azioni tremendamente liberticide. Inoltre da quella lista stranamente mancano paesi considerati fondamentali per il terrorismo come L’Arabia Saudita, stato con cui però guarda caso c’è una stretta alleanza commerciale e politica. Queste sono le critiche, però andando ad scavare, i muri al confine col Messico c’erano già, la militarizzazione in atto c’era già, la chiusura delle frontiere e l’inasprimento delle regole immigratorie sono già stata fatte una volta sia da Obama che da Clinton, e infine la lista dei paesi “canaglia” non è stata redatta da Trump ma dall’amministrazione precedente. Insomma tutte le cose per la sinistra si arrabbia con Trump sono state già fatte dagli stessi democratici.</div>
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La destra americana invece lo giustifica proprio perché è la sinistra ad aver fatto già molte cose simili e poi non si può parlare di islamofobia perché i paesi che sono nella black list non sono paesi a maggioranza musulmana. Però quando in quei paesi succede qualcosa di male sono automaticamente paesi musulmani. E poi Trump ha bannato gli ingressi da quei paesi. Obama li ha bombardati. Vuoi mettere?</div>
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Allora che cosa vediamo qui? Vediamo quella partita di calcio che ho menzionato all’inizio: una scacchiera inutile fatta di rimandi e giustificazioni irrisorie che non vanno al punto. Se qualcosa di sbagliato lo ha fatto anche l’amministrazione precedente o ha persino fatto di peggio, questo non la rende giusta o giustificata. E ovviamente viceversa. Lo scopo infatti della politica non è quello di arrivare al nocciolo delle questioni, ma creare dei blocchi che si combattano tra loro. La lotta politica diventa il fulcro, non i problemi della società. E come in una partita di calcio gli elettori si distraggono con la palla che viene passata da politico a politico, esultando e rattristandosi per il risultato del loro schieramento. Solo per quello.</div>
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E la controinformazione? Una parte sta a guardare la palla come gli altri. Un’altra parte, fortunatamente, vede chiaramente gli errori e gli orrori delle varie amministrazioni di destra o sinistra che siano, guardano in faccia i veri problemi che nessun schieramento politico si è mai davvero preso in carico di risolvere, non si fa mettere una etichetta e riesce a fare cose sovrumane come sapersi indignare sia per le bombe di Obama che per le leggi liberticide di Trump, come per esempio mettere sempre al primo posto il valore della vita umana senza mai metterla dentro dei calcoli strategici che poi servono per metterci l’uno contro l’altro o come comprendere che non ci sarà mai nessun potere che prenderà le parti di chi il potere non ce l’ha. Insomma, roba difficile eh?</div>
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- <a href="https://www.facebook.com/MasonMassyJames/" target="_blank">Mason Massy James</a><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/t0eY9UO2gWE" width="560"></iframe></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-21477300143409534742017-02-14T01:19:00.000+00:002017-02-22T02:56:52.810+00:00Il biologo molecolare Pietro Buffa e l'origine dell'umanita' attraverso l'intervento biogenetico.<div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoCZC1kklEUSOgPoOHOdulRFuYWPM6AKsG5Jza6NliuTeGMD6gABVUud23dpAgIR2STN-JZu6CJFCUo7yyhnK5WlWH5wGHttgpIWviP3nwFMM9scDhJio6GAbivZspp3XGQWh4GqUVl861/s1600/maxresdefault.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoCZC1kklEUSOgPoOHOdulRFuYWPM6AKsG5Jza6NliuTeGMD6gABVUud23dpAgIR2STN-JZu6CJFCUo7yyhnK5WlWH5wGHttgpIWviP3nwFMM9scDhJio6GAbivZspp3XGQWh4GqUVl861/s320/maxresdefault.jpg" width="228" /></a></div>
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Ho sempre guardato a Homo sapiens come a una sorta di “estraneo” su questo pianeta. Un essere vivente anomalo rispetto agli altri, non particolarmente integrato con alcun habitat naturale e per questo spesso costretto a modificarne le caratteristiche, per far sì che l’ambiente intorno a lui risulti maggiormente disponibile, meno aggressivo nei suoi confronti, più adatto alla sua sopravvivenza (antropizzazione).</div>
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In questi termini, l’essere umano rappresenta un caso unico in natura, decisamente non uniformato al resto del mondo animale, in cui ogni singola specie è invece assoggettata ai delicati equilibri esistenti all’interno di precise zone adattative.</div>
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L’uomo semplicemente non ha un proprio habitat naturale; lo straordinario sviluppo encefalico e la capacità di comprendere i meccanismi che governano la natura ne hanno garantito la sopravvivenza anche laddove questa sarebbe stata impossibile per via di un “corredo biologico” non adeguato.<br />
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La discrepanza tra caratteristiche sviluppate e loro funzione adattativa è una costante che si ripete di continuo nel corso del processo di ominazione. Parliamo di una sorta di incongruenza bio-evolutiva che generalmente riscontriamo in quegli organismi che, a seguito di un processo di domesticazione o di manipolazione genetica, acquisiscono caratteristiche utili a determinati scopi a scapito di capacità adattative.</div>
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Penso sia questo un argomento da non sottovalutare all’interno di un percorso di indagine sulle origini umane che, valicando posizioni pregiudiziali e alla luce delle molteplici questioni che rimangono ancora eluse, non escluda la possibilità che nella nostra storia biologica sia accaduto qualcosa di programmato.</div>
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Le origini della vita sulla Terra e in modo particolare dell’essere umano sono, allo stato dell’arte, argomento di discussione di due scuole di pensiero dominanti da sempre contrapposte tra loro: da una parte troviamo i tenaci sostenitori dell’evoluzionismo, mentre dall'altra abbiamo gli altrettanto irremovibili seguaci della tradizione religiosa creazionista.</div>
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Attraverso l’interpretazione dei dati scientifici a disposizione, gli evoluzionisti indicano che tutte le specie viventi sono legate da una relazione di parentela e condividono antenati comuni. L’accumularsi di mutazioni genetiche favorevolmente selezionate dall'ambiente, porta le specie a modificare nel tempo le proprie caratteristiche biologiche proprio com'è accaduto a Homo sapiens, che in maniera del tutto analoga agli altri organismi va considerato come l’attuale risultato di un naturale processo evolutivo.</div>
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I creazionisti attribuiscono invece a Dio la creazione del tutto e sulla base di una tradizionale lettura teologica del primo libro della Bibbia, Genesi, ritengono che ogni forma di vita che oggi osserviamo sia apparsa sulla terra così come Dio la volle in origine. Nessuna relazione di parentela tra le specie sarebbe dunque plausibile e l’idea che queste possano autonomamente modificarsi nel tempo, fino a generare addirittura nuove varietà (speciazione), risulta inaccettabile.</div>
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Confrontare forme di pensiero così differenti implica entrare in argomenti intrinsecamente molto delicati. Il pensiero religioso, per quanto oggi piuttosto aperto a un reale “ecumenismo”, soffre ancora limitazioni nei confronti di una ricerca veramente libera, poiché ancorato a Scritture e a una serie di dogmi a esse collegati e definiti una volta e per sempre. Tra la ricerca della verità e la fedeltà a quanto elaborato e tramandato nel corso dei secoli, il pensiero religioso inevitabilmente opta per la seconda.</div>
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Dall'altro lato, l’evoluzionismo, sebbene si sia nel tempo liberato da molte lacune che lo affliggevano, non può essere considerato una sorta di dogma indiscutibile e qualunque sia la causa che spesso spinge la scienza ufficiale verso un’incondizionata difesa della teoria dell’evoluzione, questa crea un clima poco propizio a progressi concettuali che richiederebbero maggiore apertura mentale rispetto agli schemi di pensiero in uso. I concetti proposti dal neodarwinismo o “teoria sintetica”, come oggi si chiama, spiegano sicuramente molto ma non tutto. Nel tentativo di far emergere cause e modalità che avrebbero permesso l’evoluzione del genere umano in diversi scenari naturali, la scienza ufficiale ancora oggi si trova a dover fare i conti con dati paleontologici e genetici che spesso evidenziano una nostra storia biologica ancora enigmatica, tutt’altro che definita e ricca di marcate incongruenze e discontinuità rispetto al resto del mondo animale. In uno dei suoi più importanti libri Wonderful Life: The Burgess Shale and the Nature of History, il biologo evoluzionista Stephen Jay Gould accenna alla «frastornante improbabilità dell’evoluzione umana».</div>
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Il desiderio di procedere oltre i limiti epistemologici della scienza e quelli dogmatici della religione è molto spesso forte tra gli studiosi e non di rado si finisce per andare oltre le tradizionali linee di confine imposte da entrambe le forme di pensiero. Si tratta però di uno sconfinamento legittimo, che nasce essenzialmente da un’esigenza naturale: il bisogno tipicamente umano di interrogarsi in profondità e in tutta libertà sulle questioni fondamentali che riguardano la propria esistenza, le proprie origini, la propria storia biologica. C’è nell'essere umano un’insopprimibile spinta di carattere teoretico che induce spesso a guardare in modo nuovo gli eventi, nel tentativo di vagliare possibili versioni alternative dei fatti.</div>
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A partire dagli anni ‘60, un crescente numero di studiosi inizia a considerare la possibilità che le narrazioni lasciateci dagli antichi popoli, catalogate alternativamente come mitologiche o sacre, possano invece costituire il substrato su cui si erige la testimonianza storica di un’alternativa origine dell’essere umano. Attraverso l’analisi di diversi manoscritti, inclusi gli antichi testi ebraici utilizzati come riferimento per le moderne traduzioni della Bibbia, alcuni esperti evidenziano come i racconti della creazione dell’uomo, prodotti da diversi popoli del passato, appaiano legati all'intervento materiale di “esseri corporei” le cui operazioni sono state sempre metaforicamente o teologicamente interpretate.</div>
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Liberato da quella chiave di lettura teologica forse mai appartenuta agli antichi autori biblici, il libro della Genesi ci racconta una storia molto diversa da quella comunemente tramandata. Una storia tutta “fisica” in cui la presenza dell’essere umano sulla Terra potrebbe non ripercorrere i sentieri di un divino atto creazionistico né quelli di un naturale processo evolutivo ma quelli di una “terza via” che collega le nostre origini a ciò che oggi definiremmo un “interventismo biogenetico”. Presupposti che coadiuvano l’idea che, in epoche remote, civiltà tecnologicamente evolute potrebbero non solo aver transitato sul nostro pianeta ma anche intenzionalmente guidato, se non addirittura indotto, quel processo evolutivo che ha portato il genere umano dalla primitiva condizione australopitecina a quella di uomo moderno (ominazione). Ipotesi certamente accattivante alla luce delle molteplici questioni sulla nostra origine rimaste ancora eluse ma che si presenta al contempo molto dibattuta.</div>
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Come facilmente comprensibile, fortissime critiche giungono sia dal mondo teologico, che si vede defraudato dell’idea fondamentale che i testi biblici parlino di un Dio trascendente e creatore, sia dal mondo scientifico che, granitico all'interno delle proprie teorie, non vede ragioni per considerare qualsiasi altra possibilità, in particolar modo se questa può originarsi da ciò che viene etichettato come “antica mitologia”.</div>
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Sebbene molti scienziati ritengano che non vi siano prove in merito, penso vi siano però alcuni interessanti elementi e che quindi l’ipotesi di un’origine dell’uomo che contempli un ruolo attivo di soggetti esterni vada vagliata sotto diversi aspetti, tra cui quello biologico, certamente con prudenza ma anche con il necessario coraggio.</div>
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Nel trattare questo tema abbiamo pertanto cercato di compendiare in modo logico l’insieme di informazioni bibliche portate a sostegno della sopraccitata tesi, con diverse acquisizioni scientifiche a noi contemporanee in modo da esplorare eventuali relazioni tra questi due mondi apparentemente così distanti.</div>
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Le osservazioni che ne derivano non hanno lo scopo di edificare certezze, bensì quello di aprire nuove ipotesi. Di fatto, non è ancora stata formulata un’interpretazione universalmente condivisa in grado di spiegare gli eventi che hanno determinato l’ominazione e gli studi sono sempre stati orientati su come questo processo possa essersi casualmente prodotto. Forse è giunto anche il momento di chiedersi se qualcuno l’abbia prodotto.</div>
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Infine, per chi se lo fosse chiesto, il titolo di questo libro è un omaggio al saggio di Alan F. Alford Il mistero della genesi delle antiche civiltà che intitola uno dei capitoli proprio “I geni manipolati di Adamo”.</div>
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Estratto dal libro "I Geni Manipolati di Adamo" di <a href="https://www.facebook.com/pietro.buffa1" target="_blank">Pietro Buffa</a><br />
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<b>Nella conferenza qui di seguito, la presentazione del Dottor Buffa inizia al minuto 08:24</b><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ob6vo7Q34HI" width="560"></iframe>
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mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com2Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-4903518702008477132017-01-15T00:43:00.000+00:002017-02-14T01:21:35.185+00:00E noi ridiamo<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHNidSqvu7cXx5aoIySvQ2mAfAP6piYJ7ZA-oC4OA7HBK-L-R_OaYdr2c1lL0mBQ4awdxc2UF4zK4zQDFYKOs9AHknKA1AxRIgH5CWqph2JPNdILjLVonnjGUKA1nnvdAkVdF0kn3u22_2/s1600/BLfx2UtCIAEnbDF.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHNidSqvu7cXx5aoIySvQ2mAfAP6piYJ7ZA-oC4OA7HBK-L-R_OaYdr2c1lL0mBQ4awdxc2UF4zK4zQDFYKOs9AHknKA1AxRIgH5CWqph2JPNdILjLVonnjGUKA1nnvdAkVdF0kn3u22_2/s320/BLfx2UtCIAEnbDF.jpg" width="304" /></a></div>
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Alla fine dell’Ottocento lo scrittore De Amicis, giornalista-militare che aveva a cuore solo gli scatti sull’attenti davanti all’autorità, definiva «malvagio» il piccolo Franti che rideva alla notizia della morte del Re. Oggi i suoi degni eredi arrivano ad accusare chiunque non si metta al servizio dello Stato di essere un «terrorista». Per la gente dabbene, per i fautori del Partito dell’Ordine, il rispetto e l’obbedienza alle leggi è un fatto talmente scontato da apparire ai loro occhi come del tutto naturale. A loro avviso, le istituzioni vanno amate con la stessa spontaneità con cui si aprono gli occhi quando ci si sveglia al mattino. Chi si sottrae a questa ridicola credenza civica non è qualcuno che la pensa diversamente, è molto peggio. Finché la sua alterità rimane circoscritta al proprio ambito domestico, può anche essere considerato un eccentrico da evitare o un malato da curare. Ma guai a manifestarla pubblicamente. Perché nel Pensiero Unico chiamato per eufemismo Opinione Pubblica non è ammessa nessuna idea divergente. Chi non si indigna davanti ad un atto di ostilità rivolto contro il potere è losco e sospetto. Ma chi addirittura osa gioire per un lampo nelle tenebre della servitù volontaria è per forza di cose coinvolto nell'atto stesso: Ne è l'autore, o come minimo il complice. Altrimenti non oserebbe mai esprimersi così avventatamente, altrimenti si limiterebbe a rimanere in silenzio oppure a riportare sull'accaduto le veline dei mass-media (triste scappatoia a cui molti sovversivi fanno spesso ricorso).</div>
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I totalitarismi (e la democrazia non fa eccezione) non possono tollerare la libertà di pensiero, non possono accettare che qualcuno si esprima pubblicamente in maniera contraria a quanto decretato dal loro Pensiero Unico. Perché una voce stonata rompe il coro del consenso, dando il cattivo esempio. Ciò fa capire bene, al di là delle dichiarazioni altisonanti, quale sia la sola libertà protetta dallo Stato: Quella di obbedire. Siamo liberi di rispettare le leggi, siamo liberi di comprare merci, siamo liberi di farci sfruttare sul lavoro. Siamo liberi di respirare un'aria inquinata e di mangiare cibi avvelenati. Siamo liberi di vedere il mondo passare davanti ad uno schermo. Siamo liberi di stare in riga, controllati e sorvegliati dal primo vagito all'ultimo rantolo. Null'altro è consentito.</div>
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Ma il modo migliore per difendere la libertà è quello di esercitarla. Il modo migliore per difendere la libertà di pensiero e di parola è quello di pensare e parlare senza sottostare a costrizioni e ricatti, senza farsi condizionare dagli indici di gradimento o dagli articoli del codice penale. Capiamo che nei laboratori della Ragione di Stato si vorrebbe rendere indicibile — quindi impensabile — ogni espressione favorevole alla rivolta. Non è certo un caso se oggi gli eroi immaginari dei bambini cresciuti davanti alla TV sono i commissari o i marescialli; nessuno fantastica più sulle avventure di un Robin Hood. Perché fin dalla più tenera età si viene spinti ad immedesimarsi in uno sbirro, non in un fuori-legge. Dileggiare il potere è cosa ormai riservata a pochi artisti, certificati buffoni di corte che tuttavia devono stare bene attenti a non eccedere. Ecco perché non ci stupiamo affatto che un giornalista definisca «rivendicazione» un testo che saluta un gesto di aperta ostilità contro il potere, o che un presidente di Regione dichiari che «chi mette bombe non fa politica, ma compie un atto di terrorismo», fingendo di non sapere chi sia a costruire e vendere bombe da sganciare su intere popolazioni. Sono solo alcuni piccoli esempi concreti del confusionismo che viene alimentato per mettere la museruola ad ogni bocca ribelle, nella parola come nel morso. Decisamente non è facile capire qui dove finisca l'idiozia e dove cominci la malafede. Ma che i funzionari di propaganda e di partito si rassegnino: La libertà avrà sempre i suoi amanti, l'autorità avrà sempre i suoi nemici. Ed è interesse di questi ultimi riprendere ad immaginare e ad esprimere apertamente tutte le ragioni e le passioni di una rivolta contro il potere, contro ogni potere.</div>
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Quanto a Muliduri, continuerà a ridere alla notizia della morte del Re. E pazienza se un qualche procuratore definirà apologia di terrorismo ciò che noi chiamiamo libertà di pensiero.</div>
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Grazie ad <a href="https://www.facebook.com/osvaldo.marini.77" target="_blank">Osvaldo Marini</a> per aver evidenziato questo post di <a href="https://finimondo.org/" target="_blank">Finimondo</a> che ho deciso di riportare sul mio blog.<br />
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<a href="https://finimondo.org/node/1977" target="_blank">Fonte</a>mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-26021730534367350612016-12-31T03:16:00.000+00:002017-01-15T01:03:55.602+00:00UBUNTU<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO7JU5kpt968A3WA47W0vxd4I9huUHhFCOQwCH0AtOjdDVCPIidPTEeoHKSJ-gdvBacVgmZo3MhHAq9r7RbxFzQG_rJ7cLEl9Azfxt4RgoKDrZubAfnxIRe1RY3z85SbzZ3kTFczofDGxf/s1600/ubuntu.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO7JU5kpt968A3WA47W0vxd4I9huUHhFCOQwCH0AtOjdDVCPIidPTEeoHKSJ-gdvBacVgmZo3MhHAq9r7RbxFzQG_rJ7cLEl9Azfxt4RgoKDrZubAfnxIRe1RY3z85SbzZ3kTFczofDGxf/s320/ubuntu.jpg" width="320" /></a></div>
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Ubuntu, ovvero benevolenza verso il diverso.</div>
<span id="goog_166042637"></span><br />
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C’è chi dice che il razzismo è insito in ogni essere umano, coloro che lo dicono probabilmente fanno parte di questa tipologia.</div>
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Molto probabilmente in ambienti estranei alla tenaglia coercitiva degli Stati, di qualsiasi colore o religione, gli individui mostrerebbero ben altri sentimenti nei confronti del viaggiatore, dello sconosciuto, dell’affamato. Questo avviene in quei posti dove non arrivano leggi o polizie. </div>
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Generalmente i "dipendenti" di uno Stato utilizzano strategie per indurre falsi bisogni, false paure nelle persone, affinchè rimangano al guinzaglio per così essere meglio manovrate. </div>
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L’imperativo dei "capetti" di qualsiasi partito o movimento è quello di mascherare la verità, stravolgere le motivazioni e creare un odio verso il diverso in maniera tale che l’individuo perda di vista le miserie che quotidianamente lo obbligano a sopravvivere, miserie create dagli stessi "capetti". Siamo manipolati e plasmati in tutto per arrivare sereni a diventare piccoli numeri che sono utili solo a correre, correre, produrre, consumare, crepare.<br />
<a name='more'></a></div>
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Il sistema però non considera mai una cosa, gli umani, alcuni umani hanno un limite psico-fisiologico nel correre, produrre, consumare sempre di più, a un certo punto si innescano automatismi interiori, naturali e inevitabili, e il consumismo rallenta dentro ogni singolo che, sfatto, non ne può più e si arresta nei suoi figli, cioè in quelle nuove generazioni che guardano come siam messi noi, cresciuti col cervello pieno di bisogni indotti, e pensano: "Col cavolo che faccio anch’io quella vita lì".</div>
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Lo stesso vale per il razzismo, arriverà il momento in cui le moltitudini non si combatteranno più ma proietteranno lo sguardo e la lotta contro coloro che hanno instillato l’odio. Oggi sono "ottimista", ma rimango del parere che alcuni esseri umani sono refrattari al rispetto e alla solidarietà, "fascisti" dentro, forse, si nasce.</div>
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Comunque, ritornando a noi, Ubuntu è un termine africano e significa benevolenza verso il diverso, è un etica, una filosofia di vita basata sul rispetto e il mutuo appoggio. Ogni volta che vedo false barricate (le barricate sono altra cosa nella storia, erette sempre contro il potere, mai contro il debole) ergersi in nome di idiozie collettive, di vigliacco predominio, penso alla parola Ubuntu, l’unica valida che forse può attraversare le nebbie degli smemorati.</div>
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<a href="http://anarchistintheworld.altervista.org/ubuntu-ovvero-benevolenza-verso-diverso/" target="_blank">source</a>mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-36821021115729901112016-12-29T23:21:00.001+00:002016-12-31T03:17:21.164+00:00Uniti per la causa e divisi con se' stessi<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBJdM_vEOzZANVI5IROcCGDqW1LqnkwXtFihqN-S8kigievGJo8gQIkpHgzsSh5WR_6yHS-5vzkzRImBA4LZ124PU18QWHsOFdxvaAbUE3VeCybLPFFcc5r5zhHG4yn_9mB55-HcASukec/s1600/26954883l.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBJdM_vEOzZANVI5IROcCGDqW1LqnkwXtFihqN-S8kigievGJo8gQIkpHgzsSh5WR_6yHS-5vzkzRImBA4LZ124PU18QWHsOFdxvaAbUE3VeCybLPFFcc5r5zhHG4yn_9mB55-HcASukec/s320/26954883l.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Quante volte, nel campo dell'attivismo, ho sentito dire cose del tipo "restiamo uniti", "pensiamo alla causa comune", "non facciamo il gioco del sistema con il classico divide et impera" ecc.. <span style="text-align: justify;"> </span></div>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
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<div style="text-align: justify;">
Sembrerebbe una cosa logica, il famoso "gioco di squadra"; ma cosa succede quando al "capitano" non puoi neanche esporre una tua idea, una tua preoccupazione, insomma, come dovremmo reagire davanti a colui che da anni si spende per divulgare l'informazione nel campo della geoingegneria, informazione sempre piu' spesso discutibile in quanto soggettiva, e poi di fronte ad una critica, un'idea differente, davanti a una persona che non "sbava" e non ripete a pappagallo il pensiero unico del "leader", non e' neanche in grado di sostenere una semplice discussione, un chiarimento, secondo me piu' che dovuto, e come risposta toglie l'interlocutore dalla sua lista contatti di Google+ al tipico "grido" di "falso attivista!", tanto in voga dalle parti della tribu' dei "ribelli belli in modo assurdo"?<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dovremmo ammutolire e ringraziare per cotanta grazia nell'averci solo tolto dalla sua lista di fans e adepti di un social con la terribile accusa di "falso attivismo"? </div>
<div style="text-align: justify;">
(Che poi, falso di che? Falso perche' non allineato alla "traccia master"?)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Beh, puo' darsi, visto che vedo da anni questo genere di comportamento, ma cio' non significa che sia un comportamento positivo che sfoci in una sana crescita reciproca. E non significa neanche che persone dall'attivita' cerebrale non piatta debbano sottostare a delle regole non scritte di questa specie di "mafia dell'antimafia", perche', parliamoci chiaro, qui nessuno osa dirlo per un motivo o per un altro, ma certi atteggiamenti e quel modo di "ragionare" difeso e ripreso ad oltranza da molti dei cosiddetti "attivisti", fatto di bandiere, di colori di rappresentanza, di "o mi dai ragione o sei un troll", sia molto ma molto lontano da qualsiasi idea di vero cambiamento e, probabilmente, con il cambiamento non ha, ne' avra' mai, nulla a che vedere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque, riporto qui di seguito i due post scritti e pubblicati (su G+) dal mio amico <a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=100011215123962&fref=ts" target="_blank">Claudio Gallucci</a>, serio attivista, blogger ed amministratore storico del gruppo fb "Monitoraggio Scie Chimiche Italia"; il primo in risposta ad un comportamento al quanto bizzarro del signor Rosario Marciano', ed il secondo, scritto per notificare l'avvenuta segnalazione con eliminazione del primo post da Google+ che, anche se scritto in modo tutt'altro che offensivo, evidentemente, a qualcuno dava fastidio, ed e' anche per questo che ho deciso di pubblicarli entrambi su questo mio modestissimo spazio web.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://www.facebook.com/idromarco" target="_blank">Marco Fakin</a></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Post segnalato ed eliminato da Google+</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Caro Rosario,</div>
<div style="text-align: justify;">
è con molto disappunto che vedo il tuo impegno a raccontare la geongegneria scemare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vedo invece una forte determinazione a cercare nuovi nemici e, visto che hai esaurito negazionisti e debunkers, passando per gli altri ricercatori che hai mandato a cagare nella quasi totalità delle persone, ora ti attacchi anche ai post degli attivisti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chiaramente ti avvali dell'operato dei tuoi schiavetti adepti che solerti ti riportano le virgole ed i respiri, cosa che si è puntualmente verificata per la mia conversazine con Cecco nel gruppo Viadana.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dico ma... non ti è passata per l'anticamera del neurone che siamo preoccupati?</div>
<div style="text-align: justify;">
Non pensi che questa sia una stupida guerra?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma perchè c'è il bisogno di spaccare il movimento attivista?</div>
<div style="text-align: justify;">
Perchè mischiarsi ai terrapiattari?</div>
<div style="text-align: justify;">
Non ci sono rimasti altri microfoni in rete?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho molte altre domande Rosario, e credo che ne abbiano in quantità tante altre brave persone ma che per risposta ricevono insulti e blocchi sui social.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ultima domanda... ti da fastidio parlarne per caso?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un attivista incazzato"</div>
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<br /></div>
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<a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=100011215123962&fref=ts" target="_blank">Claudio Gallucci</a></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b>Post di avvenuta segnalazione e rimozione, pubblicato in data 27 Dicembre 2016 su Google+</b></div>
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<b><br /></b></div>
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"Saranno contenti gli adepti ed il guru per avermi segnalato e fatto cancellare la mia lettera a Rosario del 3 Dicembre scorso (data di pubblicazione su fb, qui l'ho pubblicata qualche giorno più tardi).</div>
<div style="text-align: justify;">
Evidentemente erano domande che davano fastidio, o che qualcuno abbia pensato che potessero dare fastidio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non c'erano insulti nè minacce, quindi non vedo il motivo delle segnalazioni... Pensate di essere gli unici duri e puri restanti sulla faccia della terra? Pensate che tutti gli altri sono solo dei poveri coglioni che non capiscono il verbo del guru? La parola del guru è santità? Ho commesso reato di lesa maestà?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È un gran peccato che nessuno si sia degnato di una risposta, forse imbeccati dal guru a farci sprofondare dalla memoria storica dei social?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E purtroppo esistiamo caro Rosario e soci.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Provo solo pena."</div>
<br />
<br />
<a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=100011215123962&fref=ts" target="_blank">Claudio Gallucci</a><br />
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<a href="https://plus.google.com/114423264069105239055/posts/g5pxgsEcbJK" target="_blank">source</a><br />
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mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-70254518022779198532016-12-22T00:10:00.000+00:002016-12-29T23:23:26.987+00:00Il dominio e la sua legittimazione.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsspw_6BUW8OyB6cbqDehrp3oNV8_U3yioIZjRIsrBpyclBkghYRMb6KlqC8tyKsW1LL033gbCHnbInvxltHchKtSwicGNlbamrDCNDg8IY7wAt3NDZ0MTQ4OBkHu6gE3_kzwCprrNqp9L/s1600/Stirner.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsspw_6BUW8OyB6cbqDehrp3oNV8_U3yioIZjRIsrBpyclBkghYRMb6KlqC8tyKsW1LL033gbCHnbInvxltHchKtSwicGNlbamrDCNDg8IY7wAt3NDZ0MTQ4OBkHu6gE3_kzwCprrNqp9L/s200/Stirner.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Non esiste una società senza diritto perché non esiste una società che non sia legittimata o che non tenda ad auto legittimare il dominio. Il diritto è lo spirito della società. se la società ha una volontà, questa è appunto il diritto: La società esiste solo grazie al diritto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma siccome esiste solo per il fatto che esercita un dominio sui singoli, il diritto non è che la volontà del dominatore. Anche la società politicamente più dispotica è sempre alla ricerca del diritto. Tutti i tipi di governo partono dal principio che tutto il diritto e tutto il potere appartengono al popolo preso nella sua collettività. Nessuno di essi, infatti, tralascia di richiamarsi alla collettività e il despota agisce e comanda “in nome del popolo” esattamente come il presidente o qualsiasi aristocrazia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il diritto è una dimensione ineliminabile di ogni società umana, che si ritrova fondata su quel particolare rapporto di forza riassunto nella pre-potenza, cioè in un momento che esiste prima del costituirsi collettivo della società e in un ambito che sta fuori una volta che questa si è costituita.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il diritto è dunque la legittimazione del dominio. Non di questo o quel determinato dominio, ma del dominio in quanto tale. Esso si pone in modo estraneo rispetto all’unico, in quanto per sua natura il diritto mi “viene concesso”. Che sia la natura o Dio o la decisione popolare, ecc., a concedermi un diritto, si tratta sempre di un diritto estraneo, di un diritto che non sono io a concedermi o a prendermi. Non è perciò la fonte del diritto a decidere la sua intima valenza di ratifica del dominio, ma il fatto che comunque esso è sempre un’entità che si pone sopra l’individuo. Per cui non può mai esistere una completa coincidenza tra il diritto e la volontà individuale, dal momento che ogni diritto è, per intrinseca definizione, una categoria particolare e ipostatizzata che si fissa in dimensione universale, mentre l’individuo è una dimensione unica, in sé irripetibile. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Diritto storico, diritto naturale o diritto divino o qualsiasi altro diritto; il diritto di per se stesso non è in grado di risolvere i problemi dell’unicità posti al singolo.</div>
<br />
<br />
<br />
- Max Stirner (25 Ottobre, 1806 – 26 Giugno, 1856)mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-36800175254712420672016-12-11T19:13:00.000+00:002016-12-22T00:11:35.531+00:00Il Portalettere<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIotYf3MDxgSG_DK6i6pEyDs4sj6a_sW1p1hp6Je9ekiULiCG9CwAUy9U_aFzZsS3bYz3vdzCGsw1n2OQ31V_uxalcPFIPSVZ5cIheQdBz21SZAQcMHnDeE-cB-RN5jwgym-R9g3kG1e6O/s1600/e1d24312b6513915fc137ad553ea58ed.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIotYf3MDxgSG_DK6i6pEyDs4sj6a_sW1p1hp6Je9ekiULiCG9CwAUy9U_aFzZsS3bYz3vdzCGsw1n2OQ31V_uxalcPFIPSVZ5cIheQdBz21SZAQcMHnDeE-cB-RN5jwgym-R9g3kG1e6O/s320/e1d24312b6513915fc137ad553ea58ed.jpg" width="256" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Vi riporto qui di seguito un pensiero del mio caro amico <a href="https://www.facebook.com/marco.mazzola.90?lst=100000221654425%3A100000511854820%3A1481480534" target="_blank">Marco</a>, un post nel quale, secondo me, molti di voi si riconosceranno, alcuni nei panni del "portalettere", qualcun altro nei panni di chi lo caccia, altri ancora nei panni di chi lo caccia ma vorrebbe dare una sbirciatina alla "lettera", forse per provare a capire di che si tratta, e cosi' via...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>"Il Portalettere"</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono un portalettere! Sì, ecco cosa sono un cosciente portalettere. Parafrasando ti dico quello che faccio sia nella vita reale che in quella digitale:</div>
<div style="text-align: justify;">
Vado da amici che sono comodamente affossati nelle loro poltrone mentre guardano la TV, mangiando il loro snack chimico preferito, sorseggiando la loro bevanda tossica e facendo qualche tirata di sigaretta!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta entravo urlando: “Alzati! Vieni giù a vedere quello che c’è dietro casa tua… non puoi vederlo dall’unica finestra del tuo appartamento!”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una fragorosa risata e un calcio nel sedere….. stavo disturbando! Non tutti sono pronti ad uscire!</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi ho capito che dovevo fare piano, con calma e facevo quello che mi era possibile!</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi avvicinavo, allungavo le braccia per aiutarli a risalire dalla poltrona, molti ridevano e mi cacciavano, stavo disturbando!<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni posavano il bicchiere, lo snack e la sigaretta e iniziavano ad alzarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Qualcuno ancora distratto dalla “scatola parlante” tornava a sedersi; altri invece si facevano accompagnare alla finestra, ed una volta aperta stavano ad ascoltare quello che avevo loro da dire, tutto quello che a loro era stato fin a quel momento celato - verita' nascoste - o fino a quel momento abilmente affossato nella falsa storia, nella falsa informazione e più o meno volutamente ignorato!</div>
<div style="text-align: justify;">
Molti ridevano e mi cacciavano ….. stavo disturbando!</div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni erano interessati, iniziava ad entrare uno spiraglio di consapevolezza!</div>
<div style="text-align: justify;">
A quel punto invitavo quei pochi a scendere e vedere cos'altro c’era dietro…. Un mondo migliore e diverso da quello che ci hanno imposto; conoscere quello che avremmo potuto fare insieme per migliorare, cambiare...</div>
<div style="text-align: justify;">
Pochi ridevano e tornavano a casa, gli altri erano pronti, sì, erano pronti per iniziare il loro percorso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è quello che faccio: Il portalettere!</div>
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<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
Buona giornata amico!</div>
<br />
<br />
<a href="https://www.facebook.com/marco.mazzola.90?lst=100000221654425%3A100000511854820%3A1481480534" target="_blank">Marco Mazzola</a><br />
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mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-84822137161507726852016-12-05T00:28:00.000+00:002016-12-05T00:28:46.801+00:00NON PER SCADERE NEL COMPLOTTISMO (video)<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b>
<b>Una breve selezione di insospettabili teorici del complotto</b></div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc_FHAOeM7yGyreFcDrGPgRiD8xGqr-CghZwLZUTFhYnrykDF9e70ApzvDxHU9qmVqqPnXqt1amnl1TgT0gdr6viwi6pb1HnT2b6nTOYwdzZJv_zV3IG6_PaXV2T-xmocDqMk1gb6oDb-z/s1600/15325376_1821554274782285_285160595446853598_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc_FHAOeM7yGyreFcDrGPgRiD8xGqr-CghZwLZUTFhYnrykDF9e70ApzvDxHU9qmVqqPnXqt1amnl1TgT0gdr6viwi6pb1HnT2b6nTOYwdzZJv_zV3IG6_PaXV2T-xmocDqMk1gb6oDb-z/s400/15325376_1821554274782285_285160595446853598_o.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Questo video è una raccolta molto parziale e generale di dichiarazioni fatte da importanti esponenti ufficiali ed autorevoli della politica, dell’economia, del giornalismo, della medicina, ecc. Queste stesse dichiarazioni fatte da perfetti sconosciuti sarebbero facilmente etichettate come becero “complottismo”, ed è proprio questo concetto che dovrebbe avviare la riflessione alla base del video.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le fonti utilizzate ci sono documentari come Zeitgeist, Zero Privacy, XIII Emendamento, Anatomia di un Grande Inganno; spezzoni di telegiornali, trasmissioni di approfondimento, dichiarazioni politiche ufficiali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra queste abbiamo inserito interventi palesemente gravi come una blasonata giornalista che mette in dubbio la veridicità delle informazioni sulla guerra in Iraq, o un importante epidemiologo che insinua particolari priorità dell’industria farmaceutica; e altri interventi apparentemente meno importanti come una lunga (ma poteva essere molto più lunga) carrellata personaggi molto influenti che parlano di Nuovo Ordine Mondiale come soluzione agli imminenti problemi della globalizzazione; la reale gravità di questi interventi consiste nella convergente connotazione concettuale e nominale, attraverso i decenni e in diverse parti del mondo, di un progetto inequivocabilmente esistente e largamente condiviso dai più importanti governi e istituzioni, ma mai veramente spiegato e che quindi dovrebbe preoccupare tutti noi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un accentramento così estremo del potere rappresenta indubbiamente una pericolosa e sempre più abissale distanza da questo e tutti noi. Forse il vero motivo per cui non è mai stato spiegato chiaramente?</div>
<div style="text-align: justify;">
Tornando alla riflessione portante del video la domanda dovrebbe essere: Cos’è veramente il “complottismo”?</div>
<div style="text-align: justify;">
"Complottista" è una parola vuota che non vuol dire assolutamente niente di per sé ma che viene usata come comodo contenitore, o meglio gabbia, per ogni teoria più o meno provata che diverga da quelle ufficiali governative.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Complottista" è quindi sinonimo di "folle paranoico che crede ai complotti", a tutti senza distinzione, eppure vi svelerò un segreto: il complottista come tale nemmeno esiste; uno può infatti credere ai segreti dell'Area 51 ma non alle scie chimiche, al complotto dell'11 Settembre ma non ai rettiliani, a Kennedy ma non a Paul McCartney morto e così via. Perché ogni argomento è a sé e andrebbe analizzato indipendentemente e senza preconcetto alcuno, questo è il fatto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma fa più comodo inserire ogni contro-teoria nel calderone complottista unico così da isolare i pensatori e ricercatori indipendenti con più facilità, marchiandoli con quell'aggettivo che è quanto di più antiscientifico e antistorico possa esistere e che tanto materiale può offrire agli umoristi senza fantasia del web.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La parola è ormai da anni diventata di uso comune ma chi la pronuncia senza consapevolezza probabilmente non si rende conto della natura liberticida ed oscurantista che essa reca in sé, affermando in sostanza che qualunque cosa dica il governo è vera, qualunque cosa lo contraddica è falsa. È un regime totalitario subdolo che fa sentire i suoi sottoposti intelligenti e li arma di facile ironia invece che di fucili ma il compito è sempre lo stesso: ridicolizzare e annientare il dissenso.</div>
<div style="text-align: justify;">
In effetti ormai il complotto dei potenti è, come qualche studioso serio ha fatto notare, un vero tabù storiografico, ed è un concetto talmente inconcepibile che manca la parola stessa che identifichi gli artefici! Mentre ce ne sono svariate per identificare coloro i quali riescano a riconoscerlo. Quella della cospirazione dovrebbe essere una normale ipotesi investigativa, invece è oggi ridotta a barzelletta già in partenza, che è un po' come dire: "i potenti sono buoni, il contrario è inammissibile". Oppure si arriva ad obiettare che un complotto dei potenti sarebbe perfetto e il fatto che tu sia riuscito, secondo te, a scoprirlo dimostra che non c'è nessun complotto. I fatti non contano più, c'è solo una precisa volontà di delegittimazione attraverso dei trucchi sofistici sintomatici di cattiva fede e che poi sono quelli sistematicamente usati dai più infami debunker e nemici del vero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"chi controlla il linguaggio controlla il pensiero":</div>
<div style="text-align: justify;">
- golpista = colui che attua il golpe</div>
<div style="text-align: justify;">
- cestista = colui che gioca a pallacanestro</div>
<div style="text-align: justify;">
- shampista = colui che pratica lo shampoo</div>
<div style="text-align: justify;">
- piastrellista = colui che mette le piastrelle</div>
<div style="text-align: justify;">
- trapezista = colui che si esibisce al trapezio</div>
<div style="text-align: justify;">
- corista = colui che esegue un coro</div>
<div style="text-align: justify;">
- analista = colui che esegue analisi</div>
<div style="text-align: justify;">
- barista = colui che lavora al bar</div>
<div style="text-align: justify;">
- complottista = colui che CREDE esistano i complotti</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E sebbene l'italiano non sia certo una lingua povera di vocaboli e di sinonimi, da noi questa trappola semantica ha funzionato meglio perché in inglese, per indicare colui che si occupa di complotti, esiste "conspiracy theorist", la definizione coniata dalla CIA negli anni '60; mentre per indicare "colui che attua il complotto/cospirazione" esiste ovviamente "conspirator", due parole tuttora ben distinte. Da noi invece "complottista" è diventata la formula che teoricamente dovrebbe contenere due significati opposti ("colui che attua complotti" e "colui che crede esistano complotti") e palesemente contraddittori fra loro, ma che nella pratica ne ha assunto solo uno, quello ormai unanimamente condiviso di "pazzo paranoico".</div>
<div style="text-align: justify;">
Di fatto la lingua italiana, e quindi il pensiero italiano, non concepisce l'ipotesi che dei potenti possano ordire complotti, essendo la parola "complotto" sinonimo di fantasia paranoica, e ciò genera il famoso tabù storiografico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco che in quest'ottica la storpiatura dispregiativa "complottaro" sarebbe necessaria, il problema è che nel linguaggio comune "complottista" è già prettamente dispregiativo, a differenza ad esempio di "animalista" che è di per sé neutro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pur volendo ammettere il termine "complottista" inteso genericamente come "colui che va oltre le teorie ufficiali ed i mass media", ci sono fondamentalmente due modi di essere "complottista":</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno è basato sull'analisi logica dei fatti e delle prove a propria disposizione che punta, in buona fede, all'emergere della verità che porta quindi ad un miglioramento delle condizioni di vita in generale; l’altro è sostanzialmente una sorta di “parodia” del primo, che pare cimentarsi nel gioco del “chi la spara più grossa”. In questo secondo approccio, non si ricerca più una qualche verità (forse lo si crede) ma ci si trova spesso solo in un tentativo di accrescimento del proprio ego, molto spesso portando alla luce teorie anti-sistema però senza avere alcuna prova o indizio valido, con l’unico scopo di ottenere consenso e seguito in un circuito a catena di persone che si compiacciono a vicenda senza verificare le informazioni. Ovviamente la facile derisione di quest’ultimo approccio è lo strumento principale per chi ha interesse a coprire fatti realmente accaduti o semplicemente per chi non li vuole vedere, facendo credere che questi modi approssimativi di informarsi, informare e divulgare siano gli unici usati.</div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/0nUb5gEKlZw" width="560"></iframe></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Siate consapevoli. Deviate!<br />
<br />
questi i canali di Deviance Project:<br />
<br />
Deviance Project <a href="http://www.devianceproject.com/welcome.html" target="_blank">website</a><br />
Deviance Project su <a href="https://www.youtube.com/channel/UCqu25SsIXhnQ1GTOr_noJEg" target="_blank">YouTube</a><br />
Deviance Project su <a href="https://www.facebook.com/DevianceProject/" target="_blank">Facebook</a><br />
Deviance Project su <a href="https://twitter.com/DeviancePrj" target="_blank">Twitter</a><br />
Deviance Project su <a href="https://www.instagram.com/devianceproject/" target="_blank">Instagram</a><br />
<div>
<br /></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-28854492412045052452016-12-03T03:57:00.001+00:002018-02-28T00:55:24.035+00:00Malati di Liberta'<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidOcjOvW1Y0NjYSzMXqO-WruhJRRiIRTHUvMd0MPVhKJnfQ87Wsn105IGYT3UIrX9fZqk4n71o5H7Gn7xzchFLtZSID_MxkASKIW0yHFwC3otX1Ej2__d8KhCh310K0k7MQ-RMeWY4TUJ4/s1600/IMG_8108.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidOcjOvW1Y0NjYSzMXqO-WruhJRRiIRTHUvMd0MPVhKJnfQ87Wsn105IGYT3UIrX9fZqk4n71o5H7Gn7xzchFLtZSID_MxkASKIW0yHFwC3otX1Ej2__d8KhCh310K0k7MQ-RMeWY4TUJ4/s400/IMG_8108.jpg" width="300" /></a></div>
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La liberazione annienta il potere, le autorizzazioni, la proprietà.<br />
Fino a quando non si capirà che il consenso, da qualunque strada arrivi, per definizione lo si accaparra imbrogliando il prossimo e lo si utilizza insultandolo, non ci sarà mai liberazione ma una sorta di teatrino finto che mette in scena sempre lo stesso spettacolo, file interminabili di individui che trascinano catene insopportabili. La liberazione non arriverà a piccoli saltelli come un fiumiciattolo di pianura ma impetuoso come una piena di novembre. L’onda d’urto strapperà gli anelli inchiodati alle pareti e trascinerà tutta la sporcizia della società. Nessuna gabbia reggerà il colpo e finalmente si apriranno tutte le celle dei condannati a morte, giustiziati per zuccherare il palato, per le proprie idee, per una libertà totale. </div>
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Alcuni mi dicono che sono un sognatore, un innocuo utopista irrazionale, una persona che non vive nel reale, una macchietta che non conosce i problemi di tutti i giorni, un fortunello che abita lontano dalla lotta insomma un privilegiato. La visione antropocentrica ha la convinzione per statuto di secoli che l’uomo è al centro di tutto. La liberazione scardinerà anche queste tavole inchiodate nel cervello da troppe genuflessioni. <br />
<a name='more'></a>Si è vero, sono un sognatore e meno male, viceversa sarei immobilizzato dagli incubi che devastano il nostro pensiero pulito, sono anche innucuo e questa è una fortuna per la vita già maltrattata di questo sistema, irrazionale anche, l’istinto mi muove non il raziocinio che porta a servire e sottomettersi, vivere poco nel reale lo prendo come un complimento, preferisco tenere compagnia al tramonto che ai viali inceneriti dal piombo, i problemi che attanagliano li conosco, probabilmente, anzi sicuramente, non sono i vostri stessi problemi, infine sarei un privilegiato, e su questo sono in accordo totale, la mia libertà non è negoziabile. </div>
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Non rincorro false speranze date da coloro che ci schiavizzano, non seguo le legioni che in fila aspettano sereni l’apertura dei cancelli del consumo, non ascolto le sirene affascinanti di un sistema che trita tutto quello che incontra. </div>
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Forse la Liberazione Totale è per inguaribili sognatori, per esseri che spiccano voli al di là dei reticolati, per animali indomabili ma questo non significa perdere, fallire, termini che non conosciamo, semplicemente significa vivere liberi, lottare per questo e se la libertà vi fa paura, non c’è bisogno di dire che siamo malati, sbagliati, lo sappiamo cosa significa essere liberi in un mondo di plastica, essere sbagliati per noi è un complimento, mi spiace. </div>
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Siamo pazzi per la libertà, malati e visionari per la libertà, una malattia che ci corroderà certo ma, non so il perchè, preferiamo ammalarci per il resto della nostra vita che essere sani come ci volete voi.</div>
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<a href="http://anarchistintheworld.altervista.org/insuscettibili-guarigione-verso-la-liberazione-totale/" target="_blank">source</a></div>
mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-52260831868088324982016-11-11T02:25:00.000+00:002016-11-11T02:48:50.550+00:00Continuo a scegliere colore e forma delle mie catene o le spezzo?<b>Idee e riflessioni sull’astensionismo attivo, crescente e generalizzato come strategia rivoluzionaria. Per una critica al fronte del No sociale al referendum costituzionale.</b><br />
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Che sia da Est o da Ovest, gran parte delle attuali correnti costituenti l’etere socio-politico, aldilà della loro origine e del loro livello di consapevolezza, marciano impetuose in direzione opposta alla crescita e allo sviluppo delle lotte sociali nel nostro paese.</div>
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In particolare, la contro-campagna intrapresa negli ultimi mesi al fine di indurre alla scelta del “No” al referendum sulla riforma costituzionale, la cui data di voto è stata fissata al 4 di dicembre, è un esempio di iniziativa che sta mettendo tutti d’accordo, o quasi; un’ultima spiaggia che sta fungendo da collante a realtà diversissime le une dalle altre. È impressionante constatare come quasi ogni area dell’opposizione, o sedicente tale, si ritrovi a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda, dai fascisti di Casa Pound ad una buona fetta dell’estrema sinistra extraparlamentare. Uno scenario che ha del surreale, e che ci espone le cronache di una sacra alleanza di carattere legalitario e di dubbio gusto, mossa in parte da una sorta di timore esasperato in merito ad una generale ed imminente deriva totalitaria conseguente all’ampliamento del potere dell’esecutivo intuibile dalla formulazione della riforma, e in parte dalla volontà comune di esternare il proprio sentimento di sfiducia nei confronti dell’attuale direzione di governo, e più ambiziosamente, scacciare il premier Matteo Renzi (autore della procedura di personificazione della manovra) dal suo trono parlamentare, scardinare dalla radice il sistema piddino, e a detta dei propagandisti in questione, cambiare le carte in tavola. Come? Semplice, subordinando le lotte alle scadenze istituzionali e girando la ruota del governante di turno, spianando di fatto la strada all’ascesa di un governo a 5 stelle, e ad un’inevitabile declino del fronte rivoluzionario.</div>
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Per poter comprendere al meglio di cosa si sta effettivamente parlando è necessario mettere in evidenza come la nostra costituzione non possa che essere considerata non più di un mero precipitato normativo dei rapporti di forza di classe del 1946. Se chi detiene il potere dovesse decidere di modificarla ulteriormente in un senso più autoritario e neoliberista, impresa che per giunta è stata già portata a termine per più e più volte in campo pratico, senza necessità di corrispondenza di un consenso formale da parte della cittadinanza, allora non sarà di certo un più che convinto “No” su di una scheda in carta stampata a capovolgere la situazione, e meno che mai ci riuscirà l’implicito tentativo di tutela e mantenimento dell’integrità di quel documento considerato inviolabile, e che rimane in ogni caso a fondamento e a garanzia del riconoscimento dell’istituzione dello stato democratico borghese, dell’attuale ordinamento giuridico e di tutto ciò che implica la sua stessa sopravvivenza. Il foglio costituzionale è stato trascritto dagli ex-statisti di quella che è l’attuale e consolidata democrazia rappresentativa, non, come vorrebbero farci credere, dai nostri “nonni”…I nostri “nonni”, partigiani sulle montagne o semplici cittadini, non avevano diritto di parola, i primi furono disarmati con l’inganno, prima di poter ammirare l’avvento della Repubblica e il miracolo dell’amnistia togliattiana; i secondi vennero convinti del fatto che la giustizia aveva trionfato, che mai e poi mai all’orizzonte si sarebbe anche solo più intravista violazione di alcuna libertà umana, che avremmo finalmente vissuto in un mondo assai migliore.</div>
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Ma basta guardarsi intorno per rendersi immediatamente conto che le cose purtroppo stanno diversamente, che il paradiso avveniristico che tanti sognavano è lontano anni luce dalla sua realizzazione. La crisi che grava sul popolo lavoratore, il clima dell’Austerity, la repressione del dissenso e le guerre, condannate dall’Art.11 della Costituzione Italiana ma regolarmente finanziate ed intraprese con assoluta serenità, servendosi della dicitura di “missioni di pace”, sono elementi cardine che possono essere contrastati solo ed esclusivamente spodestando i tiranni che le provocano, i quali decidono di portare avanti le loro politiche di oppressione e di controllo sociale con la complicità dell’elettorato, nel nome del profitto e della salvaguardia della propria posizione di privilegio; questo percorso, però, può concretizzarsi unicamente attraverso una serie di pratiche che mirino ad inceppare i dispositivi di morte, che si inseriscano nella necessità di realizzare la più completa e totale abolizione di ogni forma di potere, che sia essa più esplicitamente manifesta, o mascherata sotto il nome di democrazia, di socialismo di stato, o di una qualsivoglia altra macchinazione di stampo autoritario.</div>
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L’interesse e il benessere di tutti i popoli può essere perseguito efficientemente per mezzo dell’azione diretta e della lotta autogestionaria, non di certo usufruendo di uno strumento magnanimamente concessoci dai vertici istituzionali, e i cui risultati, soprattutto in Italia, sono stati spesso e volentieri disattesi, grazie ad un accurato processo di neutralizzazione perpetrato dal Parlamento, attraverso l’approvazione di nuove leggi e diversi altri aggiramenti di tipo politico [vedi il referendum sull’acqua pubblica (o meglio “statale”), il finanziamento ai partiti, l’abolizione del Ministero dell’agricoltura, ecc. ecc.], fatti concreti all’attenzione di chi invece continua a considerare questa pratica (l’isituto referendario), come la più pura espressione della democrazia diretta nel nostro paese, quando non è che l’illusione di una reale partecipazione attiva alla vita politica di tutti i giorni; insomma, uno specchietto per le allodole che ha l’unico scopo di annacquare e frammentare le lotte sociali tentando di incanalarle tutte alle urne, e deludendo anche chi, ritrovandosi in una situazione di concreta difficoltà economica, la quale va a minare la qualità della vita e la possibilità di avere stabilmente un tetto sopra la testa senza ritrovarsi assaliti dalla paura di essere, da un momento all’altro, le prossime vittime di uno sfratto, non nutre più alcuna fiducia nel metodo elettorale, e vede nei movimenti una svolta di cambiamento reale, una scelta radicale ed auspicatamente libertaria, che proponendosi come unica alternativa possibile all’esistente, sfocia nella mobilitazione territoriale e mette concretamente in discussione il principio della proprietà privata e l’esistenza stessa dell’apparato statale.</div>
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Ma una domanda sorge ora spontanea: “Siamo all’altezza della situazione? Siamo in grado di rispondere in prima persona alle esigenze degli oppressi e degli sfruttati? Siamo pronti ad agire sul presente per assicurarci un futuro?” Chi ha a cuore un cambio di rotta che faccia davvero gli interessi di tutte le genti conosce già la risposta a questo quesito.</div>
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“Il 4 dicembre, non scegliere la taglia dello stivale che ti calpesta; il 4 dicembre sii l’insidiosa buccia che lo farà precipitare rovinosamente al suolo; il 4 dicembre non votare, lotta!”</div>
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Stefano Depetris<br />
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<a href="http://anarchistintheworld.altervista.org/non-scegliere-la-forma-delle-tue-catenespezzale/?doing_wp_cron=1478829928.9556100368499755859375" target="_blank">source</a><br />
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mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773tag:blogger.com,1999:blog-1436762057597259262.post-1476670839663355802016-11-04T02:17:00.002+00:002016-11-11T01:34:56.489+00:00Banco e zainetto e lo schiavo è perfetto.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzIwg0U9JNFSD3Xkb5SpDz4AspyG52gJ5ekQr9z5JF4QqMFMqrfyD2ALUcIOMYiHKablalXUgwwMMl-dN7RgaqckvzD-2u6GbdAFs6et4l_ztcLlKRhXTwgURy6V_PSfkfiHiKSDT7XL1T/s1600/tumblr_md38akayyH1r6sqvfo1_500.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzIwg0U9JNFSD3Xkb5SpDz4AspyG52gJ5ekQr9z5JF4QqMFMqrfyD2ALUcIOMYiHKablalXUgwwMMl-dN7RgaqckvzD-2u6GbdAFs6et4l_ztcLlKRhXTwgURy6V_PSfkfiHiKSDT7XL1T/s320/tumblr_md38akayyH1r6sqvfo1_500.png" width="320" /></a></div>
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E’ nato prima l’uovo o la gallina? Il problema non me lo pongo, invece mi sta a cuore una certezza: Se io ho una persona che ha imparato a fare l’idraulico, e se questo idraulico crede fermamente in ciò che fa, nella bontà del suo lavoro, nonostante i fatti lo contraddicano, è completamente sciocco da parte mia mandare mio figlio da questo idraulico a imparare a fare un’altra cosa che non sia l’idraulica. Cioè, mi pare ovvio che l’idraulico gli insegnerà a fare e ad essere quello che egli sa ed è. Ora, allo stesso modo, a me sembra completamente idiota sperare di cambiare la società mandando mio figlio a scuola, laddove mio figlio troverà adulti già ferocemente scolarizzati che gli insegneranno ad essere e a fare quello che essi hanno imparato ad essere e a fare, credendoci profondamente. </div>
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Non esiste una sola scuola al mondo dove il maestro dica al bambino di non credergli e di disobbedirgli affinché la società possa cambiare. Per raggiungere questo obiettivo bisogna anzitutto non avere adulti catechizzati e dunque catechizzanti, professanti la fede del loro lavoro e della loro morale, bisogna non avere insegnanti scolarizzati, bisogna semmai avere insegnanti che non credano più nel supposto e sedicente ruolo emancipatore della scuola. <br />
<a name='more'></a>Come fare? Sembra una cosa assurda, vero? Certo, ormai in questa società una vera idea di libertà sembra una cosa assurda e anche pericolosa. Per questo occorre cambiare veramente le cose. E come? Non più creando adulti come noi. </div>
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La logica impone dunque la descolarizzazione della società, affinché i bambini crescano imparando incidentalmente quello che desiderano imparare, in quella immensa scuola che è il mondo, la vita, diventando quello che desiderano essere, e non quello che gli adulti hanno deciso per loro. </div>
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La natura stessa mette dentro ogni bambino la spontanea curiosità e una straordinaria predisposizione all’apprendimento. La scuola uccide la curiosità e questa predisposizione, uccide la gioia innata di imparare, la scuola snatura le persone, è fatta apposta per questo crimine e per addestrare all’obbedienza i futuri schiavi! </div>
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Per avere una società diversa, senza servi e di conseguenza senza padroni, bisogna che i bambini crescano secondo la loro natura, secondo i loro bisogni, e non secondo ciò che gli adulti servi pensano che occorra loro, altrimenti renderanno i bambini dei perfetti costruttori di questa stessa società. </div>
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Leggete <a href="http://comune-info.net/wp-content/uploads/2014/07/Descolarizzare.pdf" target="_blank">Descolarizzare la società</a> di Ivan Illich, e non credete a chi vuole riformare la scuola o ‘cambiarla dal di dentro’. Il male si elimina, non si ri-forma.</div>
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<a href="http://anarchistintheworld.altervista.org/banco-e-zainetto-e-lo-schiavo-e-perfetto/" target="_blank">source</a>mulidurihttp://www.blogger.com/profile/14802267697171418254noreply@blogger.com0Leicester, UK52.6368778 -1.139759199999957752.4826958 -1.4624826999999576 52.7910598 -0.81703569999995773